LE POSSIBILITÀ CREATIVE COME SPERANZA DI FELICITÀ CONDIVISA

Frammenti dal Meeting annuale dell’Istituto di Gestalt HCC Italy:
le nostre radici gestaltiche, prezioso strumento di lettura della realtà odierna!
 
«La situazione presente, in verità, in qualsiasi sfera della vita venga riguardata, deve venir considerata come un campo di possibilità creative, o francamente diverrà intollerabile. […] viviamo in uno stato di emergenza cronica e la maggior parte delle nostre energie di amore e di intelligenza, d’ira e di indignazione sono rimosse o indebolite. La maggior parte di coloro che vedono più chiaramente, sentono più intensamente e agiscono più coraggiosamente, sprecano se stessi e soffrono, poiché è impossibile per chiunque essere molto felice finché in generale non siamo tutti più felici.
Se tuttavia riusciamo a prendere contatto con questa terribile realtà, vi è anche una possibilità creativa».

Perls, Hefferline, Goodman

LA RELAZIONE TERAPEUTICA COME “FATTO” REALE

La relazione terapeutica non è considerata né come il risultato di proiezioni di schemi relazionali appartenenti al passato, né soltanto come un laboratorio in cui si “provano” schemi relazionali più efficaci per il mondo esterno, per la vita reale. Tra paziente e terapeuta avviene una relazione unica ed irripetibile, in cui le percezioni reciproche si modificano, in cui gli schemi del passato si elaborano allo scopo di migliorare questa specifica relazione, non quelle del passato. È ciò che accade tra questo specifico terapeuta e questo specifico paziente che costituisce la cura, una delle tante possibili esperienze di cura.

Margherita Spagnuolo Lobb

IL PERMESSO DI CREARE. L’ARTE DELLA PSICOTERAPIA DELLA GESTALT di MARGHERITA SPAGNUOLO LOBB E NANCY AMENDT-LYON

Il rapporto tra creatività e salute mentale riflette l’ottica antropologica e filosofica con cui consideriamo il rapporto tra individuo e società, tra essere umano e natura. Inserendosi nello sviluppo del pensiero sociale e psicoterapico in merito (da Sigmund Freud a Otto Rank a Wilhelm Reich), la psicoterapia della Gestalt conia il termine di “adattamento creativo”, integrando il bisogno sociale di condivisione delle norme con il bisogno individuale di originalità e differenziazione. La capacità artistica non appartiene esclusivamente a personalità eccezionali (né tanto meno nevrotiche), al contrario essa caratterizza l’adattamento spontaneo del nostro essere in relazione, e dunque il sano vivere sociale. Le relazioni umane sono intrinsecamente creative e auto-regolantesi.
Alla luce delle nuove scoperte neuroscientifiche e dello sviluppo parallelo di altri approcci psicoterapici, il libro risponde alla necessità di fare il punto sul pensiero gestaltico sull’arte e la creatività e sulle sue applicazioni. I contributi di Daniel Stern e di alcuni fra i maggiori psicoterapeuti della Gestalt danno vita in questo libro ad un compendio che, più che una sistematizzazione manualistica del tema, rappresenta in sé una gestalt armonica – perfino nelle sue note dissonanti – e un ponte dialogico clinico e teorico tra rappresentanti europei e statunitensi dell’approccio gestaltico. L’introduzione di Massimo Ammaniti conferisce all’edizione italiana un ulteriore interesse dialogico tra psicoterapia, arte e ricerca nel nostro Paese.
Curato da una specialista italiana e da una americana/austriaca, il libro è uno strumento professionale e di riflessione per tutti coloro che vedono nella curiosità e nell’arte un aspetto importante del loro impegno sociale.

LA PERCEZIONE: ESPERIENZA DEL REALE

La realtà che ognuno di noi “percepisce”, esiste veramente o è un’illusione? Occorre, oppure no, porci il problema di distinguere necessariamente una dimensione immaginaria ed una reale? Nel dare inizio alla sua riflessione sull’esperienza percettiva, Merleau-Ponty parte dalla considerazione che il vero problema da affrontare non consiste nel chiederci se percepiamo la “vera” realtà, ma nel soffermarci di più ad analizzare la nostra esperienza del reale, prendendo atto che la percezione è la nostra unica via di accesso alla “verità”.

08Pietro Andrea Cavaleri

LA PROFONDITÀ DELLA SUPERFICIE di PIETRO ANDREA CAVALERI

La superficie è la superficie del contatto teorizzata dalla Psicoterapia della Gestalt, costituita dalla pelle, dagli organi di senso e da ogni altro spazio in cui si concretizza e si manifesta il qui e ora della relazione. È la linea di confine che si pone come interfaccia tra organismo ed ambiente, dove l’uno e l’altro incessantemente si incontrano e interagiscono. In questa realtà di confine alcuni recenti studi hanno individuato il luogo della mente, la dimensione a partire dalla quale nasce e si sviluppa la vita mentale, confermando così come la complessa e inafferrabile profondità della mente trovi, quasi paradossalmente, origine ed alimento nella inesplorata superficie del confine.
Il volume si articola in un insieme di interessanti percorsi tematici, ognuno dei quali si presenta autonomo e al contempo strettamente legato ad altri. Seguendo ciascuno di questi percorsi, il lettore viene gradualmente introdotto ad una iniziale comprensione dell’approccio gestaltico e dei principali aspetti teorici che lo caratterizzano.
Pensato in primo luogo per gli studenti che vogliono acquisire una più approfondita conoscenza della psicoterapia della Gestalt, e per lo psicoterapeuta della Gestalt che desidera aggiornare la contestualizzazione teorico – culturale del modello nel quale si è formato, in realtà il volume può suscitare un notevole interesse anche nel lettore che per la prima volta e con curiosità si accosta a questo approccio.

seminari in contatto con la gestalt Catania

L’ESPERIENZA DEL TRA

Coerentemente con il pensiero fenomenologico, la terapia della Gestalt afferma che non possiamo conoscere la realtà in se stessa, ma soltanto quella parte di essa di cui facciamo esperienza nel qui ed ora – in altre parole l’esperienza del contatto e del ritiro dal contatto con l’ambiente.
Per l’epistemologia gestaltica il contatto è un evento di confine in continua evoluzione, che il terapeuta della Gestalt guarda come un processo di intenzionalità relazionale. Il contatto si forma nel luogo in cui l’io e il tu arrivano ad una nuova verità, una momentanea configurazione armonica che immediatamente lascia il posto ad altre figure.
Margherita Spagnuolo Lobb

San Giovanni La Punta (CT), 21-24 luglio 2016 MEETING dell’Istituto di Gestalt HCC Italy

 
Ancora una volta il nostro istituto si prepara al meeting annuale che riunisce tutti i didatti, allievi didatti e collaboratori, per condividere alcune intense giornate di riflessioni teorico-cliniche. Il meeting si svolgerà quest’anno in una suggestiva struttura situata alle pendici dell’Etna, intorno al tema dal titolo: “Il sé e il campo: l’attenzione agli sfondi e alle risonanze”.
A tutto lo staff didattico auguriamo un lavoro proficuo e creativo, ispirato al confronto e alla crescita umana e scientifica!
“Il sé non sa in anticipo cosa diventerà, poiché la conoscenza è la forma di ciò che è già accaduto”.
(Perls et al., 1971, p. 384)

LETTURE DI GESTALT: PSICOTERAPIA DELLA GESTALT E NEUROSCIENZE. DALL’ISOMORFISMO ALLA SIMULAZIONE INCARNATA

Il libro curato da Cavaleri costituisce l’avvio di un interessante quanto inedito confronto fra psicoterapia della Gestalt e neuroscienze. In esso, le recenti scoperte ottenute dalla ricerca neuroscientifica si intrecciano con alcuni temi fondamentali del modello gestaltico, offrendo non pochi spunti di dialogo e di approfondimento. Ritengo che uno degli aspetti più specifici dell’approccio gestaltico risieda nel focalizzarsi su quanto accade fra terapeuta e paziente nel momento stesso del loro incontro. Focalizzare l’intenzionalità condivisa che emerge dalla seduta, attribuire un grande rilievo alla nozione gestaltica di campo, considerare la relazione psicoterapeutica come un processo di cocostruzione, rappresentano alcuni punti di vista vicini al modello epistemologico che da anni orienta la mia ricerca.
Se teniamo conto del contributo che ci proviene oggi dalle neuroscienze cognitive, dobbiamo prendere atto che ogni incontro è un incontro “situato” e che la “situazione” esprime sempre un contenuto sensori-motorio. La “situazione” è l’incontro tra due soggettività in relazione, è lo spazio condiviso in cui la dimensione corporea e le risonanze sensorie-motorie e affettive, che essa induce, giocano un ruolo fondamentale.
[…] (tratto dalla prefazione di Vittorio Gallese)