Da dove nasce il senso di efficacia quando ci si prende cura degli altri?

Le scienze umane aiutano a recuperare la spontaneità di tendere verso il mondo e l’altro. La fiducia nell’altro e nella possibilità di essere efficaci con lui nasce dalla determinazione, tipica dell’essere umano, a trasformare il dolore in bellezza; è un atteggiamento attivo, trasformativo, non una passiva acquisizione di dogmi (o di lauree). Per aiutare l’altro occorre trascendere se stessi: mettere le proprie esigenze e progetti nello sfondo per occuparsi di quella meravigliosa “parentesi” che è il non sé, e gettarsi nel mondo con il proprio canto, la propria danza, facendo ad esso dono di sé.
E nel canto dell’altro c’è sia il dolore che il desiderio di superarlo, c’è una modalità armonica, una gestalt vibrante e comunicativa.
Perché tutto il dolore delle persone di cui ci prendiamo cura non sia invano, impariamo a conoscere noi stessi così pienamente da poterci trascendere per aprirci alla bellezza del loro dolore, a ricostruire la trama della loro vita, il senso di sé che deriva dal riconoscersi con un corpo sensibile come cittadino di un luogo.
Margherita Spagnuolo Lobb
(Tratto da: “Cammino”, 25 giugno 2015)

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