Quaderni di Gestalt
2023/2 – volume XXXVI
La vitalità nella relazione psicoterapeutica
Indice del numero
EDITORIALE
La vitalità nella relazione psicoterapeutica
di Margherita Spagnuolo Lobb
DIALOGHI
Vitalità: psicoterapia, antropologia e spiritualità a confronto
di Stefano Boni, Stefania Consigliere, Salvatore Greco, Henry Herrera, Giulia Nora Pappalardo e Luca Pino
RELAZIONI
Il senso di vitalità in psicoterapia della Gestalt
di Fabiola Maggio
RICERCHE
Vitalità e psicoterapia: una rassegna sistematica della letteratura
di Dario Davì e Federica Sciacca
GESTALT IN AZIONE
Longevità, vitalità e sport in psicoterapia della Gestalt
di Salvatore Armando Cammarata
STUDI E MODELLI APPLICATIVI
Essere coppia in-fertile: la riscoperta della vitalità come fattore terapeutico
di Valentina Foti e Susanna Marotta
RECENSIONI
Frank R. (2022). The Bodily Roots of Experience.
di Fabiola Maggio
Ammanath V. (2023). Relational Gestalt Therapy in India: A guide to group practice.
di Silvia Tosi
CONGRESSI
Psicoterapia della Gestalt. L’arte di collegare. Clinica, società, ricerca (Convegno FISIG).
Lecce, 27-30 aprile 2023
di Federica Sciacca e Michele Cannavò
Ascoltare i sogni in una società traumatizzata: l’attività onirica tra post-pandemia e minacce di guerra. Seminario internazionale di studio con Vittorio Lingiardi.
Siracusa, 9-10 giugno 2023
di Maria Maddalena Di Pasqua
Gestalt Therapy:An Engine of Change (EAGT conference).
Madrid, 21-24 settembre 2023
di Alessandra Merizzi
COMMEMORAZIONI
Ricordando Stephen Zahm
di Eva Gold
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Editoriale
La vitalità nella relazione psicoterapeutica
Il numero 2023-2 dei Quaderni di Gestalt è molto speciale, non solo per il tema che affronta, “la vitalità nella relazione psicoterapeutica”, ma anche perché è l’ultimo numero che viene prodotto in forma cartacea e a pagamento. Dal numero 2024-1, infatti, la rivista sarà pubblicata, sempre dalla casa editrice FrancoAngeli, in forma elettronica Open Access. Gli articoli saranno liberamente scaricabili, senza alcuna password di accesso, sia dal sito della FrancoAngeli che dal sito dell’Istituto di Gestalt HCC Italy(www.gestalt.it).
Questa scelta non è stata facile, sia perché ha richiesto una riflessione approfondita di tutta la redazione e sia perché implica uno sforzo economico maggiore da parte dell’Istituto. Sicuramente, segna un passaggio storico per la rivista e per l’Istituto. La diffusione libera degli articoli scientifici rappresenta una possibilità che neanche immaginavamo quando, nel 1985, abbiamo fondato la rivista. In questi ultimi anni si è infatti invertita la logica con cui la scienza può essere fruibile: se prima era il lettore che doveva pagare per essere aggiornato, adesso è chi scrive (o produce) che paga per diffondere i propri contributi scientifici. L’immagine cattedratica del professore che “vende” il prodotto scientifico è stata trasformata dal realismo (a volte angosciante) delle indicizzazioni: vale ciò che viene citato di più. Il valore scientifico di un determinato articolo non è più dettato dal contenuto, ma dal numero di volte in cui è citato in altri articoli e dall’impact factor(il valore impattante sulla letteratura) della rivista in cui è pubblicato. La trasformazione di questa logica del valore scientifico porta come conseguenza la necessità di una diffusione ampia e libera, fondamentale per essere citati. Infatti, se si può essere letti a costo zero, c’è molta più probabilità di essere citati. Il detentore della scienza, l’autore, non il fruitore, deve pagare per pubblicare le sue opere in riviste impattanti e Open Access. Pur non rientrando in ambiti universitari, in cui il criterio delle indicizzazioni è d’ob¬bligo, la rivista Quaderni di Gestalt coglie questo passaggio epocale come una necessità per la diffusione scientifica dell’approccio.
Pubblicare gli articoli in forma libera consente una diffusione senza precedenti del lavoro scientifico operato dalla redazione, dagli autori e dai referee, nonché dall’Istituto.
Questa forma non solo darà una visibilità molto più ampia ai lavori degli autori ma consentirà anche uno scambio maggiore con gli altri approcci, e una visibilità del modello gestaltico nel panorama della psicoterapia italiana.
Ringrazio la coordinatrice editoriale, Elisa Spini, per aver reso possibile, con la sua energia e competenza, l’uscita dei vari numeri nei tempi previsti.
Continueremo questa avventura nella formula Open Access, come sempre con curiosità e passione.
Auguriamo dunque alla nostra rivista una vitalità senza precedenti, e una accoglienza piena di curiosità e rispetto da parte degli altri approcci.
La vitalità è proprio il tema di questo numero. Dopo i momenti bui della pandemia, pieni di angoscia per la sopravvivenza, e vivendo in mezzo a situazioni di guerra, sia in Europa che in Medio Oriente, come pure in molte altre parti del mondo, ci siamo chiesti “come fa oggi uno psicoterapeuta a mantenersi vitale e a sostenere la vitalità nei pazienti?”. Si tratta di un tema cruciale per ciascuno psicoterapeuta. Le guerre non possono uccidere la speranza dell’umanità, e il nostro lavoro può avere senso solo se continuiamo ad avere fiducia nell’umanità. Ma come si fa a mantenere questo senso di apertura alla vita e all’umanità in un mondo sempre più governato dagli interessi dei potenti, e dalle loro scelte ciniche, incuranti del male che fanno a persone innocenti? Passare attraverso i traumi che la vita contemporanea produce abbondantemente non è facile, a volte si resta fragili, consapevoli di doversi proteggere dai trigger che provocano le reazioni traumatiche. Ma essere, o diventare, psicoterapeuti implica la capacità di trascendere in qualche modo il limite della protezione personale e… avere fiducia negli esseri umani. Non si può essere psicoterapeuti se non si ha questa fiducia. Ci è sembrato un aspetto importante su cui riflettere oggi come psicoterapeuti.
Lo abbiamo affrontato e declinato nelle varie rubriche della rivista: in un dialogo con antropologi e guide spirituali, in una riflessione epistemologica sulla vitalità nella clinica quotidiana, in una rassegna sistematica della letteratura, in un confronto con l’uso del concetto di vitalità nella psicologia sportiva, e nell’applicazione del concetto di vitalità alle coppie che intraprendono un percorso di procreazione medicalmente assistita.
In particolare, nella sezione Dialoghi, due antropologi culturali (Stefano Boni e Stefania Consigliere), uno psicoterapeuta della Gestalt (Salvatore Greco), e una guida spirituale Maya Ixil (Henry Herrera) rispondono alle domande dei curatori, Luca Pino e Giulia Nora Pappalardo, sulle ideologie contemporanee individualiste e tecniciste, e sul senso del sacro che garantisce il mantenimento del limite tra l’essere umano e il suo ambiente. Come scrive Salvatore Greco, il concetto di vitalità in psicoterapia della Gestalt, già nel libro fondante, sottolinea la natura basica, fisiologica, sensoriale – appunto vitale – che l’uomo possiede nel suo rapporto con il mondo, contro la tendenza dei tempi ad analizzare fino alla perdita della vitalità.
Questo articolo ci predispone ad un senso della vitalità che ha a che fare con una capacità di integrare l’uomo con la natura, il biologico con il culturale. La vitalità ci riporta al sacro, all’incanto, terra in cui è possibile trascendere se stessi e nello stesso tempo accedere alle dimensioni spirituali più impalpabili. La profondità di questi pensieri ci rimanda al concetto di incanto, caro ad Erving Polster . Sia la psicoterapia che le pratiche spirituali pongono una profonda attenzione al corpo, come punto di partenza per collegarsi alla dimensione del sacro.
Sviluppando proprio questo concetto, nella sezione Relazioni (coordinata da Giuseppe Sampognaro e Alessandra Vela), Fabiola Maggio ci fa riflettere sul fatto che parlare di vitalità in psicoterapia vuol dire portare il corpo al centro del nostro interesse. Ricorda le “forme vitali” di Stern, e presenta i contributi diversi e compatibili miei e dell’altra sua maestra, Ruella Frank. Un articolo ricco dal punto di vista teorico e pieno di spunti clinici.
Nella sezione Ricerche, Dario Davì e Federica Sciacca presentano una rassegna sistematica del costrutto di vitalità in psicoterapia, uno strumento molto utile per chi volesse approfondire il costrutto e le sue connessioni cliniche. Gli autori dimostrano come, pur essendo il concetto di vitalità un cardine della clinica gestaltica, non è stato sufficientemente studiato e sviluppato dal punto di vista della ricerca.
Nella sezione Gestalt in Azione (coordinata da Betti Conte e Marilena Senatore), Salvatore Cammarata ci presenta “Longevità, vitalità e Sport in psicoterapia della Gestalt”, un esempio di come uno psicologo sportivo può sfruttare il concetto gestaltico di vitalità per aiutare gli sportivi a dare senso alla loro attività, anche se tale intervento non può configurarsi come un intervento clinico.
Per la sezione Studi e Modelli Applicativi (coordinata da Federica La Pietra e Francesco Lotta), Valentina Foti e Susanna Marotta, rispettivamente specializzanda e relatrice, hanno rielaborato una tesi di specializzazione su “Essere coppia in-fertile: la riscoperta della vitalità come fattore terapeutico”; un contributo informato, ma anche leggero e pieno di speranza sulla preparazione delle coppie alla procreazione medicalmente assistita.
Nella sezione Recensioni, Fabiola Maggio ci presenta l’ultimo libro di Ruella Frank. Auguriamo a Ruella un grande successo con The Bodily Roots of Experience, pubblicato da Routledge nel 2022, e ci auguriamo di vedere presto l’edizione italiana.
Silvia Tosi invece ci presenta l’affasciante lavoro di Vanaja Ammanath V. (2023). Relational Gestalt Therapy in India: A guide to group practice. Il libro, un originale contributo sull’applicazione della terapia della Gestalt relazionale con i gruppi in India, fa parte della collana Gestalt Therapy Book Series, curata dall’Istituto presso la casa editrice Routledge.
Nella sezione Convegni (coordinata da Fabiola Maggio), Federica Sciacca e Michele Cannavò ci raccontano il convengo FISIG, svoltosi a Lecce il 27-30 aprile 2023, dal titolo “Psicoterapia della Gestalt. L’arte di collegare. Clinica, società, ricerca”. Più volte rimandato per la pandemia, finalmente il convegno ha avuto luogo in un’atmosfera di festa, sotto il coordinamento di Alexander Lommatsch.
Nella stessa sezione, Marilena di Pasqua ci racconta “Ascoltare i sogni in una società traumatizzata: l’attività onirica tra post-pandemia e minacce di guerra”, il seminario internazionale di studio con Vittorio Lingiardi, organizzato dall’Istituto di Gestalt HCC Italy a Siracusa, il 9-10 giugno 2023, in concomitanza con le recite classiche al teatro greco.
Infine, Alessandra Merizzi ci racconta “Gestalt Therapy, an Engine of Change”, il convegno della European Association for Gestalt Therapy (EAGT), svoltosi a Madrid il 21-24 settembre 2023.
Chiudiamo il numero commemorando il collega americano Stephen Zahm, morto recentemente di cancro, con le commoventi parole della moglie Eva Gold. Coautore, assieme alla moglie, del libroPsicologia buddhista e psicoterapia della Gestalt integrate:Una via per la cura del nuovo millennio,pubblicato in Italia nella collana di psicoterapia della Gestalt della FrancoAngeli, Steve è stato un esempio di integrità teorica e professionale perfino nella sua morte.
Quest’ultimo brano della rivista ci riconnette al tema della vitalità come essenza dell’esistenza, fino alla morte. Mi auguro che questo numero possa dare speranza e senso a tutti i lettori, affinché con il loro lavoro di cura possano trovare sempre, in qualsiasi momento e situazione, il senso della vita in se stessi e sostenerlo nelle persone di cui si prendono cura.
Margherita Spagnuolo Lobb,
Dicembre 2023