L’io, la fame, l’aggressività
Frederick Perls
Quarta di copertina
Scritto nel 1942, questo volume presenta una delle più acute revisioni della psicoanalisi. Le intuizioni fondamentali in esso contenute resero necessaria per i fondatori della psicoterapia della Gestalt l’elaborazione di un nuovo modello psicoterapeutico.
Frederick Perls, uno psicoanalista tedesco emigrato per motivi razziali in Sud Africa, intuì brillantemente i limiti più significativi della psicoanalisi che si andarono evidenziando durante la seconda guerra mondiale sotto la spinta dei nuovi paradigmi culturali. Pubblicò allora questo libro, dedicandolo alla moglie come ringraziamento per il contributo da Lei fornito per la stesura dei due capitoli.
Come sintetizzato dal titolo, l’opera sottolinea il ruolo dell’Io nella definizione e nella cura della patologie il significato paradigmatico dell’impulso della fame nelle relazioni dell’organismo con il suo ambiente e la funzione dell’aggressività intesa come volontà di affermazione e di differenziazione Il libro venne poi ripubblicato nel 1947 negli Stati Uniti, dove nel frattempo i coniugi Perls si erano trasferiti. La dedica questa volta fu ad uno psicologo della Gestalt: Max Wertheimer.
Nello stesso periodo in cui nascevano le teorie della relazione oggettuale e le teorie sistemiche, Frederick Perls, ispirandosi al paradigma epistemologico della relazionalità – emergente nei vari ambiti filosofici, artistico- letterari e scientifici del tempo- creò un ponte tra la psicologia clinica, la psicologia generale e il contesto culturale, dando vita ad un modello di terapia che verrà poi chiamato psicoterapia della Gestalt.
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Contenuti
Introduzione all’edizione italiana, di Margherita Spagnuolo Lobb, Giovanni Salonia
Introduzione
Prefazione
Parte prima
Olismo e psicoanalisi
- Il pensiero differenziale
- L’approccio psicologico
- L’organismo e il suo equilibrio
- La realtà
- La risposta dell’organismo
- La difesa
- Il bene e il male
- La nevrosi
- La riorganizzazione organismica
- La psicoanalisi classica
- Il tempo
- Il passato e il futuro
- Il passato e il presente
Parte seconda
Metabolismo mentale
- L’istinto della fame
- Le resistenze
- La retroflessione e civiltà
- Il cibo mentale
- L’introiezione
- Il complesso del succhiotto
- L’io come funzione dell’organismo
- La scissione della personalità
- Le resistenze senso-motorie
- La proiezione
- Lo pseudo-metabolismo del carattere paranoico
- Il complesso della megalomania-esclusione
- Le resistenze emozionali
Parte terza
La terapia della concentrazione
- La tecnica
- Concentrazione e nevrastenia
- La concentrazione sul mangiare
- La visualizzazione
- Il senso dell’attualità
- Il silenzio interno
- La prima persona singolare
- L’annullamento delle retrocessioni
- La concentrazione corporea
- L’assimilazione delle proiezioni
- L’annullamento di una negazione (la stitichezza)
- La coscienza di sé
- Il significato dell’insonnia
- Il balbettare
- Lo stato d’ansia
- Jekyll e mr. Hyde
Friedrich Salomon (Fritz) Perls (Berlino, 8 luglio 1893 – Chicago, 14 maggio 1970) è stato uno psicoterapeuta tedesco naturalizzato statunitense di origine ebraica.
Nel 1935 fonda a Johannesburg l’Istituto Sudafricano di Psicoanalisi. Si trasferisce, dopo dodici anni, negli Stati Uniti. Nel 1951 pubblica, insieme a Ralph Hefferline (che era suo paziente dal 1946) e Paul Goodman, Gestalt Therapy, il testo cardine della Psicoterapia della Gestalt, la scuola psicoterapeutica da lui fondata.
Conduce a Big Sur, in California, alcuni seminari di grande richiamo presso l’Esalen Institute; la località diventa luogo di interesse per intellettuali e studiosi come Claudio Naranjo, Gregory Bateson, Alexander Lowen, Eric Berne, Timothy Leary e molti altri.
Il contributo scientifico di Friedrich Perls è stato poi sistematizzato ed elaborato da sua moglie Laura Perls (nata Posner, 1905-1990) e dallo scrittore Paul Goodman (1911-1972).
La prospettiva della Gestalt-Therapy è riassunta da Perls in quattro parole: Io, Tu, Qui e Adesso. L’espressione Io e Tu (mediata da Martin Buber), indica la relazione autentica fra terapeuta e paziente, con l’idea guida di un rapporto terapeutico creativo che rispetti la singolarità di ogni essere umano.
La sua eredità nel campo psicoterapeutico è testimoniata da svariati istituti, società scientifiche, centri e scuole nel modo, dagli Stati Uniti al Canada, dall’America centrale e meridionale all’Europa ed al Giappone.