La capacità del terapeuta di vedere la bellezza del paziente ha a che fare con la capacità di vedere la bellezza e la poesia del proprio modo di mantenere l’amore per l’altro significativo, nonostante il rischio di esserne feriti.
L’arte terapeutica è in sintesi questa capacità di cogliere nel corpo e nelle parole del paziente la freschezza che ancora esiste nell’andare verso l’altro. Le parole che il paziente sceglie per il terapeuta contengono già una direzionalità, un rivelarsi a lui, quasi un invito antico ad una danza nuova.
Margherita Spagnuolo Lobb
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