Il buon contatto e la fatica della posizione mediana
con Antonio Roberto Cascio
16/10/2014, Catania
La realtà contattata non è
un immutabile stato di cose ‘oggettivo’ di cui ci si appropria,
ma una potenzialità che nel contatto diventa reale
Teoria e pratica della Terapia della Gestalt.
Perls, Hefferline e Goodman, 1997, p.182
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L’individuo esprime la sua spontaneità nel contatto con l’ambiente, il suo crescere in esso in modo pieno e creativo, sfuggendo alla ‘fissità e immutabilità’ della nevrosi, per perseguire l’intenzionalità di contatto – inteso come “movimento verso” – e il rilassamento, condizione propria di un contatto significativo e nutriente con l’ambiente.
Il sé gestaltico è un sè ‘impegnato nella situazione’ ovvero un sé che non è preso da altro se non da ciò che è in rapporto con la propria esperienza della situazione. Nel momento in cui il sé si lascia andare al rischio della relazione, esso rinuncia creativamente a qualsiasi desiderio di controllo sulla situazione relazionale, consentendo in tal modo lo spontaneo fluire del processo in atto.
Una relazione è sana e creativa nella misura in cui dà vita a nuove forme. Ciò implica la disponibilità a stare con i sensi aperti in una posizione di mezzo, a dimorare al confine di contatto accettando il rischio di oltrepassare le certezze e le verità esistenti prima dell’incontro con l’altro.
Conduce il seminario il Dr. Antonio Cascio, Psicologo – Psicoterapeuta, didatta Istituto di Gestalt HCC Italy, Dirigente Psicologo presso l’ASP di Ragusa, è abilitato alla Direzione di Strutture Complesse in ambito sanitario. Membro del Coordinamento Nazionale degli Psicologi del Corpo