Dall'incontro "E-mozione: la passione". Margherita Spagnuolo Lobb intervistata da Stefania Benini – Milano, 19 Aprile 2013

Venerdì 19 Aprile 2013, presso la sede di Milano, si è svolto il 3° incontro degli eventi “In contatto con la Gestalt”. Il ciclo di serate di quest’anno è dedicato alle “E-mozioni”, intese come movimenti verso, esperienze al confine di contatto, nell’incontro con l’ambiente, all’interno di un campo relazionale co-costruito: da esperienze interne originate da fattori esterni, a esperienze che avvengono in un campo fenomenologico. La serata di venerdì si è focalizzata sulla passione, Stefania Benini ha intervistato Margherita Spagnuolo Lobb.
Con un interlocutore così fortemente impegnato, non potevamo non partire dalla sua presentazione professionale e dal chiedere di parlare del suo lavoro che è proprio la storia di una passione. Una passione sostenuta negli anni dall’impegno e da sacrifici, già all’inizio non sentiti come rinunce, ma come esperienze fondamentali per seguire il sogno di diventare Psicoterapeuta della Gestalt.
L’elemento di novità nell’esplorare un tema così vasto e complesso, è stato l’accento messo da Margherita sull’aspetto del coraggio, il coraggio di trascendere se stessi: subito in primo piano l’aspetto relazionale, la passione viene strettamente collegata ad una energia che ci porta verso l’altro.
Abbiamo cercato di capire cosa contraddistingue una passione vera, sostenuta e durevole, da una passione momentanea, fulminea ed evanescente; sono state fatte connessioni con il mondo degli artisti, degli adulti, degli adolescenti.
Inevitabilmente l’attenzione è ricaduta anche sulla passione amorosa, tema oggi molto attuale purtroppo anche per i fatti di cronaca che vedono un aumento esponenziale di violenza legata alla coppia (un tempo si parlava anche di “delitto passionale”).
Ma quello che in questi casi viene chiamata passione è in realtà un’esperienza di confluenza, una difficoltà a lasciar libero l’altro di crescere.
L’esperienza dell’altro che diventa uguale a me fa provare emozioni forti che a volte si possono  erroneamente chiamare passione; a questo fagocitare l’altro, a questa confluenza manca però quell’ingrediente di fondo della passione è cioè la capacità di vedere l’altro, la capacità di trascendere sé stessi.
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