Aspettando il Corso Professionalizzante Corpo e mente nel dramma dell’abuso.. La lettura del maltrattamento e dell’abuso sessuale nei bambini secondo il Modello Gestaltico con Rosanna Militello 14-15 Giugno, Siracusa

In attesa del corso sul tema dell’abuso sessuale sui bambini, vi riportiamo uno stralcio dell’intervista condotta da Rosanna Militello (Psicologa, Psicoterapeuta della Gestalt, Didatta dell’Istituto Hcc Italy, Consulente Tecnico presso la Procura della Repubblica di Palermo) a Marinella Malacrea (Neuropsichiatra infantile e Psicoterapeuta. Responsabile dell’attività clinica del Centro TIAMA di Milano).
Rosanna Militello: Nel delicato lavoro clinico con l’abuso sessuale, la psicoterapia della Gestalt pone l’attenzione non tanto sul trauma in sé, ma sull’adattamento creativo che il bambino si è dato per sopportare e sopravvivere all’indecenza (Kepner 1995). Gli adattamenti creativi consentono di sopportare situazioni difficili, ma conducono immancabilmente a desensibilizzazioni corporee e/o emozionali. Il contattare l’ambiente diventa “handicappato” e la creatività diminuisce. Scopo della terapia è quello di sostenere lo spontaneo fluire dell’energia bloccata e consentire al paziente di sperimentare schemi relazionali alternativi e più funzionali alla piena presenza del sé. Nel suo lavoro lei parla di” processo riparativo”. Vero cosa tende?
Marinella Malacrea: Il lavoro con il bambino vittima di esperienze infantili sfavorevoli si articola su due livelli. Il primo è un intervento di  elaborazione della sua visione di un “mondo malevolo”, della sua “filosofia” sul funzionamento del mondo e degli esseri umani, il secondo mira alla costruzione, ed alla possibilità concreta di esprimere da parte della vittima, un “mondo benevolo” reale, in cui sentirsi al sicuro da quello da cui si è fuggiti. Poiché nel mondo reale è avvenuta l’esperienza traumatica, la vittima non potrà mai affrontare il dolore che deriva dal guardarla e dal cercare di ricomprenderla, tollerarla ed elaborarla se non c’è garanzia che un’alternativa concreta di vita esista davvero. L’intervento psicoterapico è funzionale a promuovere l’esperienza emozionale riparativa cambiando il sistema di significati della vittima e rendendo desiderabile e riconoscibile la buona esperienza.
 
Rosanna Militello: una domanda un po’ personale per concludere. I nostri piccoli pazienti ci insegnano grandi verità su noi stessi e sul mondo. Cosa le ha insegnato lo stare in contatto col dolore dei tanti bambini che ha incontrato in questi anni?
Marinella Malacrea: Sperimento una grande sintonia tra la mia vita personale e quella professionale, quello che attraverso nella prima, anche doloroso, mi aiuta per la seconda e viceversa. Faccio cose che riescono ancora ad appassionarmi e trovo appassionati compagni di strada. I bambini sanno essere profondi e divertenti allo stesso tempo: mi ricordano che noi essere umani siamo “sorprendenti gioielli, che Dio si oppone a che l’orrore di cui siamo anche capaci vinca, dotandoci di infinite risorse vitali.
Tratto da “Il trauma dell’abuso e il delicato processo della riparazione: come ridare voce e corpo al bambino violato” Rosanna Militello Intervista Marinella Malacrea. Quaderni di Gestalt  XXIV n.2011/1, Concentrazione, Emergenza e Trauma.
 
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Il Training Autogeno in psicoterapia della Gestalt. Rilassamento, consapevolezza, vitalità

L’allenamento del TA garantisce il recupero del ground corporeo dell’esperienza attraverso la somatizzazione, intesa come la possibilità di accesso all’area sensoriale del corpo tramite la percezione. I singoli esercizi possono essere paragonati ai gradini di una scalinata che conducono ad una sempre più in profonda e «intensa immedesimazione sensoriale nella propria corporeità» (Hoffmann, 1980, p.70). (…) Il percorso di apprendimento del TA è un affascinante viaggio verso la conoscenza del proprio corpo, un’esplorazione di parti desensibilizzate o poco conosciute attraverso vissuti e sensazioni che provengono dalla propriocezione, a mezzo di recettori posti nei muscoli, nelle giunture, nei tendini e nella profondità degli incavi e apparati interni.

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14 e 15 Giugno a Siracusa Corpo e mente nel dramma dell’abuso. La lettura del maltrattamento e dell’abuso sessuale nei bambini secondo il Modello Gestaltico con Rosanna Militello

Rosanna Militello, conduttrice del corso, didatta dell’Istituto Hcc Italy, ci racconta brevemente il suo punto di vista relativo alla relazione tra Psicoterapia della Gestalt e il vissuto dell’abuso

In che modo il modello gestaltico si affianca al tema dell’abuso?

La clinica della Psicoterapia della Gestalt da risultati assolutamente sorprendenti con quei bambini che hanno sperimentato  sulla propria pelle la più ignobile delle invasioni.

La forza clinica della Gestalt, infatti, nel lavoro con i bambini abusati, sta proprio nella sua stessa essenza, in quelle caratteristiche intrinseche che la rendono assolutamente flessibile e sorprendente nel creare e promuovere consapevolezza e cambiamento.
Certamente libera e non imbrigliata in schemi strutturati, la clinica gestaltica focalizza l’attenzione sullo spazio fecondo dell’incontro, in quel luogo inesplorato in cui paziente e terapeuta, solo se disposti a osare, possono cominciare a co–creare la loro danza, all’interno di un campo rispettoso,  non invadente, sicuro e chiaro, di una musicalità sempre nuova.
Che ruolo gioca l’esperienza corporea nel vissuto dell’abuso?
 
Nell’abuso, il corpo diventa palcoscenico di impropri accadimenti; è sul corpo e nel corpo che si consumano le ignobili prevaricazioni. Il bambino violato reagisce a ferite così devastanti, adattandosi creativamente all’indecenza. Così facendo, desensibilizza il corpo e si ritira dalla superficie di contatto, sfuggendo dal proprio corpo, sedotto, oltraggiato, violato. Gli adattamenti creativi consentono di sopportare situazioni difficili, ma conducono immancabilmente a quelle desensibilizzazioni corporee che rendono il contattare l’ambiente “handicappato” poiché viene meno la creatività e quindi anche l’unicità dell’individuo. È proprio all’interno dello spazio rassicurante della terapia, zona franca in cui cominciare a costruire la relazione terapeutica, che il piccolo paziente e il terapeuta,  stando in contatto con ciò che accade nel “qui ed ora”, possono dare inizio alla riparazione del trauma e cominciare a ricomporre i cocci di quel sé umiliato e mortificato pesantemente.
 
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Narrative self: L'esperienza con Ruella Frank

Gratitudine e senso di pienezza  dopo le intense giornate di workshop con Ruella Frank.
Molto di ciò che ho sperimentato e ricevuto come contributo esplicativo riferito al modello somatico ed evolutivo è ora in fase di assimilazione.
Mi “porto a casa”  la sensibilità di un dialogo motorio preciso, raffinato, lento come una danza in cui mi è stato possibile rintracciare gli “unfinished business” somatici, quelle interruzioni primarie e fondamentali di sensazioni, emozioni, gesti che minano il campo relazionale.
Il mio pluriennale interesse teorico-pratico alla pedagogia del movimento ha trovato nel lavoro e nel modello proposto da Ruella una preziosa chiave di volta per riorganizzare altre pratiche di consapevolezza corporea e competenze sia sul piano clinico che personale.
Ho potuto vivere attraverso gli esercizi somatici-evolutivi una maggiore presenza dei miei supporti fisiologici al movimento, percepire più intimamente la mia tendenza ad utilizzare con troppo intensità il mio schema di spinta (push) nel gesto ma soprattutto nello sguardo.
Attraverso la qualità del movimento in interazione,  il campo relazionale ha preso forma, è emerso in tutta la sua densità, ricchezza, qualità dinamica. Il modo di “essere con” e le interruzioni di contatto sono diventate materia viva, tenera, palpabile.
Dal movimento emerge il significato. Basta procedere con molta lentezza e fiducia, vivendo e respirando nel campo della relazione, vivendo nel “tra”, oscillando nel “tra”.
Anche senza capire, oscillando come su una corda tesa sull’abisso. Con questa fiducia e nel silenzio qualcosa di molto profondo si è aperto, si apre.
Mi ha colpito come il lavoro percettivo in coppia ha potuto far emergere in modo così preciso la memoria arcaica del corpo.  Insieme ad essa schemi di movimento inibiti, bloccati, impossibili da sperimentare accompagnati da emozioni di paura, confusione, impotenza, angoscia.
Nei miei occhi, la sapiente oscillazione di Ruella che esplora e vive nel campo della relazione, sensibile e acuta, senza fretta, pronta a cogliere l’infinitamente piccolo e significativo e ad esplorarlo : in quale punto senti che non puoi aprirti?
Parola d’ordine: “slow down and wait!”
Maria Cristina Vaccari

NEWS da MILANO: 11 Maggio 2014 secondo giorno di workshop con Ruella Frank

Secondo giorno di lavori, secondo giorno di sperimentazioni ed emozioni, per il workshop internazionale con Ruella Frank, tra tante attese e aspettative. I partecipanti hanno continuato a fare esperienza dei movimenti di base e a sentire attraverso il corpo in azione; tantissime domande teoriche e curiosità si sono aperte.
In modo particolare la riflessione è si è focalizzata sulle risonanze cinestetiche che animano il campo relazionale tra terapeuta e paziente, incrementando la consapevolezza della cineticità del confine di contatto.
La giornata si è chiusa con un good bye intenso e commuovente, durante il quale il gruppo ha assunto una forma circolare e ordinata. Non ci eravamo accorti sino a quel momento quanto numeroso il gruppo fosse stato! È tenero come ognuno, oltre a ringraziare Ruella, abbia lasciato nel gruppo un piccolo racconto di sé connesso a ciò che ha sperimentato in questi giorni.
Grazie Ruella per averci permesso di sentire tutto questo, per averci raccontato del corpo con il corpo, e per averci ricordato il valore dello stay with (stare con) e del slow down (rallentare) nel contatto con i nostri pazienti. Speriamo di reincontrarti presto, in qualsiasi parte del mondo ci incontreremo.
Un ringraziamento speciale va anche a Stefania Benini, per averci tradotto con molta cura, verbalmente e corporeamente ogni passaggio dall’inglese all’italiano e viceversa.
Grazie anche a te Margherita che continui a nutrirci con questi cibi così preziosi e raffinati e che tieni alta l’energia nel portare avanti la Gestalt……

News da Milano: 10 Maggio 2014 primo giorno di workshop con Ruella Frank

Il dialogo dell’ Istituto di Gestalt HCC Italy con Ruella Frank, riservato per i primi due giorni solo agli allievi della nostra scuola di specializzazione,  si apre all’incontro con   terapeuti della Gestalt e professionisti del movimento, provenienti da vari paesi europei.
Un workshop internazionale in cui un gruppo numeroso di partecipanti crea subito un clima multiculturale vivace e poliedrico.

La prima giornata si apre con la possibilità offerta a ciascuno di portare il  proprio se’ al confine di contatto pronunciando semplicemente il proprio nome in una reciprocità di sguardi che svela il desiderio di apprendere insieme.
C’è molta attenzione nell’ascoltare Ruella raccontare la storia della sua formazione, così come la   descrizione e la spiegazione del senso del movimento quale essenza di ogni contatto.
Emerge l’esigenza di un linguaggio corporeo e relazionale per narrare il movimento, talvolta difficile da definire attraverso le parole che dicono, ma più semplice da sperimentare a partire dai propri vissuti corporei .
I movimenti fondamentali, in fondo, ci aiutano a comprendere che la storia di ciascun essere umano e’ una storia di movimento che, a partire dalla vita uterina, spiega Ruella,  è il modo in cui ci muoviamo nel mondo e che racconta delle nostre relazioni primarie.

Questo primo giorno  di workshop ci ha aiutati ad entrare in contatto con la nostra cinesfera e a sperimentare il confine di contatto attraverso piccolissimi gesti che rivelano a sé e all’altro l’essenza del nostro ” being with”.
 
 
 

News da Milano: Gli allievi di Milano incontrano Ruella Frank (2° giorno)

La seconda giornata di questo seminario con Ruella Frank ha visto il gruppo partecipare attraverso l’esperienza in coppie di tutti gli schemi motori relazionali dentro cui si radica e dispiega la sequenza di contatto.

Accanto a momenti di riflessione teorica nati a partire dalle osservazioni emerse e dalle narrazioni delle esperienze vissute.
La presenza del gruppo, accompagnato e sostenuto da Ruella, ha preso vita e dato forma ad un campo attento concentrato, calmo e caldo.

La giornata, e quindi l’intera esperienza per questo primo gruppo costituito da tutti gli allievi della sede di Milano (oggi Ruella condurra’ un’analoga esperienza con un altro gruppo di terapeuti gia’ formati) si e’ conclusa con un good bye intenso e ricco che ha visto nell’ ultimo atto anche lo scambio commosso tra Margherita e Ruella, nominata in quest’occasione “zia” del gruppo di allievi!

Paola Zarini
(allieva didatta  – sede di Milano)

News da Milano: Gli allievi di Milano incontrano Ruella Frank (1° giorno)

L’8 Maggio gli allievi della sede di Milano hanno incontrato Ruella Frank, per il loro seminario curriculare sul tema del corpo. Il clima d’aula si è subito colorato della curiosità e della contentezza di questo nuovo incontro. Dopo una breve presentazione da parte di Margherita della sua “cugina” newyorkese, il seminario ha preso avvio con il racconto di come Ruella ha teorizzato i suoi schemi evolutivi. La giornata formativa è proseguita con momenti esperienziali, in cui gli allievi hanno iniziato a sperimentare, uno dopo l’altro, i movimenti: cedere, spingere, raggiungere, afferrare, tirare, rilasciare. La giornata è stata allietata dalla presenza vivace ma discreta del piccolo Riccardo, di 2 mesi, figlio di Sara allieva del secondo anno. il gruppo si è stretto intorno a lui quando il piccolo ha aiutato Ruella a spiegare dal vivo le sue competenze di movimento e gli schemi evolutivi. É stato un momento molto emozionante ed intimo che ha consentito l’emergere dei lavori personali degli allievi. Lasciando depositare le emozioni ed i movimenti di questa prima giornata, come pioggia a primavera “spring rain”, ci siamo salutati, facendo ricostituire lo sfondo da cui ripartiremo per il secondo giorno del seminario.

Roberta La Rosa

(Allieva Didatta –Sede di Milano)

Aspettando Ruella Frank..

L’Istituto di Gestalt Hcc Italy è pronta ad accogliere Ruella e a partecipare ai seminari che condurrà i giorni 8 e 9 per gli allievi della scuola di specializzazione in psicoterapia della sede di Milano e il 10 e 11  destinato a  psicologi, medici, psicoterapeuti e professionisti del movimento corporeo.
Gli schemi di movimento ci raccontano del paziente che abbiamo di fronte, del modo in cui esprime il suo sé nel mondo, della sua intenzionalità di contatto, della sua storia evolutiva, e dell’insieme dei suoi adattamenti creativi, ed in questo senso rappresentano una lente privilegiata per lo stare-con.
Sarà una grande gioia ospitare Ruella ed imparare dalla sua passione per il corporeo e per il movimento, e riflettere con lei sull’importanza della dimensione cinestetica che, insieme ad una fenomenologica ed estetica,  da forma al tra della relazione paziente e terapeuta.