Venerdì sera presso la sede di Milano si è tenuto il primo seminario del ciclo “in
contatto con la Gestalt”. Quest’ anno il tema che fa da sfondo alle interviste è l’ E-MOZIONE.
Abbiamo intervistato Gianni Francesetti sul tema della noia. Si può parlare di noia come emozione? Che valenza ha nell’ epoca della post-modernità dove si parla molto di noia come qualcosa da combattere? Può avere la noia una relazione con le sindromi depressive? Alcuni spunti interessanti…..
“Come la stessa etimologia della parola ‘emozione’ dice: l’emozione è qualcosa che
implica un movimento, qualcosa che muove verso. La noia dunque non implica un movimento è allora più assimilabile ad uno stato d’animo, una condizione”.
“La noia con un connotato positivo di vuoto fecondo non si può assimilare al concetto di
vuoto vero e proprio; allora è forse più la pausa che ha un senso e che è importante per
assimilare le esperienze, e che mette uno spazio tra sé e l’altro”.
Quale può essere l’antidoto alla noia oggi?
“Sicuramente l’essere pienamente presenti con i sensi in ciò che si fa; l’iperstimolazione che connota la nostra cultura è ciò che favorisce la noia e ottunde i nostri sensi. Così, per esempio, la tecnologia tanto importante nel nostro tempo depotenzia i sensi: gli occhiali mi aiutano a vedere meglio ma nel contempo indeboliscono il mio potere visivo poiché gli occhi vi si abituano.
Abbiamo bisogno di impegno e un contatto profondo con le cose che facciamo per non essere distratti. Da qui mi sento di dire che il contrario della noia non è il divertimento bensì l’impegno.
Sostenere e riconoscere, ad esempio, l’impegno dei bambini è un modo per radicare il loro sentire, necessario per poter scegliere e riconoscersi attraverso
l’altro”.
Infine, vogliamo augurare un buon inizio di percorso in contatto…con la Gestalt a Roberta, Alessia, Stefania, Alessia e Silvia, il cui cuore non ha limiti.
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