Afferrare l’altro*.
Intervista a Vittorio Gallese**
Pietro A. Cavaleri***
Tratto da Quaderni di Gestalt n.2011-2 (per info ed abbonamenti clicca qui)
Riassunto dell’articolo
Vedere è attivare la via visiva, ma guardare vuol dire “afferrare l’altro”, mettersi in un rapporto di apertura nei confronti dell’altro. Vediamo non solo con la vista, ma anche con il tatto, con l’udito, con l’azione. L’isomorfismo non è la riproduzione di una struttura, ma è “l’afferramento” di un corpo che si emoziona. L’emozione si è evoluta come uno strumento di negoziazione interpersonale. Emozionarsi non è solo sentirsi, ma sentire nell’esprimersi. Occorre guardare all’uomo partendo non dal cervello, ma dalla persona. L’identità è un processo di co-costruzione in cui l’altro gioca un ruolo fondamentale. Se l’altro manca, sono mutilate le potenzialità di individuazione di ognuno.
Parole-chiave: guardare, afferrare, sentire, esprimersi, emozione, persona.
* L’intervista è stata trascritta dalla dott.ssa Maria Angela Corriero, e approvata dal professore Gallese.
**Professore ordinario di Fisiologia e coordinatore del Dottorato di Ricerca in Neuroscienze dell’Università di Parma. Neuroscienziato, tra i suoi contributi principali vi è la scoperta assieme ai colleghi del gruppo di Parma dei neuroni specchio, e l’elaborazione di un modello neuroscientifico dell’intersoggettività. Ha vinto il Premio Grawemeyer perla Psicologia per l’anno 2007 ed ha ricevuto il Doctor Honoris Causa dall’Università Cattolica di Lovanio.
***Psicologo e psicoterapeuta della Gestalt, didatta dell’Istituto di Gestalt HCC Italy. Insegna psicologia clinica pressola LUMSA, sede di Caltanissetta.