Dal latino intentĭo=tensione verso.
“Per esprimere il concetto di ‘intenzionalità’ Goodman, nel testo originale in lingua inglese, adopera la parola deliberateness. È questo un termine che nel linguaggio corrente è sinonimo di intentionality, vocabolo più ‘dotto’ e tecnico, comunemente meno usato in quanto proprio della terminologia filosofica e fenomenologica in particolare. In lingua inglese entrambi i termini si definiscono ad un atto che si caratterizza per uno scopo da raggiungere, da realizzare in maniera consapevole e deliberata” (Cavaleri, 2003, p. 43).
“In psicoterapia della Gestalt, caratteristica della coscienza che tende a qualcosa di specifico. Nell’ambito dell’approccio fenomenologico (fenomenologia, metodo fenomenologico), il termine intenzionalità si riferisce ad uno degli aspetti più rilevanti della coscienza. La coscienza, infatti, esiste solo nel suo ‘rapportarsi a’ qualcosa, nel suo ‘in-tendere verso’ un oggetto, nel suo trascendersi. È nell’atto del ‘trascendimento’ che si costituisce la soggettività. È nella ‘trascendenza’ che si trova l’elemento sostanziale della coscienza.
La nozione di intenzionalità, come emerge dalla fenomenologia di Husserl, implica da una parte l’impossibilità di una ‘realtà in sé’ e dall’altra l’esclusione di una ‘coscienza in sé’ incapace di percepire il mondo in ‘se stesso’. Sul piano epistemologico, un tale modo di concepire l’intenzionalità costituisce un fondamentale punto di riferimento sia per la psicologia che per la psicopatologia. Se l’uomo si costituisce essenzialmente nel trascendersi, nell’intenzionarsi, nell’entrare in contatto con quanto lo circonda, ciò implica la necessità che la psicopatologia e la psicoterapia debbano rivolgersi all’analisi di questo continuo ‘trascendersi’, ‘intenzionarsi’, ‘entrare in contatto’.
Occorre soprattutto indagare ‘come’, con quali ‘forme’ e in quali ‘modi’, l’uomo si intenziona. È a questo nucleo centrale della ricerca che si rivolgono le psicoterapie ad orientamento fenomenologico o fenomenologico – esistenziale. La psicoterapia della Gestalt, in particolare, pone al centro dell’intervento di cura il sé, che in maniera consapevole ed attiva elabora significati, produce intenzioni, sussiste nel suo continuo aprirsi al mondo, tanto da costituire con esso una medesima realtà. E’ in questa relazione col mondo, in questo ‘in-tendere verso’ di esso, che occorre individuare l’origine della sofferenza mentale e al contempo lo spazio della cura” (Spagnuolo Lobb, Cavaleri, 2013, p. 348; Spagnuolo Lobb, Cavaleri, 2010, p. 129).
Bibliografia
Cavaleri P.A. (2003). La profondità della superficie. Percorsi introduttivi alla psicoterapia della Gestalt, Milano: Franco Angeli.
Spagnuolo Lobb M., Cavaleri P.A. (2010). Appendice, in Quaderni di Gestalt. Rivista semestrale di Psicoterapia della Gestalt, Vol. XXIII 2010/I, Milano: Franco Angeli.
Spagnuolo Lobb M., Cavaleri P.A. (2013). Intenzionalità, in Nardone G., Salvini A. (a cura di), Dizionario Internazionale di Psicoterapia, Milano: Garzanti Editore.
VOCE TRATTA, PER GENTILE CONCESSIONE DEI CURATORI, DA:
GIORGIO NARDONE E ALESSANDRO SALVINI (A CURA DI) (2013), DIZIONARIO INTERNAZIONALE DI PSICOTERAPIA, MILANO: GARZANTI EDITORE.