Dagli Atti del Terzo Convegno SIPG Il Dolore e La Bellezza
La ricchezza delle analisi e delle voci, percepibile anche in questa raccolta fin dalle prime pagine, imprime al confronto un movimento che si rinnova, variegato, ad ogni contributo. E d’altra parte è questo il leitmotiv dell’intero convegno (…), il desiderio di incontrarsi oltre le differenze. Questa la figura che emerge da un ground in grado di sostenere e contenere le diverse anime della psicoterapia della Gestalt. Un incontrarsi che porta con sé, ancora oggi, il dolore e la bellezza insite nelle diversità che, nell’incontro di voci e corpo, possono diventare terreno fertile per donare di senso e di significato le direzioni che i padri fondatori della Gestalt Therapy hanno tracciato.
Gianni Francesetti, Michele Ammirata, Silvia Riccamboni, Nunzia Sgadari,
Margherita Spagnuolo Lobb
«Ognuno di noi trascina le tracce della sofferenza dei campi attraversati per cercare l’occasione propizia per trasformarla in dolore e bellezza. Questa è un’opera che consiste nel distillare il dolore dall’assenza, la bellezza dal dolore, e può essere considerata il senso di fondo dell’operare psicoterapeutico»
Gianni Francesetti
“Il terapeuta gestaltico non può non essere gestaltico, non può non essere lui stesso passato dal proprio dolore e averlo trasformato in bellezza. È proprio questo che lo rende psicoterapeuta della Gestalt, non il seguire le tecniche dell’approccio o aiutare il paziente ad essere più consapevole. Solo così il terapeuta saprà cogliere nel corpo e nelle parole del paziente la freschezza che ancora esiste nell’andare verso l’altro.
Tutto questo è sempre, come gli psicoterapeuti sanno bene, un’arte, in cui il sapere e il sentire, il contenuto e la musica si intrecciano nell’incontro tra terapeuta e paziente. Solo questo può dare al paziente il senso di sicurezza nella relazione con il terapeuta, che diventa la terra, il ground, su cui è possibile aprirsi all’intimità della relazione terapeutica”
Margherita Spagnuolo Lobb.