Jean Marie Robine ospite dell'Istituto di Gestalt HCC Italy. 15-16 Ottobre 2014 Palermo

Workshop internazionale con crediti ECM
Campo fenomenologico e psicoterapia della Gestalt
Un’esperienza di co-terapia con Jean Marie Robine e Margherita Spagnuolo Lobb

   da 15/10/2014 a 16/10/2014, Palermo

                                             

       Poliedriche sono le possibilità creative per il terapeuta della Gestalt generate dalla prospettiva del campo fenomenologico, dall’essere al confine dell’ignoto, con tutte le incertezze e le paure, così come delle possibilità aperte alla speranza che lo stare con il processo riconosce alla natura umana.

                                                                                               Margherita Spagnuolo Lobb

 In programmazione, nel prossimo mese di Ottobre, una grande occasione per chi desideri fare  un’esperienza di lavoro gestaltico con due grandi nomi della storia della psicoterapia della Gestalt internazionale, Jean Marie Robine (Direttore e Fondatore dell’Istitute Francais de Gestalt Terapie) e Margherita Spagnuolo Lobb (Direttore e Fondatore dell’Istituto di Gestalt HCC Italy).

Il workshop prevede momenti esperienziali, promotori di crescita e di consapevolezze personali e professionali, inquadrati all’interno di una cornice di approfondimento teorico sul significato della clinica gestaltica nell’era post-moderna..
La filosofia di fondo del workshop farà, infatti, riferimento a concetti fondanti la psicoterapia della Gestalt attuale: l’emergere del sé nel campo fenomenologico e l’intenzionalità di contatto. I modelli contemporanei della psicoterapia della Gestalt si focalizzano sui vari aspetti dei fenomeni relazionali e di campo, che costituiscono l’unica realtà esperienziale in cui si può trovare una temporanea verità.
Riportiamo di seguito alcune definizioni su questi due concetti tratte da:
Il now for next in psicoterapia. La psicoterapia della Gestalt raccontata nella società post-moderna, Spagnuolo Lobb M., 2012
Il concetto di campo fenomenologico consente di pensare alla percezione come ad un “prodotto relazionale”, strettamente connesso alla pienezza della concentrazione degli individui coinvolti sul confine di contatto. In questo modo essi possono cogliere sia ciò che è interno sia ciò che è esterno – sia i bisogni o le esperienze del sé, sia le richieste e le condizioni ambientali.
Il , il perno su cui tutti gli approcci psicoterapeutici si fondano, è considerato nella posizione mediana tra l’organismo e l’ambiente, e quindi in una posizione squisitamente relazionale.
E’ concepito come la capacità dell’organismo di fare contatto con il proprio ambiente – in modo spontaneo, deliberato e creativo. La funzione del sé è di contattare l’ambiente (nella nostra terminologia, il “come” della natura umana).
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