Definizione Egotismo

In inglese Egotism

Dal latino ego=io

“L’egotismo è l’interruzione di contatto che la funzione-io sviluppa nella fase finale, nel momento culminante dell’esperienza di contatto.

Accade quando dovrebbe esserci uno scambio tra l’organismo e l’ambiente e tutte le capacità volitive dovrebbero essere rilassate. Invece l’io mantiene il controllo, evitando così di farsi sconvolgere dalla novità ambientale. La persona è consapevole di tutto e spesso ha qualcosa da dire su tutto” (Spagnuolo Lobb, 2011, pag. 86)

“in modo da assicurarsi che le possibilità dello sfondo siano realmente esaurite – che non c’è nessuna minaccia di pericolo o di sorpresa – prima che si [dis]impegni” (Perls, Hefferline e Goodman, 1997, p. 261).

“L’egotismo, allora, ha a che fare con il non lasciarsi andare all’ambiente o con il non affidarsi alla novità vitale contenuta nell’ambiente” (Spagnuolo Lobb, 2011, pag. 86).

“Nel senso nevrotico, l’egotismo è un tipo di confluenza con la consapevolezza deliberata e un tentato annientamento dell’elemento incontrollabile e sorprendente. […] L’esempio tipico di ciò è il tentativo di mantenere l’erezione e impedire lo sviluppo spontaneo dell’orgasmo. Grazie a questo mezzo l’individuo dà prova della sua potenza, del fatto che egli ‘può’, ed ottiene una soddisfazione vanitosa. Ma in realtà egli cerca di tener lontana la confusione, l’essere abbandonato. Egli evita le sorprese provenienti dall’ambiente (paura della competizione) cercando di isolare se stesso come l’unica realtà: egli fa ciò ‘assumendo’ l’ambiente e facendolo proprio. […] Così col tempo, dal momento che egli impedisce all’esperienza di essere nuova, si annoia e diviene solitario” (Perls, Hefferline e Goodman, 1997, pp. 261-262).

Nella recente prospettiva dello sviluppo polifonico dei domini, teorizzato da Margherita Spagnuolo Lobb, la modalità dell’egotismo, “la capacità di essere orgogliosi di essere se stessi” (Spagnuolo Lobb, 2012, p. 45) è considerata un dominio, “definito in psicoterapia della Gestalt come un’area di processi e competenze per il contatto, che appartiene allo sfondo dell’esperienza, e che è pronto a diventare figura in certi momenti, e ad interagire con altre capacità, o domini. […] si riferisce a competenze chiaramente differenziate, che hanno uno sviluppo proprio durante tutto l’arco della vita, e che interagiscono reciprocamente dando origine all’armonia (potremmo anche dire alla gestalt) della competenza attuale della persona” (ibidem, p. 34).

Nell’egotismo, “il bambino che afferra il cucchiaio con il cibo che la madre sta cercando di dargli e vuole fare da solo, prende energia nel creare una figura definita di sé, a scapito dell’ambiente […]. Questa modalità di contatto sta alla base dell’autonomia, della capacità di trovare una strategia nelle situazioni difficili e di offrirsi al mondo con la propria individualità. Si sviluppa nel corso di tutta la vita e il rischio di un confine di contatto desensibilizzato sta nella possibilità che […] la percezione di se stessi di fronte all’ambiente incorra in un sentimento di noia e di vuoto (la figura è una ripetizione compulsiva), cosicché il bisogno di controllarsi prende il sopravvento sulla naturale spontaneità dell’essere” (ibidem, p. 45).

“Per evitare l’ansia, ciò che [si] fa è stabilire un contatto attraverso stili di interruzione o resistenza alla spontaneità, come l’Egotismo: il contatto con l’ambiente avviene ma finisce troppo presto, prima che la novità portata dall’ambiente venga contattata e assimilata” (Spagnuolo Lobb, 2011, pp. 84-85).

Bibliografia

Perls F., Hefferline R.F., Goodman P. (1997). Teoria e pratica della terapia della Gestalt. Vitalità e accrescimento nella personalità umana, Roma: Astrolabio.

Spagnuolo Lobb M. (2011). Il now-for-next in psicoterapia. La psicoterapia della Gestalt raccontata nella società post-moderna, Milano: Franco Angeli.

Spagnuolo Lobb M. (2012). Lo sviluppo polifonico dei domini. Verso una prospettiva evolutiva della psicoterapia della Gestalt, Quaderni di Gestalt vol. XXV n. 2012/2, Milano: Franco Angeli.

Hanno contribuito alla redazione della voce:
Resp. di redazione – Silvia Tinaglia
Collaboratori (in ordine cronologico) – Annalisa Molfese, Anna Castro, Matteo Romano