Palermo, 14 maggio 2020, ore 16.30-19.30 (il seminario è stato posticipato a data da destinarsi)
con Marilena Di Pasqua
Palermo, 14 maggio 2020, ore 16.30-19.30 (il seminario è stato posticipato a data da destinarsi)
con Marilena Di Pasqua
In inglese Contact Boundary
“Il confine di contatto è il punto in cui si verifica l’esperienza, non separa l’organismo dal suo ambiente, assolve piuttosto alla funzione di limitare l’organismo, di contenerlo e proteggerlo, e allo stesso tempo si pone in contatto con l’ambiente. Potremmo dire che il confine di contatto – per esempio la pelle sensibile – più che essere parte dell’‘organismo’, è invece, in sostanza, l’organo di un particolare rapporto tra l’organismo e l’ambiente” (Perls, Hefferline e Goodman, 1997, p. 39).
Catania, 9 maggio 2020, ore 16.00 – 19.00 (il seminario è stato posticipato a data da destinarsi)
con Michele Cannavò e Giuseppe Mirone
In inglese Boundary
Dal latino confīne=confinante.
“Il confine emerge come il luogo dove «funziona» il sé e dove, di volta in volta, si configura una consapevolezza che, pur afferendo uno specifico organismo, è sempre consapevolezza-di-qualcosa che è nell’ambiente o che ad esso rimanda” (Spagnuolo Lobb, 2001, p. 53).
Da concentrare, deriv. di centro, col pref. con-., dal latino centru(m), che è dal greco kéntron, propr. ‘pungiglione, punta’, poi ‘centro’.
“Consiste nel focalizzare l’attenzione su qualche aspetto della propria esperienza: la respirazione, una sensazione, un’emozione, un’immagine, qualcosa di esterno, come un suono, ecc.” (Macaluso, 2013, p. 120).
“Organismo e ambiente sono in un rapporto di reciprocità, l’esperienza è unitaria, non può essere rimandata a ciascun termine della relazione, ma deve essere ricondotta alla comune realtà del campo che si crea continuamente attraverso l’interazione reciproca delle sue componenti. […] In quanto gestalt intera che comprende sia la figura che lo sfondo, il campo include le molte possibilità dell’evento fenomenologico” (Conte E., 2005, p. 177).
Da ben – essere = “stare bene” o “esistere bene”: stato che coinvolge tutti gli aspetti dell’essere umano e caratterizza la qualità della vita di ogni singola persona;
organizzativo = “relativo alle organizzazioni”: declinazione del concetto di ‘ben-essere’ nel contesto delle organizzazioni.
“[…] possiamo definire l’intervento del terapeuta familiare gestaltico come la ricerca dell’interesse e della vitalità nascosti (Polster, 1987) tra le pieghe delle interazioni familiari, al fine di sostenere lo spontaneo evolversi di tale vitalità verso il contatto tra i membri della famiglia, essendo questa l’unica garanzia per l’auto-regolazione del gruppo familiare e dunque per la realizzazione piena del sé dei suoi membri” (Spagnuolo Lobb, 2011, p. 203).
“In psicoterapia della Gestalt, è a K. Lewin che si deve la formulazione della teoria del campo. Nel «campo» egli individua lo «spazio vitale» all’interno del quale agiscono tutti i fattori psicologici che influenzano il comportamento individuale nel qui-e-ora. La persona e l’ambiente psicologico compongono lo spazio vitale permeato all’esterno dal mondo.
Dal latino spontānĕus, formato da spontĕ=volontariamente, ablativo di spons=volontà, impulso.
“La spontaneità consiste nell’afferrare, nell’illuminarsi e nel crescere insieme con tutti quegli elementi dell’ambiente che vi sembrano utili e interessanti” (Perls, Hefferline e Goodman, 1997, p. 41).