Seminari di Supervisione 2015: Il confine in evoluzione con Margherita Spagnuolo Lobb


Inizierà il 21 Gennaio a Siracusa l’edizione 2015 del ciclo di seminari di supervisione Il confine in evoluzione, condotti da Margherita Spagnuolo Lobb, presso le tre sedi dell’Istituto di Gestalt HCC Italy (Palermo, Siracusa, Milano). I seminari di supervisione sono un’occasione di scambio tra colleghi e di aggiornamento sulle nuove abilità terapeutiche oggi richieste. Il ruolo dello psicoterapeuta è fondamentale nella società contemporanea, ed essere efficaci con i nostri pazienti implica dare un contributo generativo alla comunità di cui facciamo parte.
Ognuno dei tre incontri di questa seconda edizione sarà dedicato ad un tema clinico emergente e includerà momenti teorici ed esperienze personali, per cogliere e sperimentare l’attualità e il fascino della psicoterapia della Gestalt contemporanea:
1) Le esperienze depressive
2) Le esperienze borderline
3) Le esperienze dissociative
La partecipazione al corso è a numero chiuso ed è riservata a Psicoterapeuti della Gestalt e di altri approcci.

Per info e iscrizioni scegli la città in cui preferiresti frequentare il corso:

Palermo             Siracusa              Milano 

 

Seminario gratuito valido come tirocinio interno unict: Fenomenologia delle relazioni intime e della violenza. Un caso di uxoricidio.

«La psicoterapia della Gestalt […] pone al centro dell’intervento di cura il sé,
che in maniera consapevole ed attiva elabora significati, produce intenzioni,
sussiste nel suo continuo aprirsi al mondo, tanto da costituire con esso una medesima realtà.
E’ in questa relazione col mondo, in questo ‘in-tendere verso’ di esso,
che occorre individuare l’origine della sofferenza mentale e al contempo lo spazio della cura»

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Inizio CORSO BASE Training Autogeno in Psicoterapia della Gestalt Siracusa, 22 gennaio 2015

«Essere consapevoli del proprio corpo in funzione delle cose che sappiamo e che facciamo è sentirci vivi. Questa consapevolezza è parte essenziale della nostra esistenza come persone attive e inebrianti»

 Michael Polanyi, cit. in Terapia della Gestalt integrata. Profili di teoria e pratica,
Polster e Polster, 1986, p. 201.

L’interesse dell’approccio gestaltico per l’esperienza corporea si esprime attraverso l’apertura e la curiosità verso diverse e poliedriche prospettive e concezioni sul corpo. In questo scenario si colloca il lavoro di integrazione della classica tecnica del Training Autogeno di J.H.Schultz nell’epistemologia del modello gestaltico, che dà vita al percorso formativo proposto. Il Training Autogeno, in questa chiave di lettura, si apre all’esperienza dell’incontro con l’altro, assumendo una connotazione relazionale e arricchendosi di nuovi colori e sfaccettature. L’esperienza corporea, così vissuta attraverso il Training Autogeno, può proporsi oltre che come tecnica di auto distensione, anche come strumento di conoscenza e consapevolezza di sé.
Condurrà l’incontro la dott.ssa Teresa Borino, psicologa, psicoterapeuta, didatta presso l’Istituto di Gestalt HCC-Italy. Ha partecipato a diversi corsi di approfondimento sul tema della corporeità, conseguendo specializzazioni in Medicina Psicosomatica (corso biennale della SIMP) e in Riabilitazione Equestre (scuola nazionale ANIRE). Per anni ha operato nell’ambito dell’handicap, dell’affido familiare e della formazione professionale.
Per maggiori informazioni e iscrizioni clicca qui 

I quaderni raccontano.. Il Training Autogeno in psicoterapia della Gestalt


La tecnica di concentrazione corporea sviluppata da Perls è guidata dall’interesse e dal fascino spontaneo che emergono nel qui ed ora, senza un apriori di costrizione e volizione: «La concentrazione positiva è descritta nel modo migliore con la parola fascino; qui l’oggetto occupa il primo piano senza nessuno sforzo, il resto del mondo sparisce, il tempo e i dintorni cessano di esistere; non sorge conflitto interno o protesta contro la concentrazione» (Perls, 1995, p. 200).
Lo stato di autogenia, che si raggiunge al termine del percorso di apprendimento del TA, connotato dalla fiducia nel “lasciare che accada” in ciò che si genera da sé senza sforzo, può essere considerato un sostegno alla tecnica della concentrazione spontanea e al recupero della possibilità di sentire se stessi. «Lo stato autogeno è una condizione di passività, priva di atti volitivi, realizzata nella indifferente contemplazione di quanto accade spontaneamente nel proprio organismo e nella propria mente» (Crosa, 1993, p. XI). Con il TA non si deve imparare qualcosa, piuttosto si “disimparano” comportamenti ai quali siamo stati educati e che ostacolano la crescita e lo sviluppo individuale (Hoffman, 1980). Il recupero della vivacità e della naturale formazione del rapporto elastico tra figura e sfondo è sostenuto dalla condizione necessaria al raggiungimento dello stato autogeno: un’attenzione fluttuante e passiva alla percezione del proprio vissuto corporeo. È l’atteggiamento dello spettatore che a teatro assiste ad uno spettacolo che ha inizio solo e quando in sala cala il silenzio e si spengono le luci.

Teresa Borino

da “Il Training Autogeno in psicoterapia della Gestalt. Rilassamento, consapevolezza, vitalità”, in L’esperienza corporea in psicoterapia, Quaderni di Gestalt, vol. XXVI 2013/1, FrancoAngeli, Milano, pp. 117-118.

La Gestalt in pillole: La fenomenologia

 

«In psicoterapia della Gestalt, secondo la definizione di Husserl, studio delle essenze, filosofia trascendentale che ricolloca le essenze nell’esistenza, metodo per il quale il mondo è “già sempre là” prima della riflessione, tentativo di descrizione diretta della nostra esperienza così com’è.
L’area filosofica che fa capo alla fenomenologia costituisce una fonte e un riferimento fondamentale per la teoria della Gestalt sin dalla sua nascita. Il concetto husserliano di intenzionalità e di mondanità dell’io (quindi incarnato e indissolubile dal mondo) è il terreno epistemologico attraverso cui il soggetto diventa costitutivamente relazionale e fonda una concezione inedita del sé come funzione del campo organismo-ambiente. La separazione soggetto/oggetto diventa una dicotomia secondaria rispetto a una realtà sottostante che è il “mondo-della-vita” percepibile attraverso il corpo vissuto.
[…] il disagio altro non è se non appello alla relazione stessa. Il terapeuta torna così alle heideggeriane «cose stesse» e all’interesse per l’esistente quale emerge nella situazione presente, effettuando dunque un altro salto epistemologico: il passaggio da un modello estrinseco di salute a una valutazione estetica che coglie la bellezza emergente dell’incontro. La terapia è luogo di contatto autentico che conduce alla co-costruzione originale di nuovi adattamenti creativi».
Voce tratta, per gentile concessione dei curatori, da:
Spagnuolo Lobb M., Francesetti G., Fenomenologia in GIORGIO NARDONE E ALESSANDRO SALVINI (A CURA DI) (2013), DIZIONARIO INTERNAZIONALE DI PSICOTERAPIA, MILANO: GARZANTI EDITORE, pp. 292-293.
 
da: www.gestaltpedia.it, l’Enciclopedia della Gestalt.

Seminario gratuito aperto al pubblico e presentazione del libro: La psicoterapia della Gestalt nella pratica clinica. Dalla psicopatologia all’estetica del contatto

Presentazione del libro 
La psicoterapia della Gestalt nella pratica clinica.
Dalla psicopatologia all’estetica del contatto 
a cura di G. Francesetti, M. Gecele, J. Roubal (Franco Angeli editore, 2014), pubblicato nella Collana dell’Istituto di Gestalt Hcc Italy
Con Margherita Spagnuolo Lobb e Gianni Francesetti

Il sostegno al now for next

La capacità del terapeuta di vedere la bellezza del paziente ha a che fare con la capacità di vedere la bellezza e la -poesia- del proprio modo di mantenere l’amore per l’altro significativo, nonostante il rischio di esserne feriti. L’arte terapeutica è in sintesi questa capacità di cogliere nel corpo e nelle parole del paziente la freschezza che ancora esiste nell’andare verso l’altro. Le parole che il paziente sceglie per il terapeuta contengono già una direzionalità, un rivelarsi a lui, quasi un invito antico ad una danza nuova

(Margherita Spagnuolo Lobb, 2011, p.117)

Auguri dallo staff dell'Istituto di Gestalt HCC Italy

Un saluto al 2014..
Che anno questo!!!
Abbiamo vissuto la morte o la vicinanza della morte di persone care, di relazioni che non saranno più quello che volevamo. Sono finiti processi difficilissimi e abbiamo attraversato strade oscure. Però abbiamo visto la rinascita della vita, l’amore e la speranza
Non so quale è stato il motivo per il quale Dio mi ha onorato con la mia responsabilità.
Una risposta che penso mai troverò…
Vi ringrazio per condividere con me il profondo del vostro se

Sergio La Rosa

‘Alcune persone sentono la pioggia. Altre, semplicemente, si bagnano’. Un abbraccio a tutti quelli con cui quest’anno, insieme, abbiamo sentito la pioggia.

Guido Mazzucco

“Io amo la semplicità che si accompagna con l’umiltà.
Mi piacciono i barboni.
Mi piace la gente che sa ascoltare il vento sulla propria pelle,
sentire gli odori delle cose,
catturarne l’anima.
Quelli che hanno la carne a contatto con la carne del mondo.
Perché lì c’è verità, lì c’è dolcezza, lì c’è sensibilità, lì c’è ancora amore.”
A. Merini

Elena Guerri

Tanti auguri pieni di nuove speranze e di novità a tutta la “comunità” e in particolare a Giuseppe Sampognaro per la sua umiltà e la sua ironia, a Giuseppe Mirone per la sua passione e inventiva, a “Lisuccia” Molfese  per la sua presenza e ad Elena con tutto il gruppo I anno Sr

Salvo Greco

…che ciascuno di noi non si stanchi di avere misericordia (dal latino “misericors”- mettere il proprio cuore nelle miserie altrui)…

 Rosanna Biasi

” nessuno è felice come chi sa essere amato” (A. Merini)
è il mio augurio per tutti coloro che si sono presi cura di me nel mio percorso di formazione. Altrettanto auguro a chi sta vivendo adesso il meraviglioso viaggio alla scoperta dei propri ” tesori” da poter poi donare agli altri!!

Graziella Parisi

Auguri perché questi giorni che parlano di accoglienza del nuovo celebrino la preziosità di lasciarci sorprendere dalla vita!

 Alessia Repossi

“L’appartenenza non è lo sforzo di un civile stare insieme, non è il conforto di un normale voler bene, l’appartenenza è avere gli altri dentro di sé” Giorgio Gaber.
Buona Appartenenza!

Fabiola Maggio

Ai miei allievi che mi hanno donato la poesia di un incontro.
A Margherita che lo ha reso possibile.
Buon anno nuovo!
Ti auguro un dono semplice ma dimenticato,
dimora e avventura.
mare in tempesta e porto dalle acque tranquille e sicure.
Ti auguro un dono semplice ma dimenticato.
orizzonte infinito nascosto tra le nuvole,
scontato ed effimero,
miracolo antico e stupore rinnovato di ogni nuovo giorno, di ogni nuovo incontro.
Ti auguro un dono semplice ma dimenticato.
Sii consapevole della poesia che hai dentro ogni volta che respiri-con,
soffio di nascita, di vita e crescita.
Grazia di  esperienza, di esistenza e di Eterno.
Soffiaci dentro alla vita!
Non mancare al respiro, non mancare al nostro incontro.
Lascia che parli il respiro tra me e te.
Qui ed ora.

Teresa Borino

Calore, radicamento, movimento, emozione, armonia: che il Natale sia tutto questo per te… Auguri!”

Graziana Busso

Che la luce di questi giorni natalizi possa guidare le nostre giornate nel corso dell’intero anno che verrà. Che questa “fiaccola” di speranza non si affievolisca, nonostante le difficoltà del quotidiano vivere.

Angela Di Martino

Ai nostri allievi che conoscono la forza e la bellezza del restare, sognare e imparare.
Agli ex allievi e a chi sa nutrire radici e terra.
A Teresa Borino, perché un guerriero sa sempre godere del ritorno alla propria casa.
A Giuseppe Sampognaro, per la cura delle parole e le distanze accorciate.
A Sergio, per la gioia di tutto quello che é nuovo e donato al mondo.
A Gina, per le sue matite colorate e l’uso che fa della parola “parlare”.
A Michele Cannavò, per lo stupore di un’immagine condivisa.
A Fabiola, per la costruzione di un legame e l’instancabile voglia di movimento.
A tutti gli allievi didatti, per gli occhi, il cuore, le mani che mettono a garanzia del tempo che passa.
A tutto lo staff didattico, a chi cavalca la passione di insegnare, di crescere nel confronto, di amare i più piccoli, di masticare i Maestri, di rimanere curiosi dei piaceri della vita, di brindare all’anno che verrà.

A Margherita, al suo saper stare anche un passo avanti e un passo indietro con la freschezza e il desiderio di sentirci liberi.
Che sia un 2015 grandioso,

Marilena Senatore

Buon 2015 dall'Istituto di Gestalt HCC Italy


I giapponesi usano riparare oggetti rotti con l’oro o altri materiali preziosi. Chiamano questa pratica “Kintsugi”. Per loro, quando qualcosa si rompe, subisce e racconta una storia, diventa più bello, più prezioso, più raro. La ferita non è più una colpa, qualcosa di cui vergognarsi, ma è un simbolo, uno stemma da portare con fierezza.
Ognuno di noi diventa speciale e unico proprio per l’intreccio con cui ha integrato le ferite con i desideri e si è “intenzionato” verso l’altro.
E’ proprio l’imperfezione di questo intreccio che diventa “perfezione”, estetica del contatto e bellezza da valorizzare, invece che da nascondere. 
Vi auguro un 2015 pieno di gioia e soddisfazioni, e soprattutto pieno di “Kintsugi”, di amore per quelle “crepe” che diventano parte della nostra bellezza.

Margherita Spagnuolo Lobb