La psicoterapia della Gestalt nella pratica clinica. Dalla psicopatologia all’estetica del contatto.


Dalla psicopatologia all’estetica del contatto. È in questo concetto che risiede l’essenza della nostra prospettiva: nel processo di contatto la sofferenza umana può essere toccata e trasformata, e questa trasformazione è estetica.
Due idee sono presenti: prima di tutto che la psicopatologia è un fenomeno co-creato nel campo, emerge al confine di contatto e può essere trasformata all’interno del processo di contatto.
In secondo luogo questa trasformazione è estetica: ciò significa che è percepita dai nostri sensi, è valutata sulla base di criteri estetici intrinseci e può creare bellezza. Su questa strada possiamo portare la psicopatologia nel cuore della teoria della psicoterapia della Gestalt.

Gianni Francesetti, Michela Gecele, Jean Roubal

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Diventare psicoterapeuta della Gestalt

Come aveva intuito Rank (1932) insegnare la psicoterapia vuol dire dare all’allievo la possibilità di diventare artista, cioè di utilizzare le qualità personali – anche, o soprattutto, quelle che gli sembrano negative e alla base della sua nevrosi – come risorse fondamentali di consapevolezza e contatto terapeutico. La risorsa fondamentale per realizzare questa possibilità è la consapevolezza, ovvero la capacità di essere costantemente presente ai sensi e aggiornati sulla percezione di sé e dell’altro, di accogliere il fluire della dinamica percettiva figura/sfondo senza bloccare il processo attuale di contatto con l’ambiente. L’arte terapeutica implica la capacità di vivere ogni momento di incontro tra terapeuta e paziente stando costantemente al confine di contatto, e riportandolo nel contesto dei contatti che il paziente fa con il mondo.

Margherita Spagnuolo Lobb

Open day della Scuola di Specializzazione in Psicoterapia della Gestalt Diventare psicoterapeuti della Gestalt. Il modello e la formazione

Penso che oggi la psicoterapia abbia un duplice compito:
quello di risensibilizzare il corpo,
e quello del dare strumenti di sostegno relazionale orizzontale,
che possano far sentire le persone riconosciute dallo sguardo dell’altro paritario.

Margherita Spagnuolo Lobb

 
Mercoledì 22 gennaio, a Catania, l’Istituto di Gestalt H.C.C. Italy è lieto di accogliere coloro che desiderano conoscere il modello formativo della Scuola di Psicoterapia. Verrà presentata la prospettiva gestaltica, basata sui valori estetici, come etica delle relazioni di cura, e sui processi di adattamento creativo come principio di sanità.
Lo spirito che contraddistingue la psicoterapia della Gestalt è quello di cogliere gli adattamenti creativi con cui le relazioni umane si autoregolano nelle sfide evolutive intime e sociali.
A tal fine l’Istituto è impegnato ad integrare ed arricchire l’esperienza clinica con i più recenti contributi scientifici internazionali, grazie ai quali intende pervenire ad una sempre maggiore chiarezza epistemologica e ad una comprensione profonda del significato insito nell’esperienza relazionale terapeutica.
L’incontro sarà condotto dalla direttrice dell’Istituto di Gestalt HCC Italy, dott.ssa Margherita Spagnuolo Lobb, didatta internazionale, autrice di testi fondamentali per il modello gestaltico, tradotti in varie lingue. Ha introdotto in Italia gli esponenti più significativi di questo approccio, dedicando il proprio impegno e la propria esperienza formativa e di ricerca alla ridefinizione ermeneutica della teoria del Sé e all’applicazione clinica del modello, con un particolare sguardo ai processi creativi che emergono nella relazione terapeuta-paziente.
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Essere gruppo


Il modo di essere dei membri nel gruppo crea la vitalità, la qualità della presenza, e dunque la spontaneità o meno con cui la vita del gruppo attraversa le sue fasi. Il processo di gruppo è come una corrente sotterranea che dà significato agli eventi, che rappresentano le figure, il modo specifico in cui i suoi membri narrano l’identificarsi con le intenzionalità che sostengono lo sfondo.

Margherita Spagnuolo Lobb

Seminari di Supervisione 2015: Il confine in evoluzione con Margherita Spagnuolo Lobb


Inizierà il 21 Gennaio a Siracusa l’edizione 2015 del ciclo di seminari di supervisione Il confine in evoluzione, condotti da Margherita Spagnuolo Lobb, presso le tre sedi dell’Istituto di Gestalt HCC Italy (Palermo, Siracusa, Milano). I seminari di supervisione sono un’occasione di scambio tra colleghi e di aggiornamento sulle nuove abilità terapeutiche oggi richieste. Il ruolo dello psicoterapeuta è fondamentale nella società contemporanea, ed essere efficaci con i nostri pazienti implica dare un contributo generativo alla comunità di cui facciamo parte.
Ognuno dei tre incontri di questa seconda edizione sarà dedicato ad un tema clinico emergente e includerà momenti teorici ed esperienze personali, per cogliere e sperimentare l’attualità e il fascino della psicoterapia della Gestalt contemporanea:
1) Le esperienze depressive
2) Le esperienze borderline
3) Le esperienze dissociative
La partecipazione al corso è a numero chiuso ed è riservata a Psicoterapeuti della Gestalt e di altri approcci.

Per info e iscrizioni scegli la città in cui preferiresti frequentare il corso:

Palermo             Siracusa              Milano 

 

Seminario gratuito valido come tirocinio interno unict: Fenomenologia delle relazioni intime e della violenza. Un caso di uxoricidio.

«La psicoterapia della Gestalt […] pone al centro dell’intervento di cura il sé,
che in maniera consapevole ed attiva elabora significati, produce intenzioni,
sussiste nel suo continuo aprirsi al mondo, tanto da costituire con esso una medesima realtà.
E’ in questa relazione col mondo, in questo ‘in-tendere verso’ di esso,
che occorre individuare l’origine della sofferenza mentale e al contempo lo spazio della cura»

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Inizio CORSO BASE Training Autogeno in Psicoterapia della Gestalt Siracusa, 22 gennaio 2015

«Essere consapevoli del proprio corpo in funzione delle cose che sappiamo e che facciamo è sentirci vivi. Questa consapevolezza è parte essenziale della nostra esistenza come persone attive e inebrianti»

 Michael Polanyi, cit. in Terapia della Gestalt integrata. Profili di teoria e pratica,
Polster e Polster, 1986, p. 201.

L’interesse dell’approccio gestaltico per l’esperienza corporea si esprime attraverso l’apertura e la curiosità verso diverse e poliedriche prospettive e concezioni sul corpo. In questo scenario si colloca il lavoro di integrazione della classica tecnica del Training Autogeno di J.H.Schultz nell’epistemologia del modello gestaltico, che dà vita al percorso formativo proposto. Il Training Autogeno, in questa chiave di lettura, si apre all’esperienza dell’incontro con l’altro, assumendo una connotazione relazionale e arricchendosi di nuovi colori e sfaccettature. L’esperienza corporea, così vissuta attraverso il Training Autogeno, può proporsi oltre che come tecnica di auto distensione, anche come strumento di conoscenza e consapevolezza di sé.
Condurrà l’incontro la dott.ssa Teresa Borino, psicologa, psicoterapeuta, didatta presso l’Istituto di Gestalt HCC-Italy. Ha partecipato a diversi corsi di approfondimento sul tema della corporeità, conseguendo specializzazioni in Medicina Psicosomatica (corso biennale della SIMP) e in Riabilitazione Equestre (scuola nazionale ANIRE). Per anni ha operato nell’ambito dell’handicap, dell’affido familiare e della formazione professionale.
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I quaderni raccontano.. Il Training Autogeno in psicoterapia della Gestalt


La tecnica di concentrazione corporea sviluppata da Perls è guidata dall’interesse e dal fascino spontaneo che emergono nel qui ed ora, senza un apriori di costrizione e volizione: «La concentrazione positiva è descritta nel modo migliore con la parola fascino; qui l’oggetto occupa il primo piano senza nessuno sforzo, il resto del mondo sparisce, il tempo e i dintorni cessano di esistere; non sorge conflitto interno o protesta contro la concentrazione» (Perls, 1995, p. 200).
Lo stato di autogenia, che si raggiunge al termine del percorso di apprendimento del TA, connotato dalla fiducia nel “lasciare che accada” in ciò che si genera da sé senza sforzo, può essere considerato un sostegno alla tecnica della concentrazione spontanea e al recupero della possibilità di sentire se stessi. «Lo stato autogeno è una condizione di passività, priva di atti volitivi, realizzata nella indifferente contemplazione di quanto accade spontaneamente nel proprio organismo e nella propria mente» (Crosa, 1993, p. XI). Con il TA non si deve imparare qualcosa, piuttosto si “disimparano” comportamenti ai quali siamo stati educati e che ostacolano la crescita e lo sviluppo individuale (Hoffman, 1980). Il recupero della vivacità e della naturale formazione del rapporto elastico tra figura e sfondo è sostenuto dalla condizione necessaria al raggiungimento dello stato autogeno: un’attenzione fluttuante e passiva alla percezione del proprio vissuto corporeo. È l’atteggiamento dello spettatore che a teatro assiste ad uno spettacolo che ha inizio solo e quando in sala cala il silenzio e si spengono le luci.

Teresa Borino

da “Il Training Autogeno in psicoterapia della Gestalt. Rilassamento, consapevolezza, vitalità”, in L’esperienza corporea in psicoterapia, Quaderni di Gestalt, vol. XXVI 2013/1, FrancoAngeli, Milano, pp. 117-118.

La Gestalt in pillole: La fenomenologia

 

«In psicoterapia della Gestalt, secondo la definizione di Husserl, studio delle essenze, filosofia trascendentale che ricolloca le essenze nell’esistenza, metodo per il quale il mondo è “già sempre là” prima della riflessione, tentativo di descrizione diretta della nostra esperienza così com’è.
L’area filosofica che fa capo alla fenomenologia costituisce una fonte e un riferimento fondamentale per la teoria della Gestalt sin dalla sua nascita. Il concetto husserliano di intenzionalità e di mondanità dell’io (quindi incarnato e indissolubile dal mondo) è il terreno epistemologico attraverso cui il soggetto diventa costitutivamente relazionale e fonda una concezione inedita del sé come funzione del campo organismo-ambiente. La separazione soggetto/oggetto diventa una dicotomia secondaria rispetto a una realtà sottostante che è il “mondo-della-vita” percepibile attraverso il corpo vissuto.
[…] il disagio altro non è se non appello alla relazione stessa. Il terapeuta torna così alle heideggeriane «cose stesse» e all’interesse per l’esistente quale emerge nella situazione presente, effettuando dunque un altro salto epistemologico: il passaggio da un modello estrinseco di salute a una valutazione estetica che coglie la bellezza emergente dell’incontro. La terapia è luogo di contatto autentico che conduce alla co-costruzione originale di nuovi adattamenti creativi».
Voce tratta, per gentile concessione dei curatori, da:
Spagnuolo Lobb M., Francesetti G., Fenomenologia in GIORGIO NARDONE E ALESSANDRO SALVINI (A CURA DI) (2013), DIZIONARIO INTERNAZIONALE DI PSICOTERAPIA, MILANO: GARZANTI EDITORE, pp. 292-293.
 
da: www.gestaltpedia.it, l’Enciclopedia della Gestalt.