Si è svolto a Siracusa il 15 e il 16 giugno il corso professionalizzante “La gestione psicologica degli eventi critici. Psicologia dell’Emergenza secondo il modello gestaltico” condotto dal dott. Antonio Roberto Cascio. Il workshop, che ha registrato il pieno dei partecipanti, ha proposto la specificità che la psicoterapia della Gestalt possiede nel campo dell’emergenza, dando strumenti di lettura e di intervento psicologico in caso di incidente critico nella vita personale o professionale.
Eventi critici improvvisi di qualsiasi origine costituiscono un dato esistenziale con il quale l’essere umano è chiamato a confrontarsi più volte nell’arco della vita. Queste esperienze modificano il modo in cui gli individui rappresentano il mondo, pensano le relazioni, o anche i criteri etici.
A questo punto è fondamentale che si attivino le capacità di resilienza dell’essere umano ed il mantenimento, che come specie vivente gli appartiene, della sua forte vocazione verso il futuro, verso il passo successivo. In contrasto con la possibilità di restare distrutti dall’essersi confrontati con qualcosa di molto grave e pericoloso, si possono invece sviluppare risorse insperate: il contatto con gli uomini e con l’ambiente può diventare più maturo, meno ingenuo, più autentico, in quanto si è preso atto di quella condizione di emergenza sulla quale, per il fatto stesso di esistere, si è costantemente “affacciati”. L’evento critico, a questo punto, può trovare un senso, un posto nelle tappe dello sviluppo e della crescita psicologica.
Iniziare a trovare forma e senso dopo averne sperimentato il contrario: come la Gestalt sostiene l’emergenza.
Antonio Cascio
La vita e la morte che s’intrecciano in un’armonica danza, dove nell’immaginario della relazione tra l’io e il tu andato, nasce un contatto artistico sensorialmente raffinato.
Respirando la vita ho scritto: “Morire saziato di vita morire e chiudere con dignità.
Vivere per poi morire piacevolmente di aver vissuto
Quante volte si muore al giorno
Solo nei sogni infantili puoi provare il piacere magico
e morire di ricordi”.
Continuo a pensare che la cultura della relazione, sia un toccasana.
Ringrazio Antonio, il didatta, così tranquillo e caldo, un affettuoso abbraccio a tutto il gruppo.
Paola D’Apice