Provare a dare parole, a mettere per iscritto sensazioni, pensieri ed esperienze diventa per me il primo passo per cominciare a narrare, a narrarmi, primo passo per imparare a leggermi.
La sensazione di essere “nel posto giusto” mi ha accompagnata dal primo momento in cui mi sono accomodata, e mi ha seguito ogni weekend in maniera del tutto rassicurante. Sin dal principio, non ho sentito la naturale estraneità del nuovo (colleghi, luogo, allieve e didatti) e l’entusiasmo dell’inizio si è pian piano trasformato in una cornice entro la quale sentivo di potermi muovere con spontaneità e disinvoltura.
Scoprire ciò che il gruppo riesce ad attivare, la potenza e la forza che può venir fuori dall’unione di più persone dentro una stanza potrebbe essere davvero sconvolgente, se non ci fosse un “filo rosso” che sa dare un nome alle cose, alle sensazioni, alle emozioni e alle percezioni che in maniera del tutto confusa si presentano al corpo e alla mente.
Il luogo dove la teoria incontra realmente la tecnica, dove cominci ad imparare ad ascoltare gli altri e te stesso, diventa in sé formazione. Formazione didattica e formazione di un pensiero divergente, un pensiero destrutturante che, con garbo e delicatezza, “smonta” giudizi e conoscenze antiche su di sé e sull’ipotetico paziente, che nella mia immaginazione ha cominciato a delinearsi in maniera sempre più nitida e vivida. Gli altri, allora, non sono più semplici specchi che riflettono ciò che sei e che mostri, ma Altri che donano parti di sé e accolgono il tuo dono.
Il posto giusto dove poter cucire un vestito comodo. Sento di averlo trovato anch’io!
Federica La Pietra
(Allieva del 1° anno, sede di Palermo)