IL SÉ COME CONTATTO

Quando un essere umano si coinvolge nell’atto del contattare l’ambiente, quel momento include tutte le sue capacità e modi di essere nel mondo. In quel momento non c’è soltanto il sé individuale ma molto di più: il sé che è impegnato nel fare contatto è un sé-in-contatto spontaneo e olistico. Tutto ciò che noi conosciamo dalle teorie psicologiche individualistiche, sia psicodinamiche, cognitive o comportamentistiche (e perfino dalla psicologia della Gestalt) può diventare una conoscenza di base del terapeuta sul sé-in-contatto, che è in movimento. Le neuroscienze, l’epigenetica, lo sviluppo delle relazioni primarie, tutte le scienze che studiano come le strutture si integrano nel processo di cambiamento (cfr. Yontef, 1993; Wheeler, 2000) sono per noi un’importante conoscenza di base. Poi facciamo sì che una figura emerga da questa conoscenza di base, per applicare ciò che conosciamo del paziente e ciò che conosciamo di noi stessi e della situazione attuale alla “tensione” terapeutica del momento,
sostenendo l’intenzionalità di contatto del paziente, il now-for-next della situazione (Spagnuolo Lobb, 2013d). Questa è la nostra arte!
 
Margherita Spagnuolo Lobb