Per la psicoterapia della Gestalt l’esperienza corporea è innanzitutto esperienza di movimento-con. Essa è colta nella sua valenza fenomenologica ed estetica, che consente di dare sostegno al movimento come now-for-next.
Nel setting terapeutico, che è il contesto che ci interessa maggiormente, l’esperienza corporea esprime il movimento di integrazione/contatto per cui il paziente chiede aiuto al terapeuta.
Margherita Spagnuolo Lobb
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È morto KEN EVANS. L’Istituto di Gestalt HCC Italy comunica con grande tristezza la perdita del collega
È morto KEN EVANS.
L’Istituto di Gestalt HCC Italy comunica con grande tristezza la perdita del collega, psicoterapeuta della Gestalt inglese che ha significato molto per l’Istituto.
Così lo ricorda Margherita Spagnuolo Lobb.
Ken è stato presidente della EAP (European Association for Psychotherapy), poi presidente della EAGT (European Association for Gestalt Therapy) e di molte altre associazioni. Per il lavoro che ha fatto per la psicoterapia della Gestalt è stato nominato membro onorario della EAGT.
Qualcuno ricorderà il commovente seminario che ha svolto nel nostro Istituto, a Siracusa, diversi anni fa.
La sua carriera è stata brillante, si è occupato di un’ampia gamma di aspetti della psicoterapia e della formazione, dagli standard formativi alla ricerca, ha condotto diversi programmi universitari di psicoterapia, ha dato un contributo notevole alla istituzionalizzazione della formazione alla psicoterapia in Europa.
Ken è stato molte cose importanti, sia a livello di politica della professione che a livello di metodologia formativa, ma soprattutto è stato un amico per me e per molti colleghi, capace di una profonda umanità. La sua frase «non si può uccidere un nemico se lo si guarda negli occhi» continua ad essere per me fonte di grande saggezza.
Con lui abbiamo condiviso momenti di impegno per la professione, di vicinanza umana e di divertimento.
Aveva attraversato con grande coraggio la morte della prima moglie, Mary, per cancro. Era riuscito a dare a quella esperienza il valore di una profonda crescita umana, scrivendo un articolo memorabile nel British Gestalt Journal (tradotto nei Quaderni di Gestalt) “Living with Dying” (Vivere con chi muore). Questa la referenza per chi volesse leggerlo:
Evans K. (2005). Vivere con il morire. In: Quaderni di Gestalt, vol. XXI, 36/41, pp. 67-79. Ed or. Living with Dying, The British Gestalt Journal, IX, 2000, n. 2: 87-97.
Aveva aggredito il dolore con coraggio, diventando subito dopo la morte della moglie, all’età di 54 anni, un paracadutista.
La morte lo ha colto nel sonno, senza dargli la possibilità di salutarci, lasciandoci un patrimonio enorme di umanità e coraggio di vivere.
E’ morto nella notte tra martedì 14 e mercoledì 15 luglio 2015, nella sua casa della Normandia, per un infarto. Non ha avuto coscienza del passaggio.
Aveva trascorso una bella giornata con i nipotini, nella tenuta in cui lui e la moglie Johanna Hewitt Evans da anni amavano coltivare la terra e allevare pecore Suffolk, oltre a dirigere l’Istituto di formazione internazionale da loro fondato, The European Centre for Psychotherapeutic Studies.
E’ per me importante condividere con voi questo passaggio evolutivo della comunità gestaltica, e dare la possibilità di una condivisione a chi ci è vicino.
Margherita Spagnuolo Lobb
Caltanissetta, 17 giugno 2015 Seminari "In Contatto… con la Gestalt" LE FERITE INVISIBILI DEI MIGRANTI con Giuseppe Cannella
«Lo psicoterapeuta svolge una missione sociale e politica quando lavora perché gli individui ritrovino vitalità ispirata, fede divergente e passioni radicate,
superando l’attuale impasse fatto di violenza senza un perché e di un vuoto valoriale
che parte da una fisiologia vissuta senza contenimento»
Margherita Spagnuolo Lobb
Il seminario, che seguirà di pochi giorni il convegno dal titolo “FLUSSI MIGRATORI TRA CLINICA E SOCIETÀ. METAMORFOSI CULTURALE, CONFLITTO E BISOGNO DI RADICAMENTO”, tenuto a Siracusa dall’Istituto di Gestalt il 5 e 6 giugno, intende focalizzarsi sulla narrazione dell’esperienza clinica e umana che Giuseppe Cannella, psichiatra e psicoterapeuta “al fronte”, vive con chi, ferito nel corpo e nell’anima, giunge da migrante nella nostra terra.
La relazione di cura che accoglie questo ALTRO è innanzitutto uno stare con chi arriva da lontano e talora dalle sponde dello stesso mare, fuggendo da guerre, conflitti e povertà, ed offrire uno spazio di umanità in cui narrare il dolore della propria storia e, forse, le speranze del proprio futuro.
Il dr. Giuseppe Cannella, psichiatra e psicoterapeuta della Gestalt, si è formato con i maggiori rappresentanti della psicoterapia della Gestalt: M. Spagnuolo Lobb e G. Salonia, J. Zinker, C.V. Bandin, C. Hodges, J.M. Robine. Ha condotto gruppi per anoressiche e bulimiche presso il Day Hospital dei Disturbi del Comportamento Alimentare del Policlinico Universitario di Catania e, con la supervisione di Raffaele Barone (COIRAG), ha curato per diverse comunità residenziali la costruzione di percorsi terapeutici per soggetti psicotici. Consulente del Centro dietetico e nutrizionale NUTRICARE di Ragusa, opera come psichiatra e psicoterapeuta presso la Comunità CAFEO di Modica e Ragusa e con vittime di torture e trattamenti inumani con l’associazione MEDU(Medici per i diritti umani). Svolge la libera professione a Vittoria, Ragusa e Catania.
25 GIUGNO: Continua il ciclo di supervisioni per gli ex-allievi con l’incontro sul tema “La fenomenologia della violenza nelle relazioni intime: aspetti psico-educativi, clinici e giuridici con R. Militello e M. Smiraglia
In quanto psicoterapeuti, possiamo frequentemente trovarci a dover gestire situazioni difficili di violenza familiare o su minori. Avere nel nostro bagaglio formativo gli strumenti (clinici, psicoeducativi, giuridici) idonei per riuscirci prontamente è fondamentale. Per questo l’Istituto ha pensato agli ex-allievi offrendo un seminario gratuito finalizzato ad integrare le loro conoscenze cliniche con gli ultimi contributi dell’Istituto sul fenomeno.
Vi aspettiamo!
Siracusa, 29 maggio 2015: AUGURI AI NUOVI SPECIALIZZATI!
Il 29 maggio scorso, presso la sede di Siracusa, hanno completato il percorso formativo diventando PSICOTERAPEUTI DELLA GESTALT:
Dott.ssa Federica Marino – Titolo Tesi “Figura e sfondo nella psicoterapia di gruppo: storia di un gruppo di agitatori di sfondo” – Relatore: Dott.ssa Stefania Pagliazzo
Dott. Andrea Assennato – Titolo Tesi “Il sostegno del paziente cardiopatico e il modello gestaltico. L’incontro con l’altro nell’esperienza della malattia” – Relatore: Dott. Pietro Andrea Cavaleri
Dott.ssa Alessandra Roccasalva – Titolo Tesi “Mamme che Nascono-Un Abbraccio che Contiene. Il Sostegno alla Genitorialità in una prospettiva Gestaltica” – Relatore: Dott.ssa Antonella Tavera
Dott. Salvatore Greco – Titolo Tesi “Estetica e co-creazione” – Relatore: Dott.ssa Margherita Spagnuolo Lobb
Ai nuovi psicoterapeuti della Gestalt un sentito augurio di buona vita e di un grande successo professionale!
Seminari "In Contatto… con la Gestalt" L’AMORE IN PSICOTERAPIA DELLA GESTALT
Catania, 9 giugno 2015
Seminari “In Contatto… con la Gestalt”
L’AMORE IN PSICOTERAPIA DELLA GESTALT
con Giuseppe Sampognaro
Il primo seminario 2015 “In Contatto… con la Gestalt” a Catania è stato un incontro molto intenso e partecipato, in cui Giuseppe Sampognaro ha approfondito la specificità del modello gestaltico sul processo di innamoramento, che fa della relazione autentica il punto di approdo di ogni processo di cura.
Silvia Alaimo
SECONDO GIORNO DEL CONVEGNO FLUSSI MIGRATORI TRA CLINICA E SOCIETÀ. METAMORFOSI CULTURALE, CONFLITTO E BISOGNO DI RADICAMENTO.
La seconda giornata del convegno si articola in maniera dinamica, dopo i saluti in apertura di Fulvio Giardina, presidente dell’Ordine Nazionale degli Psicologi, con approfondimenti clinici forniti dai relatori.
Michela Gecele, chair della giornata, introduce il lavoro di Piero Coppo, che presenta la prima relazione su “la clinica degli attaccamenti”. Portando esperienze e ricerche, collega la formazione degli operatori al contesto culturale e politico in cui siamo inseriti. Termina con una toccante narrazione di un caso clinico: una declinazione esemplare dell’approccio etnopsichiatrico all’interno della stanza di terapia, che diviene luogo di integrazione tra dimensioni personale, neurofisiologico e culturale.
Margherita Spagnuolo Lobb presenta il suo attualissimo lavoro sui “foreign fighters”, fenomeno di “migrazione al contrario” dei giovani occidentali che si arruolano come guerrieri o martiri del mondo islamico. Presentando una panoramica sull’evoluzione del sentire sociale e sui suoi risvolti nel lavoro terapeutico, propone al pubblico un’emozionante esperienza di connessione tra sentire corporeo e senso di radicamento nella relazione. Esplicita infine la necessità sociale di riconoscere la bellezza celata nella goffaggine degli adolescenti di oggi.
Santo Di Nuovo, con l’atteggiamento brioso che lo caratterizza, mette in evidenza la scottante questione dell’accoglienza del diverso nelle dinamiche identitarie, sottolineando che siamo ancora in tempo per favorire un cambiamento culturale nella psiche dei giovani di oggi.
Daniele La Barbera espone la sua interessante relazione su come fare psicoterapia nella nostra epoca post-moderna, digitalizzata, che ha portato a ciò che Lyotard definisce il collasso della narrazione. Oggi, infatti emergono una serie di “normopatie” in tutte le fasce d’età, legate ad una dipendenza dal virtuale, che svela la condizione di solitudine che le persone vivono.
Antonio Roberto Cascio collega il tema delle emergenze alla teoria della psicoterapia della Gestalt, riprendendo testualmente l’opera di Goodman. Nella nostra società, afferma, occorre ridefinire il concetto di sicurezza poiché esistono eventi storico-cosmici che interferiscono con questa dimensione utopica che si è sviluppata nella classe medio borghese, come dice Baumann. Ecco che allora educarci al rischio ed alla sconfitta come terapeuti significa tenere viva la fiducia nella relazione, nonostante il fallimento delle precedenti, da parte di chi si rivolge a noi.
Laura Deotti, coordinatrice del Team MEDU (medici per i diritti umani), espone la sua toccante testimonianza nell’accoglienza ai migranti, dando voce alle loro emozioni e al loro vissuto di terrore.
Il convegno si conclude con una tavola rotonda dei relatori, coordinata da Margherita Spagnuolo Lobb, che chiede a loro e al pubblico: come ci sentiamo trasformati da questo convegno? Al senso di impotenza, angoscia, rabbia suscitato dalle condizioni disumane di questo esodo dalle popolazioni africane, fa eco la certezza di un valore fondamentale che sta emergendo nella nostra società: la consapevolezza del nostro limite umano e politico e della fragilità del sentire sociale dell’occidente. Stiamo vivendo un’occasione di ristrutturazione delle nostre percezioni, in cui le culture altre sostengono nuove possibilità più che rappresentare una minaccia. Guardare lo straniero con un senso di apertura al nuovo significa superare la società narcisistica, ormai obsoleta. Silvia Alaimo, allieva-didatta 1°anno, Siracusa
La co-creazione del ground come radicamento
Ciò che manca nella nostra società è la capacità di stare nella relazione cominciando dal contenimento del caos iniziale, il che consentirebbe agli individui di sperimentare quel senso di sicurezza scontata che proviene dalla presenza “ovvia” dell’altro significativo e da cui può emergere la differenziazione di sé. Manca il ground relazionale su cui l’esperienza della novità può poggiarsi. Occorre supportare l’esperienza dell’emozione aggressiva con un ground relazionale, in modo che possa condurre al contatto con l’altro piuttosto che alla sua distruzione indiscriminata. Senza il senso di solidità del ground, la figura non può formarsi con chiarezza.
Margherita Spagnuolo Lobb
Milano, 22 maggio 2015. Seminario gratuito: SPIRITUALITÀ E SOCIETÀ POST-MODERNA
Seminari “In Contatto… con la Gestalt”
SPIRITUALITÀ E SOCIETÀ POST-MODERNA
Margherita Spagnuolo Lobb dialoga con Don Carlo e Suor Maria Chiara
Il seminario rappresenta l’ultimo di tre incontri, tenuti dall’inizio del 2015 nella sede di Milano, riguardanti il modo in cui si intrecciano creatività e appartenenza nella quotidianità della nostra epoca liquida.
Il 13 febbraio scorso abbiamo ascoltato il dialogo tra Gianni Francesetti e Luisella Imparato su La polis: le nuove appartenenze informali, scoprendo come le reti sociali informali possono prendere creativamente forma nella pòlis per diventare e inventare nuove appartenenze;
il 10 aprile, invece, Piero Cavaleri ha dialogato con Settimo Catalano su La scuola: imparare ad appartenere e abbiamo visto come è possibile nutrire la creatività all’interno di una istituzione rigida come la scuola, perché possa essere sentita un’appartenenza vitale che sostiene la crescita.
Seminari "In Contatto… con la Gestalt" PRENDO IL CORPO IN PAROLA. L’ESPERIENZA CORPOREA E LA SCRITTURA CREATIVA IN PSICOTERAPIA DELLA GESTALT
99Secondo la visione della psicoterapia della Gestalt, vissuto corporeo e modalità relazionali della persona si integrano profondamente. Il corpo reca con sé la storia delle relazioni vissute in precedenza e manifesta, a partire dai processi sensoriali, le intenzionalità di contatto con l’ambiente. Nell’approccio fenomenologico anche la parola nasce dal corpo, al confine di contatto, e può costituire uno spazio per esprimere più ampiamente le potenzialità creative e la capacità integratrice del corpo stesso.