“La crescita rappresenta la funzione del confine di contatto nel campo organismo/ambiente. […] La psicologia è la scienza che studia gli adattamenti creativi. L’oggetto della sua ricerca è costituito infatti da quell’incessante alternarsi di novità e routine, che dà origine al processo di assimilazione e di crescita. […] Il contatto, ovverosia quel processo che dà adito all’assimilazione e quindi alla crescita, consiste nel lento costituirsi di una figura prevalente su uno sfondo, o contesto, del campo organismo/ambiente” (Perls, Hefferline e Goodman, 1997, p.41).
“A crescere è l’organismo e non il sé. Descriviamo la crescita nel modo seguente: 1) Dopo il contatto c’è un flusso di energia, che aggiunge all’energia dell’organismo gli elementi nuovi assimilati dall’ambiente. 2) La linea di demarcazione del contatto che è stata ‘abbattuta’ adesso si riforma e comprende sia la nuova energia sia l’‘organo della seconda natura’. 3) Il materiale assimilato adesso fa parte dell’autoregolazione fisiologica. 4) La linea di demarcazione del contatto si trova adesso fuori dell’apprendimento assimilato, dell’abitudine, della risposta condizionata, etc.” (ibidem, p. 234).
“Nella terapia della Gestalt abbiamo un fine estremamente specifico, lo stesso fine che almeno verbalmente esiste in altre forme di terapia, in altre forme di scoperta della vita. Questo scopo è quello di maturare, di crescere” (Perls, 1982, p. 34). “E lo scopo della terapia, lo scopo di crescita, è quello di perdere una parte sempre maggiore della ‘testa’, e di riprendere una parte sempre maggiore dei sensi; di essere sempre più in contatto, di essere in contatto con se stessi e in contatto con il mondo, invece di essere in contatto solo con le fantasie, con i propri pregiudizi, con le proprie apprensioni, e via dicendo” (ibidem, p. 58).
“Nel processo di crescita ci sono due possibilità di scelta, o il bambino cresce imparando a superare le frustrazioni, o viene viziato. Può essere viziato dai genitori che rispondono a tutte le domande, in modo giusto o sbagliato. Può essere viziato dal fatto di ottenere immediatamente tutto quello che vuole… dato che il bambino ‘deve avere tutto quello che suo padre non ha mai avuto’, oppure perché i genitori non sanno come si fa a frustrare i bambini… non sanno come usare la frustrazione” (ibidem, p. 40).
“La crescita psicologica di ogni essere umano ruota attorno all’esperienza emotiva dell’appartenenza e della individuazione. Egli ha bisogno di appartenere a ‘qualcuno’ e ad un contesto relazionale significativo nella stessa misura in cui avverte irrefrenabile il bisogno di differenziarsene. È solo in una relazione capace di ‘riconoscere’ entrambe le istanze che risulta possibile il superamento del conflitto e della dicotomia” (Cavaleri, 2007, p. 41).
Bibliografia
Cavaleri P.A. (2007). Vivere con l’altro. Per una cultura della relazione, Roma: Città Nuova.
Perls F. (1982). La terapia gestaltica parola per parola, Roma: Astrolabio.
Perls F., Hefferline R.F., Goodman P. (1997). Teoria e pratica della terapia della gestalt. Vitalità e accrescimento nella personalità umana, Roma: Astrolabio.