Tra identità e storia
Separazione e crescita
La nostra vita inizia e finisce con una separazione e ogni cambiamento, ogni crescita implica un processo di separazione. Nel quotidiano della nostra cultura la parola separazione può fare paura. Quando la perdita e il vuoto relazionale sono la figura, la separazione è lancinante. Ma quando la novità e l’eccitazione cominciano ad emergere come figura, la separazione può essere opportunità e possibilità di crescita e può costituire lo sfondo di una spinta verso il futuro, nella naturalezza evolutiva della differenziazione nel e del campo.
Margherita Spagnuolo Lobb
Una pensiero per il 2013 dalla Redazione di Quaderni di Gestalt
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Questo bagnarsi nel mare della destrutturazione di sè
Bagnarsi nel mare della destrutturazione di sé, sotto l’occhio vigile di chi si prende cura (didatti, allievi didatti e psicoterapeuti), garantisce la trasformazione dell’allievo da portatore di una vocazione a operatore di benessere sociale.
È l’immedesimarsi nella propria esistenza difficile e creativa che consente di risensibilizzare il confine di contatto e aprirsi a consapevolezze prima negate. È la fiducia che questo sentire, anche se a volte doloroso, porterà a nuove forme percettive più illuminate che rende l’allievo portatore di benessere sociale, ossia di tolleranza e sensibilità, e di capacità di discriminare sé dall’altro, di rendersi autonomo dalle attese dipendenti, fino ad arrivare a vedere sé e l’altro con “amore”.
Margherita Spagnuolo Lobb
Tra teoria e arte terapeutica
Occorre innamorarsi di una teoria per imparare bene il mestiere, per sperimentare la validità della teoria, che riesce ad essere utile nella pratica.
La teoria è una mappa che ci orienta in un territorio condiviso, che è la sofferenza e la bellezza delle relazioni umane.
Lo specifico della psicoterapia della Gestalt è l’attenzione all’intenzionalità di contatto del paziente, e al suo sostegno nel contatto co-creato da paziente e terapeuta.
L’arte che è richiesta non è facile e non può essere data per scontata: va rinnovata continuamente, perché ha a che fare con la continua scoperta di sé come terapeuta e del paziente come “altro”, nella meraviglia del suo amore per le persone per lui significative, al di là delle ferite.
Margherita Spagnuolo Lobb
Tra desiderio e rischio
Ciò che muove la dinamica di coppia è l’intenzione di “mostrarsi-a / vedere” l’altro nella nudità dell’esperienza immediata, è il bisogno di intimità come voglia di sentirsi a casa, come il rilassamento che prova il bambino accolto tra le braccia della madre, come l’esperienza di riconoscimento che il viandante prova nel corpo e nell’anima quando finalmente ritorna nel luogo della casa. L’altro è desiderato come un corpo che accoglie, riparo contro le intemperie, il mondo in cui è possibile parlare la propria lingua.
Questo desiderio è intriso delle paure che l’altro non sia lì dove vogliamo trovarlo, che l’altro sia altrove. Così l’esperienza dell’altro, al di là del momento dell’innamoramento che per definizione è cieco, è anche sentita come rischio che il desiderio di intimità sia frustrato, l’altro è anche l’esperienza dello straniero che non capisce, delle braccia insicure che mantengono il nostro corpo all’erta, della casa rumorosa in cui non è possibile riposare.
Riconoscere l’esperienza dell’altro nella sua diversità e nello stesso tempo nel suo intreccio con le nostre paure porta alla percezione differenziata dell’altro, e aiuta i partner a raggiungersi. Il senso del rischio legato alle paure più profonde è ciò che consente di raggiungere la desiderata e autentica intimità con l’altro.
Margherita Spagnuolo Lobb
"Sono, dunque penso"
La vita ogni volta si rivela a noi come sequenza di immagini, di percezioni, di esperienze sensoriali, prima di strutturarsi in sofisticati processi cognitivi e in complesse categorie concettuali.
Sono un corpo, sono un flusso di percezioni, di sensazioni, di sentimenti e di emozioni, dunque tutto ciò diventa “materiale” oggetto del mio pensiero e rende possibile il mio stesso pensare.
Piero Cavaleri