LASCIARSI TRASFORMARE DAI FIGLI: primo giorno di lavori

Il 6 Giugno, nell’incantevole cornice della città di Siracusa si sono aperti i lavori dell’atteso convegno organizzato dall’istituto di Gestalt HCC Italy in occasione delle tragedie greche: “Lasciarsi trasformare dai figli. La genitorialità nella società contemporanea”, con il Professore Umberto Galimberti.

Margherita Spagnuolo Lobb, accompagnata dalla stima e dall’affetto dello staff didattico e degli allievi, ha introdotto ad una platea le due giornate di studio.Le sue parole riportano immediatamente all’attuale e drammatica condizione affettiva e sociale e al vissuto di frammentazione e di deterioramento etico dell’epoca in cui viviamo, sottolineando l’importanza della funzione trasformativa della genitorialità come compito sociale.

Saper scorgere e accogliere la bellezza dei figli spezza i vecchi equilibri su cui poggiano le certezze dei genitori, e consente loro di aprirsi al riconoscimento di un futuro possibile.
L’esperienza amorosa, spesso vicina all’esperienza mistica, è esperienza del mistero dell’altro. Amare l’altro vuol dire amare l’armonia che egli ha reso invisibile, sapere intuire il dolore e la bellezza più profonda che hanno forgiato l’anima errante dell’altro, le domande che dirigono la sua vita, e fornire una casa per questo errare, un luogo che contiene ed un tempo per stare…

Sono seguiti gli interventi di Alessio Lo Giudice, Assessore alle Politiche Culturali del Comune di Siracusa e di Piero Cavaleri, didatta dell’Istituto, che ha proposto una riflessione sullo scarto prometeico  che incombe sull’ uomo postmoderno e da cui origina la sofferenza psichica .

L’ intervento del Professore U. Galimberti ha sottolineato il valore della funzione educativa dei figli, non solo all’interno della famiglia, ma anche nel contesto scolastico, il cui ruolo dovrebbe essere quello di una educazione al sentimento e alla bellezza attraverso la letteratura. La focalizzazione sulla dimensione tecnologica caratteristica del tempo in cui viviamo, conduce inesorabilmente ad un impoverimento del linguaggio da parte dei giovani, a cui corrisponde una decadenza della possibilità del pensiero, sempre più orientato ad una dimensione convergente piuttosto che divergente promotrice e garanzia di creatività.

Chiude la sessione dei lavori della mattinata  Paola Gasmann, che ha raccontato, incuriosendo il pubblico, la sua esperienza di figlia, madre e nonna e le relazioni della famiglia importante in cui è cresciuta. Dono evocativo e commovente per l’Istituto e per i partecipanti è stata la poesia che l’attrice ha recitato magistralmente a chiusura del suo intervento: A Paola, scritta e dedicata a lei dal padre.  Nella grande sala, in un silenzio denso di emozione e commozione, sono risuonate le parole del grande personaggio, recitate dalla figlia, che hanno  evocato la  profondità, la forza e la fragilità che intessono le trame del legame tra genitori e figli.

Nel  pomeriggio l’intervento di Gianni Francesetti, è stato centrato sulla trasmissione multigenerazionale del campo relazionale/fenomenologico, e sulla possibilità di trasportare (creando campi relazionali psicopatologici) o trasformare (creando campi relazionali creativi) il dolore lungo le generazioni.
L’intervento di Giuseppe Sampognaro ha proposto una riflessione sul valore della famiglia come sfondo di ogni intervento psicologico e sul valore della terapia per riattivare la spontaneità nella percezione reciproca dei membri familiari e nel rispetto degli stili narrativi che animano le relazioni familiari.

L’ultimo momento della giornata è stato  vissuto al teatro greco di Siracusa, nella cui cornice ha preso vita il dramma matricida di Oreste.
Lo scenario della tragedia e della nostra prima giornata di convegno si chiude con la riflessione sulla possibilità di trasformare il rancore, il dramma, e il dolore in umana bellezza, sulla possibilità di rinascere in maniera nuova alla vita e generare una nuova storia familiare.

 
 

Lascia un commento