In questi mesi di lotta contro il Coronavirus, l’Istituto di Gestalt HCC Italy ha organizzato diversi appuntamenti di riflessione per approfondire ed esplorare la nuova avventura in cui siamo tutti impegnati: lo spazio virtuale. Il 22 Aprile, il webinar su “Psicoterapia on-line: nuove possibilità e adattamenti creativi”, ha visto la direttrice dell’Istituto Margherita Spagnuolo Lobb e Paolo Migone, psichiatra e psicoterapeuta da tanti anni impegnato rispetto la tematica, portare la loro esperienza del setting online, nell’impresa di mantenere il più possibile la nostra presenza di terapeuti e di garantire l’evoluzione del processo terapeutico, confrontandosi attivamente con i numerosi partecipanti.
Senza dimenticare i bambini, gli adolescenti e i gruppi, i relatori hanno focalizzato la loro attenzione sulla trasformazione che sta vivendo la psicoterapia, come funzione che necessita di un contenitore ad oggi modificato dalla presenza di uno schermo, ma non per questo meno efficace.
La storia stessa della psicoterapia, dapprima scettica e critica verso altre modalità che non fossero la presenza vis-à-vis, restituisce dignità all’incontro unico tra paziente e terapeuta. La psicoterapia della Gestalt, in un’ottica fenomenologica, estetica e di campo, permette di guardare all’esperienza terapeutica attuale come inevitabilmente diversa, ma non necessariamente più povera: nonostante manchi la presenza corporea e possa rafforzarsi la tristezza legata alla distanza sociale, si rende ancora più chiara la capacità di resilienza di paziente e terapeuta, entrambi costretti ad adattarsi in un nuovo modo che influenza la loro “danza”.
L’intervento online dettato dalla necessità che impone la pandemia è – in realtà – la psicoterapia del futuro, un’opportunità di prevedere la nuova “normalità” che ci aspetta e della quale non si può non tenere conto. Le tecniche gestaltiche classiche ad oggi si rivelano preziose per riconoscere il movimento intenzionale del paziente, offrendo delle alternative attraverso le quali anche un abbraccio ad un cuscino può dare senso e permettere l’espressione del vissuto.
La sfida più profonda diviene allora il recupero dell’umiltà stessa del terapeuta, del senso del limite, uscendo dalla paura di non essere “bravi”, stando con il paziente nella funzione di cura, che implica anche potere sbagliare, per poi riparare ai propri errori, nell’etica dello stare con l’altro.
La professione dello psicoterapeuta diviene quindi cruciale in un futuro che è già presente: per incontrarci come esseri umani, abbiamo bisogno di ascoltare le nostre paure per ritrovare il coraggio di stendere nuovamente la mano verso l’altro senza timore.
I webinar dell’Istituto continuano…ci vediamo il 15-16 maggio per un incontro virtuale con dodici rilevanti psicoterapeuti e didatti, italiani e americani. Tutti i dettagli in questo link