APRIRSI… PER LA FELICITÀ

«… aprendosi alla relazione con gli altri simili, imparando a guardare verso l’oltre della vita, iniziando a contemplare e a riprodurre le bellezze della natura. È attraverso questi comportamenti che l’uomo ha vinto l’angoscia [di morire o di soffrire] e ha imparato a procurarsi quelle emozioni positive che coincidono con la felicità».

Piero Cavaleri

L'AMORE DELL'ALTRO

«Mi commuovo sempre quando un genitore si rende conto di essere amato dal figlio forse più di quanto lui stesso riesca ad amarlo. Penso che quello è il momento in cui l’universo si svela alla persona: nonostante l’impegno sincero e creativo che ognuno di noi mette nell’esserci–con sia fondamentale per costruire una società attiva e responsabile, renderci conto che non è tutto lì, che l‘altro ci ama più di quanto pensiamo, fa arrendere il nostro io ad una bellezza superiore».

Margherita Spagnuolo Lobb

LA FORMAZIONE GESTALTICA

Lo scopo della formazione psicoterapica gestaltica è duplice: sostenere il desiderio dell’allievo di diventare un professionista della cura dell’anima, e immettere nella società dei professionisti capaci di sostenere la creatività e l’intenzionalità di contatto insite nel disagio relazionale attuale.
L’appartenenza al gruppo di formazione e alla Scuola, che consente la solidità percepita del sé e la tolleranza verso la diversità, è il concetto chiave […]: la formazione in psicoterapia deve garantire l’apertura individuata e creativa alla società. L’autonomia appartenente è il termine che mi sembra più adatto per descrivere sia il senso delle radici solide che, allo stesso tempo, il permesso di creare forme nuove capaci di risolvere problemi concreti della società.

Margherita Spagnuolo Lobb

L’ESPERIENZA CORPOREA IN PSICOTERAPIA

Quando osserviamo ciò che il paziente fa con il corpo, dovremmo mantenere una posizione estetica, “respirare” la sua postura e i suoi movimenti, e lasciare emergere da lì il nostro intervento.
Il contatto terapeutico, ciò che avviene nel “tra”, è fatto da tante sottili sensazioni e aggiustamenti reciproci, che danno al terapeuta (ma anche al paziente) il senso della flessibilità, dell’apertura all’ascolto, della chiarezza di intenti del paziente (e del terapeuta). L’atteggiamento estetico implica il lasciarsi prendere dalla bellezza del “racconto”(verbale e non) del paziente.

Margherita Spagnuolo Lobb

FORMARSI IN PSICOTERAPIA

Oggi è particolarmente importante avere una teoria, una metodologia psicoterapica e un modello di formazione adatti a gestire la fluidità dell’esperienza, per permettere la costruzione di un ground su cui il contattare possa fondarsi.
La psicoterapia si interroga su nuovi modi di curare il disagio psichico, modi che – al di là di codificazioni prestabilite – devono adeguarsi al sentire sociale incerto. Il dialogo terapeutico è così chiamato a viaggiare su codici processuali, più che sul codice verbale, e sulla musica che il terapeuta e il paziente creano, su come riescono a concordare i loro linguaggi, più che sulla comprensione dell’inconscio.
 

Margherita Spagnuolo Lobb

IL LUOGO DEL CONTATTO

Il contatto si forma nel luogo in cui l’io e il tu arrivano ad una nuova verità, una momentanea configurazione armonica che immediatamente lascia il posto ad altre figure. L’abilità di stare nell’inafferrabile equilibrio del momento e di sperimentare l’incertezza della momentanea verità della relazione è una qualità tipica del terapeuta della Gestalt.
Il metodo gestaltico lascia che le cose accadano, una creazione sempre nuova di soluzioni adeguate nel qui ed ora della situazione terapeutica, a condizione che il sé di ogni individuo sia presente al confine di contatto.

Margherita Spagnuolo Lobb

L’ESPERIENZA DEL “TRA”

Coerentemente con il pensiero fenomenologico, la terapia della Gestalt afferma che non possiamo conoscere la ‘realtà’ in se stessa ma soltanto quella parte di essa di cui facciamo esperienza nel qui e ora – in altre parole l’esperienza del contatto e del ritiro dal contatto con l’ambiente.
Per l’epistemologia gestaltica il contatto è un’esperienza di confine in continua evoluzione, che il terapeuta della Gestalt guarda come un processo di intenzionalità relazionale.

Margherita Spagnuolo Lobb

CONTATTO E CAMPO RELAZIONALE

Nel contatto l’organismo si muove verso l’ambiente a partire da un proprio bisogno, coglie e assimila dall’ambiente qualcosa di nuovo e realizza il cambiamento e la crescita. […]
Il concetto di contatto non fa riferimento alla reciprocità dello scambio tra due entità separate (Robine, 2006). Organismo e ambiente costituiscono insieme una totalità indivisibile, definita dagli autori di Teoria e pratica della terapia della Gestalt “campo organismo/ambiente”. Il campo non consiste di due parti, l’organismo e l’ambiente, bensì esiste solo come un tutto. Organismo e ambiente non possono essere considerati come entità separate che interagiscono. Considerati come realtà a sé stanti, costituiscono soltanto delle astrazioni, poiché la realtà primaria è il campo, definito come “un organismo e il suo ambiente”.

Albino Macaluso

COGLIERE IL NOW-FOR-NEXT NEL RACCONTO DEL PAZIENTE

Il racconto è sempre un adattamento creativo in una data situazione, e la situazione è determinata da un io, un tu e un esso (l’oggetto del racconto). Il racconto è dunque la risultante di due coordinate: il tipo di relazione con la persona a cui si racconta (insegnante, amica del cuore, amici, ecc.) e il desiderio, l’intenzione , la tensione che ci fa muovere verso di essa.
Questa pro-tensione verso la creazione del contatto con l’altro è l’anima di quella che potremmo chiamare la resilienza del paziente: qualsiasi ostacolo alla sua realizzazione non bloccherà il processo di contatto, lo renderà meno spontaneo, lo caricherà di ansia, ma non lo depriverà del senso intenzionale.
Margherita Spagnuolo Lobb

L’INCONTRO TERAPEUTICO COME CO-CREAZIONE IMPROVVISATA

Appare chiaro oggi che la cura psicoterapica, perfino quella gestaltica, non può concepire la creatività semplicemente come qualcosa da sostenere nel paziente, e da coltivare nel terapeuta. Si tende piuttosto ad inserirla nel contesto di una co-creazione, in linea con il trend di una cultura che, nel suo complesso, guarda alla natura umana da una prospettiva nuova, ed assume come codice ermeneutico di base i concetti di “relazionalità” e di “relatività”. Se 50 anni fa il movimento New Age proponeva la crescita personale come superamento dell’allora vigente modello culturale autoritario, ed il concetto di creatività veniva letto in termini di realizzazione personale e liberazione da certi schemi culturali, oggi, nella nostra era post-moderna priva di punti di riferimenti stabili o sicuri, il concetto di creatività va necessariamente letto come questione che riguarda la relazione, intesa come unico fenomeno dell’esperienza in cui si possa trovare una verità momentanea.

Margherita Spagnuolo Lobb