Isadore era uno dei fondatori della psicoterapia della Gestalt. Assieme a Fritz e Laura Perls era parte integrante del gruppo che aveva dato vita negli anni Cinquanta a questo modello psicoterapico, la cui nascita era stata sancita dalla pubblicazione del libro di Perls, Hefferline e Goodman, Gestalt Therapy (1951).
Paziente prima di Fritz e poi di Laura Perls (cfr. From I.1987. Storia Orale della Psicoterapia della Gestalt – parte II. Conversazione con Isadore From, a cura di E. Rosenfeld, in: Quaderni di Gestalt, vol. 3, n. 5, pp. 11-35), già Presidente del New York Institute for Gestalt Therapy, ha contribuito significativamente alla diffusione del nostro approccio sia negli Stati Uniti che in Europa. La sua morte ha rappresentato la fine di un’era per la psicoterapia della Gestalt, un capitolo che comprende quasi mezzo secolo.
Il suo insegnamento è stato fondamentale per il nostro Istituto: ci ha donato la conoscenza del libro fondante (Perls, Hefferline e Goodman, 1951), il cui stile erudito e ostico divideva in quegli anni il mondo degli psicoterapeuti della Gestalt. Ci ha donato soprattutto il suo modello relazionale, il suo sguardo al campo fenomenologico co-creato tra paziente e terapeuta, rivisitando in chiave moderna i più importanti concetti psicoanalitici, dando dignità e radici teoriche alle intuizioni gestaltiche, al suo stile creativo, e al now-for-next che sosteniamo nel paziente.
Per me è stato il maestro, non perché sia stato l’unico a insegnarmi il modello, ma perché è stato il mio psicoterapeuta. Lo ringrazio ancora per avermi restituito tutto ciò che gli ho consegnato con onestà, profondità di senso, apertura al futuro. Ricordo ancora con tenerezza la battuta con cui si giustificava sorridendo con altri che lamentavano il fatto che accettasse eccezionalmente i miei inviti quando era già in pensione: “A Margherita non riesco a dire di no”. Come didatta, autrice di testi sulla psicoterapia della Gestalt, psicoterapeuta attiva nel campo del riconoscimento politico della psicoterapia, lo ringrazierò sempre per continuare ad essere un faro luminoso a cui guardare.
Margherita Spagnuolo Lobb
Riportiamo qui alcuni brani del numero dei Quaderni dedicato a lui dopo la sua morte.
È possibile richiedere il numero scrivendo a info@gestalt.it oppure ordinandolo in questa pagina del sito.
Quaderni di Gestalt
Quaderni di Gestalt18/19, 1994.
Da figlia a madre di M. Spagnuolo pp.43-44
(…) Vorrei dire che Isadore mi ha trasmesso quei contenuti chiari, basilari, scarnificati da qualsiasi sovrastruttura che potesse condurre ad un godimento intellettuale, che con purezza spartana costituivano il suo bagaglio di didatta di psicoterapia della Gestalt. Però Isadore mi ha dato anche l’esperienza di un modello estremamente efficace di trasmissione di tali contenuti. La sua teoria non era mai solo teoria: era teoria e al tempo stesso esperienza della teoria. Non solo quando lavoravo con lui, ma anche ogni volta che gli parlavo, sembrava che tutto in lui fosse respiro vibrante (e per me boccata d’ossigeno) di psicoterapia della Gestalt. (…). Penso che questo modo di trasmettere una teoria, in cui l’effettiva relazione tra docente e discente – il qui ed ora- costituisce il corrispettivo esperienziale degli enunciati teorici, sia il più efficace.
La razionalità della poesia di Ruggero Bianchi p.61
(…) da lui ho appreso a citare sovente due versi di Robert Browning: “cresciamo insieme, il meglio deve ancora venire”.
Il verbo che parlava. La Gestalt ormai tace di N. K. Salathè p.69
Unità, rigore e sobrietà nel pensiero, serietà e disciplina nell’insegnamento: questo fu il contributo senza pari di Isadore From all’elaborazione del corpus della psicoterapia della Gestalt e alla formazione di esperti competenti e coscienziosi.
Da Riflessioni elegiache su Isadore From di Michael Vincent Miller pp.73-79
Questa diretta alternanza di osservazione ed esperienza era il senso primario, secondo Isadore, del momento presente nella psicoterapia della Gestalt. Traendo i suoi esempi da frammenti di evidenza tangibile, le sue interpretazioni o i suoi interventi – i suoi esperimenti, come li chiamava – finivano spesso per essere sintesi e voli poetici. La sua fondamentale fonte di ispirazione era tuttavia e soprattutto ciò che si presenta immediatamente e che, proprio per questo, è facilmente trascurato, l’ovvio per così dire.
Isadore From restò un purista della Psicoterapia della Gestalt e, a questo riguardo, una voce conservatrice (nel senso di conservare, non nel senso politico della parola) tra i più importanti insegnanti e terapeuti. In anni recenti, aveva continuamente ammonito contro le contaminazioni che la psicoterapia della Gestalt subisce ad opera di correnti trasversali e influssi…
Tra i doni che Isadore From ha lasciato in eredità alla psicoterapia della Gestalt c’è il senso della grande ricchezza delle sue radici così come la dimostrazione che la sua teoria e la pratica formano un insieme sufficiente e coerente.