Quaderni di Gestalt n.2023/1

Quaderni di Gestalt
2023/1 – volume XXXVI
Il burnout del terapeuta

Indice del numero

EDITORIALE
Il burnout del terapeuta
di Margherita Spagnuolo Lobb

DIALOGHI
Il burnout del terapeuta: formazione,politiche professionali e ricerca
come strumenti di prevenzione
di Laura Parolin, Santo Di Nuovo, Paolo Migone, Margherita Spagnuolo Lobb e Silvia Tosi

RELAZIONI
Il burnout del terapeuta:il cortocircuito emotivo del guaritore ferito
di Giuseppe Sampognaro

STUDI E MODELLI APPLICATIVI
Il diritto e la responsabilità di prendersi cura di sé in uno sfondo post-pandemico
di Romina Cagiano e Maria Mione

RICERCHE
“Il costo della cura”: la relazione tra sindrome di burnout e la professione dello psicoterapeuta. Una rassegna sistematica della
letteratura in chiave gestaltica
di Brenda Cervellione, Michele Cannavò e, Dario Davì

STORIA E IDENTITÀ
Postfazione del libro di Erving Polster.“L’incanto per la psicoterapia della Gestalt.Accompagnarsi nell’esplorazione della vita”
di Margherita Spagnuolo Lobb

Psicopatologia della Situazione: le radici fenomenologiche e umanistiche del testo curato da Margherita Spagnuolo Lobb e Pietro A. Cavaleri. Prefazione all’edizione inglese
di Scott D. Churchill

RECENSIONI
Pizzimenti M., Bellini B. (2022). Sessuologia della Gestalt. Manuale imperfetto per continuare la rivoluzione sessuale.
di Maria Luisa Grech

Bramucci A. (2022). Dipendo dunque esisto. L’addiction attraverso la Gestalt e non solo
di Giancarlo Pintus

CONGRESSI
In Tempore belli. La funzione della psicoterapia in tempo di Guerra. Mondello, 3-4 febbraio 2023
di Fabiola Maggio

Vergogna e dignità nella clinica e nella società in tempo di guerra: riflessioni gestaltiche e psicoanalitiche. Workshop internazionale
con Lynne Jacobs. Milano, 11-12 novembre 2022
di Dario Davì

COMMEMORAZIONI
Ricordando Peter Dreitzel
di Margherita Spagnuolo Lobb

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Editoriale

Il burnout del terapeuta

Questo numero nasce da una duplice esigenza: riconoscere e affermare la differenza tra una formazione psicologica e una formazione in psicoterapia, e fornire strumenti di sostegno agli psicoterapeuti che in questo periodo sono particolarmente sotto stress.

La forte attivazione che abbiamo vissuto durante e dopo la pandemia ci ha cambiati profondamente. Da una parte abbiamo fornito un sostegno importante alle persone, aumentando sia il carico di lavoro che il coinvolgimento emotivo, dall’altra abbiamo attraversato anche noi questo trauma, subendo lutti, sofferenze e vivendo in pieno le angosce che questo accadimento ha comportato. Dal 2020, la rivista Quaderni di Gestalt ha dedicato ben cinque numeri a temi collegati con i traumi da cui l’umanità è stata attraversata da quell’anno: “La psicoterapia della Gestalt durante il COVID-19” (2020-2); “Psicoterapeuti in dialogo nel tempo della pandemia” (2021-1); “Il tempo della speranza” (2021-2); “La dimensione fraterna” (2022-1); “La psicoterapia della Gestalt in tempore belli” (2022-2). Questo numero 2023-1 vuole sviluppare il tema del benessere del terapeuta, minacciato dagli eventi e dalle loro conseguenze, e affermare il fattore di protezione che la formazione psicoterapica rappresenta, sia per il terapeuta che per il paziente.

Come affrontare il burnout del terapeuta? Quali aspetti personali e relazionali possono garantire la “tenuta” della sua solidità? Quali aspetti formativi proteggono gli psicoterapeuti dal burnout? Insomma, come si fa a rimanere accudenti quando tutto il mondo sembra crollare? Come si fa a dare sicurezza ai pazienti quando ci si sente frantumati? Come si fa a resistere a tante ore di ascolto di storie tragiche piene di lutti e dolore?

Vogliamo mettere in evidenza l’importanza della formazione in psicoterapia, non solo come garanzia per interventi clinici profondi e ritagliati sull’unicità dei pazienti, ma anche come protezione del terapeuta stesso, che è continuamente esposto ai traumi dei pazienti e della collettività sociale – a meno che non si desensibilizzi, perdendo – in quel caso – le caratteristiche proprie di uno psicoterapeuta: l’empatia, l’intuito e la sensibilità.
Abbiamo voluto sviluppare questa riflessione anche nel contesto della Commissione Riviste della FIAP, partendo dal documento finale della “Consensus Conference sulle terapie psicologiche per ansia e depressione” che, sulla scia del programma inglese Improving Access to Psychological Therapies (IAPT) (cfr. Clark, 2017; 2023), fa il punto su evidenze empiriche che dimostrano come, nel trattamento dei disturbi mentali “comuni”, quali disturbi d’ansia e depressivi, il trattamento psicoterapeutico è spesso più efficace di quello farmacologico (vi è un minor numero di ricadute, i miglioramenti ottenuti sono più duraturi ed aumentano nel tempo, ecc.).

Di conseguenza, migliorando l’accesso ai trattamenti psicologici nei Servizi di salute mentale è possibile ottenere non solo un maggiore benessere per gli utenti, un miglior uso delle risorse e una riduzione dei costi, ma anche un guadagno per le casse dello Stato (minori assenze lavorative, minori costi indiretti dei disturbi, ecc.) (Migone, 2022, p. 9).

Il documento rappresenta un’importante informazione per i politici che si occupano di sanità, affinché inseriscano un maggior numero di psicoterapeuti nei servizi pubblici, e per i medici, che spesso non riescono a fare altro che indicare psicofarmaci per aiutare pazienti che andrebbero indirizzati alla psicoterapia.

La cura psicologica ha assunto un’importanza cruciale: le persone si rivolgono sempre di più allo psicoterapeuta. Questo ci dice che la soluzione non è il controllo dei sintomi, ma apprendere dai sintomi un modo nuovo di relazionarsi al mondo, che sia possibile per il paziente e per la società. Non possiamo scindere l’organismo dal suo ambiente: il disagio mentale esprime sempre un adattamento creativo a condizioni ambientali oltre che evolutive e personali. Dunque, il suo trattamento richiede una rielaborazione della relazione dell’individuo con il mondo, dell’organismo con il suo ambiente.

Questo principio, affermato fortemente dai fondatori della psicoterapia della Gestalt, ci consente di mantenere una posizione aperta alla novità, a ciò che ancora non conosciamo e che possiamo co-creare per il futuro, umile, senza il peso di dovere/potere controllare la mente, i sintomi, le relazioni. C’è sempre una verità che possiamo scoprire al di fuori di noi e di ciò che ci aspettiamo; ridurre l’altro ad una condizione prevedibile ci devitalizza e crea nevrosi. Questa prospettiva è alla base della filosofia degli approcci umanistici e della fenomenologia.
Questo, dunqueil trait d’union che lega tutti gli articoli di questo numero.

Nella sezione Dialoghi, Silvia Tosi in “Il burnout del terapeuta: formazione, politiche professionali e ricerca come strumenti di prevenzione” contestualizza l’importanza del lavoro dello psicoterapeuta nelle varie crisi (esistenziale, politica, economica) della nostra società, che non offre più certezze agli individui, a nessuna età. Intervista poi quattro psicoterapeuti che svolgono un ruolo cruciale nel panorama della formazione e della ricerca: Laura Parolin, presidente dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia e vicepresidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, docente universitaria e ricercatrice; Santo Di Nuovo, presidente della Associazione Italiana di Psicologia (AIP), Professore emeritoall’Università di Catania, profondo sostenitore della psicologia italiana in ambito accademico, di ricerca, e psicoterapico; Paolo Migone, direttore della rivista Psicoterapia e Scienze Umane e autore di articoli di riferimento sui movimenti psicoterapici e sulla ricerca; la sottoscritta, direttore dal 1979 di una scuola di specializzazione in psicoterapia. Vorrei esprimere il mio ringraziamento ai colleghi suddetti, che con la loro voce hanno creato in questo articolo una gestalt ricca e articolata.

Nella sezione Relazioni, Giuseppe Sampognaro, ne “Il burnout del terapeuta: il cortocircuito emotivo del guaritore ferito”, descrive l’origine del termine burnout per concentrarsi poi sulla visione gestaltica del controtransfert, declinandolo secondo il paradigma della reciprocità.

Nella sezione Studi e Modelli Applicativi, Romina Cagiano e Maria Mione, in “Il diritto e la responsabilità di prendersi cura di sé in uno sfondo post-pandemico”, ci parlano di come oggi occorre rinnovare le modalità di prendersi cura di sé, un aspetto cruciale della relazione terapeutica.

Nella sezione Ricerche, Brenda Cervellione, Michele Cannavò e Dario Davì hanno svolto una rassegna sistematica della letteratura relativa alle variabili connesse con la sindrome di burnout negli operatori della salute mentale, negli anni che vanno dal 2012 al 2023. Ne “Il costo della cura: la relazione tra sindrome di burnout e la professione dello psicoterapeuta. Una rassegna sistematica della letteratura in chiave gestaltica”, mettono in evidenza come le variabili di empatia e risonanza corporea sono correlate con il benessere del terapeuta.

Nella sezione Storia e Identità, pubblichiamo due contributi: la traduzione italiana della “Postfazione del recente libro di Erving Polster. L’in¬canto e la psicoterapia della Gestalt. Essere compagni nell’esplora¬zione della vita”, da me scritta per celebrare l’opera di questo maestro stimato in tutto il mondo, che mi ha trasmesso l’anima estetica della psicoterapia della Gestalt. Il secondo contributo è la traduzione italiana della prefazione, scritta dal fenomenologo Scott Churchill, docente all’Università di Dallas, Texas, al libro “Psicopatologia della Situazione”, pubblicato in inglese da Routledge. Abbiamo piacere di rendere fruibile anche ai lettori italiani questo prezioso quanto sintetico brano che radica il libro nella tradizione fenomenologica e gestaltica.

Nelle Recensioni, Maria Luisa Grech ci presenta il libro di Mariano Pizzimenti e Barbara Bellini (2022). Sessuologia della Gestalt. Manuale imperfetto per continuare la rivoluzione sessuale, e Giancarlo Pintus presenta il libro di Andrea Bramucci (2022). Dipendo dunque esisto. L’addiction attraverso la Gestalt e non solo. Si tratta di due libri recenti, entrambi stimolanti e nutrienti per i clinici.

Nella sezione Congressi, Fabiola Maggio ci racconta il convegno internazionale organizzato dall’Istituto di Gestalt HCC Italy a Mondello, il 3-4 febbraio 2023, “In tempore belli. La funzione della psicoterapia in tempo di guerra”, e Dario Davì ci racconta il seminario clinico internazionale con Lynne Jacobs “Vergogna e dignità nella clinica e nella società in tempo di guerra: riflessioni gestaltiche e psicoanalitiche”, svoltosi a Milano l’11 e il 12 novembre 2022.
Infine, nelle Commemorazioni, diamo l’ultimo saluto al collega tedesco Peter Dreitzel, allievo di Isadore From e mio amico, con le parole di Albrecht Boeckh, direttore della rivista tedesca Gestalttherapie, e della sottoscritta, pubblicando la traduzione delle note introduttive al suo libro The Art of Living and the Joy of Life. Development and Maturityin aChanging World (2018).

Nella speranza che gli articoli di questo numero possano contribuire a rendere giustizia all’importanza del lavoro degli psicoterapeuti e a proteggerne il benessere, vi auguro buona lettura.

Margherita Spagnuolo Lobb,
Luglio 2023

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