25 Giugno a Caltanissetta. Seminario in contatto…

Affettività, sessualità e relazionalità in psicoterapia della Gestalt
con Salvo Libranti e Graziella Parisi.

Il seminario offre la possibilità di una riflessione, tra teoria e momenti esperenziali, sulla tematica delle relazioni affettive e sulla sessualità secondo il modello della psicoterapia della Gestalt..Viviamo sempre più in contesti relazionali dove il vissuto di ” fretta” e il “non ho tempo” sono fautori di relazioni mute, immaginarie, virtuali e liquide. Dare spazio, tempo e respiro all’esperienza del “contatto”, risvegliare i sensi nell’esperienza della relazione con l’altro nel tempo presente, costituiscono il ground e la matrice di verità, sia a livello relazionale che identitario, dell’esperienza affettiva e sessuale.
I conduttori si avvarranno di brani di letteratura, di film, video e canzoni proponendo ai partecipanti “un’esperienza incarnata” delle parole della nostra teoria.
Ci si ri-conosce nel contatto con l’Altro, il sé è un processo di contatto che si forma al confine. Il blocco del processo corporeo implica una riduzione o perdita della sensibilità (essere presenti con i sensi) e dunque una capacità ridotta di sintonizzarsi con l’Altro.
M. Spagnuolo Lobb
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26 Giugno, Palermo: Seminario gratuito " In contatto…con la Gestalt"

Quanto sento di valere? Ho fiducia in me?
Una lettura dell’autostima in termini gestaltici 

con Silvia Tinaglia


Come definire l’Autostima? Potremmo iniziare col dire che pensiamo ad essa quando percepiamo dentro di noi un giudizio, una valutazione che si riflette sulla nostra intimità e ci parla del nostro ‘peso’ nel mondo, in modo globale e intuitivo, a volte molto chiaro, altre più indiretto. Si tratta di una presenza interiore in certi casi scomoda, che siamo portati a pensare appartenga unicamente al nostro intimo.
Ma sarà davvero così, è una questione così strettamente personale? D’altronde, cosa può influire sul nostro pensiero di noi? …Ammesso che il termine ‘pensiero’ possa essere esaustivo in proposito.
I fondatori della Psicoterapia della Gestalt ci forniscono questa indicazione:
“Il senso del proprio valore viene dato solo tramite la propria adeguatezza in un’attività che si sta svolgendo oppure nel rilassamento che avviene dopo aver portato a termine una determinata situazione” (Perls, Hefferline, Goodman, 1997, pp. 99-100).
Questi ed altri interrogativi ci aiuteranno ad avviare insieme riflessioni ‘gestaltiche’ sul tema. Vi aspettiamo!
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20-21 Giugno a Palermo Corso di formazione con crediti ECM. Apprendere per Relazionarsi o Relazionarsi per Apprendere? Disturbi specifici dell'apprendimento e psicoterapia della Gestalt con M.Borghetto e I.Benedetti

Michele Borghetto e Ilaria Benedetti, offrono uno spaccato del loro approccio ai Disturbi Specifici dell’Apprendimento, evidenziandone la lettura secondo il modello gestaltico.
Come la psicoterapia della Gestalt si accosta al tema dei DSA?
Apprendere appartiene alla relazione in ogni contesto: la coppia, la famiglia, l’ambiente. Le esperienze che facciamo ci formano per la vita, non apprendiamo per andare bene a scuola. La psicoterapia della Gestalt, focalizzando l’attenzione agli aspetti relazionali  e alla dinamica figura-sfondo dell’esperienza, ci consente di capire, la fatica  di apprendere alla luce dello sfondo esistente. La conoscenza della realtà secondo la psicoterapia della Gestalt avviene attraverso un processo di masticazione e destrutturazione di ciò che ci circonda, che può essere così piano piano assimilato e fatto proprio. Allo stesso modo nel contesto scolastico e didattico, apprendere significa masticare, esercitando un continuo adattamento creativo tra sapere, saper essere e saper fare. Il DSA inevitabilmente va ad inficiare la fisiologica assimilazione di una parte dell’esperienza, come anche l’immagine che lo studente inizia a strutturare di sé in un delicato momento di crescita e sviluppo.
A volte la valutazione e la riabilitazione (o potenziamento cognitivo) vengono isolate dall’aspetto della relazione, con una focalizzazione eccessiva sul compito di riabilitare la funzione. Prendersi cura della relazione è danzare tra le pieghe della mente sostenendo la ristrutturazione di uno sfondo in maniera armonica e integrata e permettendo di alternare in figura apprendimento e relazione. La psicoterapia della Gestalt, con la sua attenzione ai processi relazionali offre la possibilità di dare alla funzione compromessa, un supporto ben più ampio del solo intervento sul piano cognitivo. Durante la fase di valutazione si cerca di comprendere quali sono le funzioni compromesse e durante il momento di intervento si cerca di potenziarle, in modo che il bambino o ragazzo sia nella possibilità di affrontare al meglio gli anni successivi di studio.
 
Che ruolo gioca l’esperienza corporea nei DSA?
La definizione di DSA comprende e implica l’aspetto corporeo dell’esperienza. Distinguiamo il disturbo dalla difficoltà di apprendimento proprio perché il primo è definito a livello neuro-biologico. Spesso, nonostante gli sforzi e la fatica, il corpo non fa esattamente ciò che ci si aspetterebbe da lui. Non si riesce a leggere con la facilità e la fluidità del compagno di banco, pur dedicando molto più tempo a fare gli esercizi. La fatica è fisica, tangibile e si risolve in una stanchezza che arriva quasi subito e che non permette di portare a termine il compito. Il DSA è un soggetto in perenne posizione antalgica. Necessita, in buona parte delle situazioni, di continue compensazioni che gli permettano di trovare uno sfondo adeguato affinché la figura possa essere chiara e leggibile. In questo senso, gli strumenti compensativi, hanno la funzione di distinguere ciò che posso imparare da ciò che voglio imparare. Il bambino con DSA attraversa queste difficoltà, vive in maniera incarnata l’esperienza di sbagliare un calcolo o quando non gli entra proprio in testa che quella parola si scrive con la doppia. Spesso nella riabilitazione del deficit o disturbo dell’apprendimento non è adeguatamente attenzionato l’aspetto dell’ansia e della tensione. I ragazzi lo riportano nel setting quando semplicemente dicono “quando mi hanno interrogato sono andato in ansia e ho dimenticato tutto”. Lo sguardo di disapprovazione di un genitore o di una maestra fanno provare tremore nella pancia e bloccano il respiro. Per questo uno dei lavori, tipicamente gestaltici che possiamo fare con i bambini, è di farli respirare quando vanno nel pallone e non sanno più cosa ci devono rispondere!
In quel momento processi astratti di memoria e concretezza del corpo diventano una Gestalt unica e dando spazio alla possibilità di trovare un adattamento creativo. Superare le interruzioni di contatto significa stimolare il cora ggio della convivenza e integrazione tra  aspetti neuro-cognitivi, corporei e relazionali, in un’accettazione e valorizzazione dell’individualità delle proprie risorse e dei propri limiti.
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22 Maggio a Palermo Seminario in contatto Legami e conflitti. Uno sguardo alle dinamiche familiari attraverso la PdG con Viviana Polizzi

Viviana Polizzi (Psicologa, Psicoterapeuta della Gestalt e Didatta dell’Istituto di Gestalt HCC Italy) racconta come la psicoterapia della Gestalt si orienta nella lettura e nel lavoro con le famiglie.
Come la psicoterapia della Gestalt si approccia al tema della famiglia?
La psicoterapia della Gestalt guarda alla famiglia come ad un Organismo unitario in cui, al fine di una sana crescita evolutiva, è importante che ciascuno possa sentirsi in una condizione di benessere. Affinché ciò sia possibile è fondamentale che ciascun componente della famiglia viva con gli altri una relazione sana e funzionale, una possibilità di contatto che da una parte favorisca i cambiamenti evolutivi di ciascun membro e, al contempo,  consenta un accrescimento della relazione familiare stessa, contro ogni forma di cristallizzazione dei legami.
Qual è la peculiarità dell’approccio gestaltico nella terapia familiare?
Il terapeuta della Gestalt legge ogni sintomo che si manifesta all’interno delle relazioni familiari come l’espressione creativa di un malessere che non appartiene esclusivamente alla persona che lo “agisce” ma  che , invece, è portavoce di un malessere di tutta la famiglia.
L’intervento terapeutico può ritenersi valido quando, alla fine del percorso, ciascun componente sente  il proprio cambiamento e di avere conquistato una forma nuova di benessere grazie alla possibilità di avere sperimentato  migliori  modalità relazionali all’interno del proprio nucleo familiare.
 
“la famiglia va intesa come ambiente e luogo in cui i suoi membri, in quanto organismi, imparano modalità di essere-con, in cui l’intenzionalità di raggiungere l’altro può essere vista e apprezzata oppure può essere mortificata, al punto da creare una sofferenza insopportabile, che, sotto certe condizioni porta la famiglia in terapia. A quel punto la famiglia è anche un organismo unico che chiede aiuto all’ambiente andando in terapia, che si mostra al terapeuta nella sua gestalt globale, come una musica stonata che cerca la propria armonia, in modo tale tutti i membri possano suonare la propria musica creando una gestalt familiare armonica”.

Margherita Spagnuolo Lobb

 

Tratto da: Il now for next in Psicoterapia. La psicoterapia della Gestalt raccontata nella società post-moderna, (2011), Franco Angeli Milano.
 

20 Maggio a Caltanissetta: Seminario in contatto La pelle degli psicotici: fragilità e ricchezza con Michele Cannavò

Michele Cannavò (Psichiatra, Psicoterapeuta della Gestalt, Didatta dell’Istituto di Gestalt HCC Italy) ci racconta il suo punto di vista sull’esperienza psicotica.
 In che modo la Psicoterapia della Gestalt legge l’esperienza psicotica?
 
Nell’esperienza psicotica la psicoterapia della Gestalt focalizza l’attenzione e l’intervento al campo fenomenologico-relazionale cogliendo al confine di contatto il dolore e la bellezza di chi confonde mondo interno e mondo esterno.
Come si declina l’intervento terapeutico alle psicosi secondo l’approccio della psicoterapia della Gestalt?
Lo psicoterapeuta della Gestalt lavora sostenendo la possibilità di costruire lo sfondo dei contatti scontati. Il campo relazionale  diventa la “pelle” del paziente, ciò che permette l’emergere di sicurezze esistenziali. Elemento imprescindibile nel lavoro con i pazienti psicotici è la presenza di un setting stabile e definito (comunità terapeutica, equipe, supervisore), necessario a fondare un  ground sicuro e contenitivo. Il lavoro psicoterapico sostiene la creazione di una relazione attenta alle fragilità del paziente e capace di accogliere le verità insite nella sofferenza (crisi, deliri ed allucinazioni) di cui il paziente è portatore.
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Giovedi 8 Maggio Seminario in contatto a Palermo. Il lavoro sui sogni in psicoterapia della Gestalt con Gina Merlo

Concetto fondante dell’ossatura teorico-clinica della psicoterapia della Gestalt è l’esserci in-contatto. Ciò implica il considerare il racconto del sogno in terapia come un evento che accade nell’incontro, al confine di contatto. Il classico lavoro di interpretazione sui sogni da parte del terapeuta cede ill posto ad un’esperienza di crescita co-creata nel qui ed ora della seduta, e rivelatrice della tensione  e dell’intensionalità di contatto di cui ogni sogno è messaggero.
 
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