L’esperienza corporea si costituisce […] attraverso la sensazione di essere riconosciuti e contenuti dall’altro e la sensazione di essere liberi di muoversi nel mondo.
Ai due sostegni fondamentali suddetti sono legate le varie forme di sofferenza dell’espressione corporea.
Senza le informazioni che la base sensoriale fornisce al confine di contatto, i significati che creiamo e le azioni che intraprendiamo sono scollegati dal nostro esser-ci e dall’intenzionalità di contatto. In questo caso l’esperienza corporea può prendere la forma dei disturbi d’ansia (includendo il disturbo di panico e il DPTS) o delle desensibilizzazioni (includendo le forme dissociative).
Quando manca la sensazione di libertà che permette e sostiene l’esplorazione, la sofferenza è legata alla mancanza di espressione del sé, dunque alla retroflessione ansiogena. […] Tutto ciò che non si completa si perpetua. In questo casa l’esperienza corporea può prendere la forma dei disturbi psicosomatici.
Margherita Spagnuolo Lobb, p.51, 2013.
(tratto da «Il corpo come “veicolo” del nostro essere nel mondo.
L’esperienza corporea in psicoterapia della Gestalt»,
Quaderni di Gestalt volume XXVI 2013/1)