A due settimane dalla scomparsa della collega e amica Marilena Menditto, Direttore della Scuola di Specializzazione in Psicoterapia della Fondazione Italiana Gestalt (Roma), vogliamo ricordarla con uno stralcio di un suo articolo pubblicato nell’ultimo numero dei Quaderni di Gestalt. Uno dei suoi ultimi scritti che testimonia le riflessioni dei suoi ultimi anni sull’importanza attribuita alla possibilità di armonizzare in sé la tendenza alla realizzazione personale e contemporaneamente il vivo e partecipato rapporto con la comunità.
Il nostro Istituto, per tradizione impegnato a garanzia del dialogo e del confronto con l’Altro, di un’apertura individuata e creativa alla società, è vicino al pensiero di Marilena.
M. Spagnuolo Lobb parla di autonomia appartenente per descrivere il senso di radici solide che, allo stesso tempo, diano il permesso di creare forme nuove capaci di risolvere problemi concreti della società.
Il “sorriso includente” di Marilena, il suo pensiero e le sue parole continueranno ad essere per noi sostegno nel portare avanti la nostra tensione inesausta al confronto e all’inclusione delle diversità come promototori di consapevolezza e di crescita.
Il nostro destino è di essere creature portatrici di riflessioni sull’agire etico, che sono alla base di qualsiasi agglomerato e civiltà.
Se fino a qualche decennio fa le discipline psicologiche e psicoterapeutiche mettevano in figura l’individuo, attualmente, nella lettura dell’identità, del malessere e della patologia emerge in figura l’importanza della lettura del ground, dello sfondo, del contesto, della comunità. Ci stiamo interrogando e confrontando su come favorire il senso di appartenenza e di connessione gli uni agli altri. L’Altro è indispensabile per definire chi siamo stati, chi siamo, dove stiamo andando. L’altro è indispensabile per definire il nostro senso di sé. L’individuo, riannodando il contatto perduto con l’alterità, ha la possibilità ritrovare il proprio senso di sé.
Sappiamo molto su come favorire il senso di individualismo, su come sentire il senso di separazione. Nelle società contemporanee ciascuno si sente sempre più autosufficiente, ma nello stesso tempo dipende da servizi e apparati tecnologici che non controlla. A tutto questo corrisponde un’instabilità e incertezza di rapporti se non una carestia di relazioni, che permeano il senso di sé, la vita affettiva e il senso di appartenenza alla comunità. La riflessione su una nuova visione della persona e della comunità sta coinvolgendo differenti professioni in un confronto entusiasmante e costruttivo, si avverte un forte bisogno di occasioni per il dialogo nella differenza, per contribuire a riscrivere nuove caratteristiche per la persona che vive nella complessità delle società contemporanee.
Gli studiosi sempre più, individuano strumenti che facilitino l’individuo a far convivere ed armonizzare in sé la tendenza alla realizzazione personale e contemporaneamente il vivo e partecipato rapporto con la comunità. Ogni trasformazione richiede impegno, entusiasmo, scelte e perdite. Modificare i nostri comportamenti, le nostre idee, abituarci a nuove metodologie è un percorso articolato e complesso che conduce verso rotte mai esplorate prima. Lo spirito d’avventura, la curiosità e la flessibilità devono appartenerci, ma ancora più importante è non procedere da soli nella nebulosa incertezza del viaggio.
Marilena Menditto