La costante perdita di punti di riferimento tipica della società post-moderna fa del trauma, come viene percepito oggi, non più un evento drammatico e circoscritto, ma una condizione stabile e durevole. Nella società liquida l’eccitazione del bambino non ha più contenimento relazionale e la desensibilizzazione appare una risposta adattiva del confine di contatto ad un trauma permanente. L’uomo contemporaneo esprime un forte bisogno di appartenenza in assenza del necessario radicamento nella relazione.
La spinta verso l’autonomia, deprivata di un adeguato e fondativo radicamento nell’altro, lascia incompleta e aperta l’intenzionalità di contatto che cerca, invano, contenimento relazionale. Nell’esperienza addictive il bisogno di appartenenza intima, in assenza di un altro, può essere soddisfatto manipolando la biochimica del legame e dell’attaccamento.
Giancarlo Pintus
da: “Processi neurobiologici e riconoscimento terapeutico nell’esperienza addictive”. In Quaderni di Gestalt N.2015/1 La psicopatologia nella clinica gestaltica – parte seconda