22 Maggio: Una Gestalt densa di competenze e di emozioni. Le specializzazioni a Palermo

Una Gestalt densa di emozioni, di relazioni significative e di rigore terorico-metodologico ha costituito lo sfondo della discussione delle tesi di specializzazione degli allievi della sede di Palermo.
Dott.ssa. Annalisa Botindari (La riabilitazione psichiatrica come percorso di cura secondo la Psicoterapia della Gestalt. Aspetti teorici e applicativi. Relatore Dott.ssa Marisa Smiraglia)
Dott.ssa. Egle Cilluffo (Istantanea dei vissuti del terapeuta della Gestalt nel lavoro con l’addiction. Relatore: Dott. Giancarlo Pintus)
Dott.ssa. Marilena Di Pasqua (Lutto come strategia di adattamento creativo alla morte. Il processo del lutto in Psicoterapia della Gestalt. Relatore: dott.ssa Marilena Senatore)
Dott.ssa. Dott.ssa. Milena Dell’Aquila (“La danza relazionale nell’esperienza risanatrice del perdono”. Relatore: Dott.Piero Cavaleri)
Dott.ssa. Roberta Genovese (Psicoterapia della Gestalt e Test di Rorschach. Riflessioni, considerazioni e proposte di integrazione. Relatore Dott.ssa Marisa Smiraglia)
Dott.ssa. Glenda Pergolizzi (Il training autogeno e la psicoterapia della gestalt. Relatore: Dott.ssa Teresa Borino)
Dott.ssa. Pinuccia La Placa (Il Sé fra gioco e danza. Lettura gestaltica di un laboratorio con bambini in età prescolare. Relatore Dott.ssa Teresa Maggio)
Dott.ssa. Rossana Maria La Porta (Omogenitorialità: riflessioni teoriche alla luce dell’epistemologia gestaltica. Relatore: Dott.ssa Anna Giacobbe)
Dott. Pietro Maita (Lo scemo del villaggio. Umane re-esistenze. Relatore Dott.re Giuseppe Cannella)
Dott.ssa. Maria Valentina Morreale (Per sempre genitori Omorelazionalità e genitorialità. Relatore: Dott. Salvatore Libranti)
Dott.ssa. Floriana Romano (Benessere organizzativo e vitalità del gruppo di lavoro. Una ricerca qualitativa sul modello di consulenza aziendale della Psicoterapia della Gestalt. Relatore. Dott.ssa Margherita Spagnuolo Lobb)

Margherita Spagnuolo Lobb, direttore dell’Istituto di Gestalt HCC Italy ha introdotto la sessione portando alla platea numerosa ed attenta,  l’emozione con cui ogni specializzazione viene vissuta.  Questo giorno sancisce il passaggio dall’essere allievo all’essere psicoterapeuta,  al professionista che, in prima persona, si assumerà la responsabilità della cura dell’altro. Ha sottolineato l’importanza di una formazione che garantisca agli allievi la possibilità di guardare e attraversare il proprio dolore per giungere ad una conoscenza “incarnata” della sofferenza di cui l’altro è portatore. Ha concluso con un autorevole e al contempo commovente squarcio di speranza in un momento sociale, economico, relazionale così complesso e difficile come quello attuale. Donare al mondo uno psicoterapeuta che abbia imparato ad essere felice significa offrire al mondo il proprio contributo alla costruzione di una felicità che possa essere approdo per tutti.
Ha fatto da cornice all’evento un’aula gremita di amici e parenti degli specializzandi, che con i loro sguardi e i visi commossi hanno accompagnato i propri cari al momento del completamento di un percorso che li ha visti protagonisti per quattro anni.
Ogni sessione di specializzazione assume le vesti di un rituale narrativo, in cui l’emozione sorge e cresce dal semplice ascoltare ed osservare, nella pienezza sensoriale la spontaneità con cui ciascuno intesse le trame di un racconto scientifico ed al contempo personale.
In quel racconto di pochi minuti si ha la sensazione di attraversare l’intera storia di chi la narra e la storia di un gruppo in cui questa storia viene riattraversata.

Sembra quasi possibile poter dire che il percorso per diventare psicoterapeuti sia la strada da percorrere per ritrovare la propria spontaneità, del sentirsi liberi di esprimere le proprie idee, la strada del concedersi le proprie emozioni, dell’esprimere la propria energia, così come anche la strada del perdono. In fondo diventare psicoterapeuti non è altro che un percorso per diventare umani, al fine di offrire la propria umanità a servizio del dolore e della bellezza della relazione con i nostri pazienti.

22 Maggio a Palermo Seminario in contatto Legami e conflitti. Uno sguardo alle dinamiche familiari attraverso la PdG con Viviana Polizzi

Viviana Polizzi (Psicologa, Psicoterapeuta della Gestalt e Didatta dell’Istituto di Gestalt HCC Italy) racconta come la psicoterapia della Gestalt si orienta nella lettura e nel lavoro con le famiglie.
Come la psicoterapia della Gestalt si approccia al tema della famiglia?
La psicoterapia della Gestalt guarda alla famiglia come ad un Organismo unitario in cui, al fine di una sana crescita evolutiva, è importante che ciascuno possa sentirsi in una condizione di benessere. Affinché ciò sia possibile è fondamentale che ciascun componente della famiglia viva con gli altri una relazione sana e funzionale, una possibilità di contatto che da una parte favorisca i cambiamenti evolutivi di ciascun membro e, al contempo,  consenta un accrescimento della relazione familiare stessa, contro ogni forma di cristallizzazione dei legami.
Qual è la peculiarità dell’approccio gestaltico nella terapia familiare?
Il terapeuta della Gestalt legge ogni sintomo che si manifesta all’interno delle relazioni familiari come l’espressione creativa di un malessere che non appartiene esclusivamente alla persona che lo “agisce” ma  che , invece, è portavoce di un malessere di tutta la famiglia.
L’intervento terapeutico può ritenersi valido quando, alla fine del percorso, ciascun componente sente  il proprio cambiamento e di avere conquistato una forma nuova di benessere grazie alla possibilità di avere sperimentato  migliori  modalità relazionali all’interno del proprio nucleo familiare.
 
“la famiglia va intesa come ambiente e luogo in cui i suoi membri, in quanto organismi, imparano modalità di essere-con, in cui l’intenzionalità di raggiungere l’altro può essere vista e apprezzata oppure può essere mortificata, al punto da creare una sofferenza insopportabile, che, sotto certe condizioni porta la famiglia in terapia. A quel punto la famiglia è anche un organismo unico che chiede aiuto all’ambiente andando in terapia, che si mostra al terapeuta nella sua gestalt globale, come una musica stonata che cerca la propria armonia, in modo tale tutti i membri possano suonare la propria musica creando una gestalt familiare armonica”.

Margherita Spagnuolo Lobb

 

Tratto da: Il now for next in Psicoterapia. La psicoterapia della Gestalt raccontata nella società post-moderna, (2011), Franco Angeli Milano.
 

Il now-for-next…Dalla Russia alla Spagna

A breve distanza dall’insegnamento in Russia al Moscow Gestalt Institute, Margherita Spagnuolo Lobb propone il  modello teorico-clinico e didattico dell’Istituto HCC Italy al Centro de Terapia Gestalt diretto da Carmen Vazquez Bandin  di Madrid e Granada.
Interessante notare come due paesi diversi e, per certi versi, lontani non solo geograficamente ma in storia, cultura, politica, lingua e tradizione abbiamo accolto con entusiasmo il modello.
Per noi è conferma di un approccio che reca in sé la possibilità di essere applicato in maniera duttile e creativa a contesti diversi con un profondo rispetto per la diversità di cui ogni esser-ci con è foriero.
Coerente alla dimensione estetica e fenomenologica dell’esperienza il modello non definisce un apriori della relazione ma apre alla possibilità di percepire e sentire la novità di ogni incontro e di ogni qui-ed-ora.
Il seminario si è svolto a Madrid dal 16 al 18 maggio e ha avuto come tema il setting psicoterapico come campo fenomenologico. Come da tradizione del nostro Istituto, la didattica proposta da Margherita ha visto un’alternanza di momenti teorici e pratico-esperenziali con lavori personali e sul processo di gruppo.
Ringraziamo Margherita per la tensione e la cura costante al sostegno di una rete internazionale che permette al nostro Istituto di crescere non solo nello scontato della sicurezza di radici solide ma anche nell’ampio respiro donato dal dialogo con voci diverse.

Nel 2013 è stata pubblicata l’edizione in lingua spagnola del libro Il Now for next in psicoterapia. La psicoterapia della Gestalt raccontata nella società post-moderna che è tra i testi di riferimento per i colleghi e gli allievi spagnoli  del Centro de Terapia Gestalt.

Informazioni : info@gestalt.it

20 Maggio a Caltanissetta: Seminario in contatto La pelle degli psicotici: fragilità e ricchezza con Michele Cannavò

Michele Cannavò (Psichiatra, Psicoterapeuta della Gestalt, Didatta dell’Istituto di Gestalt HCC Italy) ci racconta il suo punto di vista sull’esperienza psicotica.
 In che modo la Psicoterapia della Gestalt legge l’esperienza psicotica?
 
Nell’esperienza psicotica la psicoterapia della Gestalt focalizza l’attenzione e l’intervento al campo fenomenologico-relazionale cogliendo al confine di contatto il dolore e la bellezza di chi confonde mondo interno e mondo esterno.
Come si declina l’intervento terapeutico alle psicosi secondo l’approccio della psicoterapia della Gestalt?
Lo psicoterapeuta della Gestalt lavora sostenendo la possibilità di costruire lo sfondo dei contatti scontati. Il campo relazionale  diventa la “pelle” del paziente, ciò che permette l’emergere di sicurezze esistenziali. Elemento imprescindibile nel lavoro con i pazienti psicotici è la presenza di un setting stabile e definito (comunità terapeutica, equipe, supervisore), necessario a fondare un  ground sicuro e contenitivo. Il lavoro psicoterapico sostiene la creazione di una relazione attenta alle fragilità del paziente e capace di accogliere le verità insite nella sofferenza (crisi, deliri ed allucinazioni) di cui il paziente è portatore.
Sei ancora in tempo per richiedere la partecipazione! clicca qui

Puoi conoscere gli altri seminari gratuiti cliccando qui. Scopri quello più vicino a te!

Intervista Radio ad Antonio Roberto Cascio


Per tutti coloro che sono interessati al tema della psicologia dell’ Emergenza, vi comunichiamo con piacere che potrete ascoltare su RADIO SPAZIO NOI il pensiero di Antonio Roberto Cascio, didatta dell’istituto di Gestalt Hcc Italy, intervistato da Simone Marchese.
La prima intervista riguarda il tema della Psicologia delle Emergenze e sarà in onda il 20 Maggio alle ore 11,45 e 19,45; la seconda, in onda il 27 Maggio alle ore 11,45 e 19,45, affronta il tema delle Emergenze in ambito militare.

Antonio Cascio condurrà il corso professionalizzante
La gestione psicologica degli eventi critici
Psicologia dell’Emergenza secondo il modello gestaltico, il 23 e 24 Maggio a Palermo.

 
Buon Ascolto!
(Frequenze RADIO SPAZIO NOI:  Pa 88- 106,3;  Pa-Me 99,350;  Ag, En Cl 88,5)
Per maggiori informazioni sul corso clicca qui 

Aspettando il Corso Professionalizzante Corpo e mente nel dramma dell’abuso.. La lettura del maltrattamento e dell’abuso sessuale nei bambini secondo il Modello Gestaltico con Rosanna Militello 14-15 Giugno, Siracusa

In attesa del corso sul tema dell’abuso sessuale sui bambini, vi riportiamo uno stralcio dell’intervista condotta da Rosanna Militello (Psicologa, Psicoterapeuta della Gestalt, Didatta dell’Istituto Hcc Italy, Consulente Tecnico presso la Procura della Repubblica di Palermo) a Marinella Malacrea (Neuropsichiatra infantile e Psicoterapeuta. Responsabile dell’attività clinica del Centro TIAMA di Milano).
Rosanna Militello: Nel delicato lavoro clinico con l’abuso sessuale, la psicoterapia della Gestalt pone l’attenzione non tanto sul trauma in sé, ma sull’adattamento creativo che il bambino si è dato per sopportare e sopravvivere all’indecenza (Kepner 1995). Gli adattamenti creativi consentono di sopportare situazioni difficili, ma conducono immancabilmente a desensibilizzazioni corporee e/o emozionali. Il contattare l’ambiente diventa “handicappato” e la creatività diminuisce. Scopo della terapia è quello di sostenere lo spontaneo fluire dell’energia bloccata e consentire al paziente di sperimentare schemi relazionali alternativi e più funzionali alla piena presenza del sé. Nel suo lavoro lei parla di” processo riparativo”. Vero cosa tende?
Marinella Malacrea: Il lavoro con il bambino vittima di esperienze infantili sfavorevoli si articola su due livelli. Il primo è un intervento di  elaborazione della sua visione di un “mondo malevolo”, della sua “filosofia” sul funzionamento del mondo e degli esseri umani, il secondo mira alla costruzione, ed alla possibilità concreta di esprimere da parte della vittima, un “mondo benevolo” reale, in cui sentirsi al sicuro da quello da cui si è fuggiti. Poiché nel mondo reale è avvenuta l’esperienza traumatica, la vittima non potrà mai affrontare il dolore che deriva dal guardarla e dal cercare di ricomprenderla, tollerarla ed elaborarla se non c’è garanzia che un’alternativa concreta di vita esista davvero. L’intervento psicoterapico è funzionale a promuovere l’esperienza emozionale riparativa cambiando il sistema di significati della vittima e rendendo desiderabile e riconoscibile la buona esperienza.
 
Rosanna Militello: una domanda un po’ personale per concludere. I nostri piccoli pazienti ci insegnano grandi verità su noi stessi e sul mondo. Cosa le ha insegnato lo stare in contatto col dolore dei tanti bambini che ha incontrato in questi anni?
Marinella Malacrea: Sperimento una grande sintonia tra la mia vita personale e quella professionale, quello che attraverso nella prima, anche doloroso, mi aiuta per la seconda e viceversa. Faccio cose che riescono ancora ad appassionarmi e trovo appassionati compagni di strada. I bambini sanno essere profondi e divertenti allo stesso tempo: mi ricordano che noi essere umani siamo “sorprendenti gioielli, che Dio si oppone a che l’orrore di cui siamo anche capaci vinca, dotandoci di infinite risorse vitali.
Tratto da “Il trauma dell’abuso e il delicato processo della riparazione: come ridare voce e corpo al bambino violato” Rosanna Militello Intervista Marinella Malacrea. Quaderni di Gestalt  XXIV n.2011/1, Concentrazione, Emergenza e Trauma.
 
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Il Training Autogeno in psicoterapia della Gestalt. Rilassamento, consapevolezza, vitalità

L’allenamento del TA garantisce il recupero del ground corporeo dell’esperienza attraverso la somatizzazione, intesa come la possibilità di accesso all’area sensoriale del corpo tramite la percezione. I singoli esercizi possono essere paragonati ai gradini di una scalinata che conducono ad una sempre più in profonda e «intensa immedesimazione sensoriale nella propria corporeità» (Hoffmann, 1980, p.70). (…) Il percorso di apprendimento del TA è un affascinante viaggio verso la conoscenza del proprio corpo, un’esplorazione di parti desensibilizzate o poco conosciute attraverso vissuti e sensazioni che provengono dalla propriocezione, a mezzo di recettori posti nei muscoli, nelle giunture, nei tendini e nella profondità degli incavi e apparati interni.

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14 e 15 Giugno a Siracusa Corpo e mente nel dramma dell’abuso. La lettura del maltrattamento e dell’abuso sessuale nei bambini secondo il Modello Gestaltico con Rosanna Militello

Rosanna Militello, conduttrice del corso, didatta dell’Istituto Hcc Italy, ci racconta brevemente il suo punto di vista relativo alla relazione tra Psicoterapia della Gestalt e il vissuto dell’abuso

In che modo il modello gestaltico si affianca al tema dell’abuso?

La clinica della Psicoterapia della Gestalt da risultati assolutamente sorprendenti con quei bambini che hanno sperimentato  sulla propria pelle la più ignobile delle invasioni.

La forza clinica della Gestalt, infatti, nel lavoro con i bambini abusati, sta proprio nella sua stessa essenza, in quelle caratteristiche intrinseche che la rendono assolutamente flessibile e sorprendente nel creare e promuovere consapevolezza e cambiamento.
Certamente libera e non imbrigliata in schemi strutturati, la clinica gestaltica focalizza l’attenzione sullo spazio fecondo dell’incontro, in quel luogo inesplorato in cui paziente e terapeuta, solo se disposti a osare, possono cominciare a co–creare la loro danza, all’interno di un campo rispettoso,  non invadente, sicuro e chiaro, di una musicalità sempre nuova.
Che ruolo gioca l’esperienza corporea nel vissuto dell’abuso?
 
Nell’abuso, il corpo diventa palcoscenico di impropri accadimenti; è sul corpo e nel corpo che si consumano le ignobili prevaricazioni. Il bambino violato reagisce a ferite così devastanti, adattandosi creativamente all’indecenza. Così facendo, desensibilizza il corpo e si ritira dalla superficie di contatto, sfuggendo dal proprio corpo, sedotto, oltraggiato, violato. Gli adattamenti creativi consentono di sopportare situazioni difficili, ma conducono immancabilmente a quelle desensibilizzazioni corporee che rendono il contattare l’ambiente “handicappato” poiché viene meno la creatività e quindi anche l’unicità dell’individuo. È proprio all’interno dello spazio rassicurante della terapia, zona franca in cui cominciare a costruire la relazione terapeutica, che il piccolo paziente e il terapeuta,  stando in contatto con ciò che accade nel “qui ed ora”, possono dare inizio alla riparazione del trauma e cominciare a ricomporre i cocci di quel sé umiliato e mortificato pesantemente.
 
Per info e iscrizioni al corso clicca qui

Narrative self: L'esperienza con Ruella Frank

Gratitudine e senso di pienezza  dopo le intense giornate di workshop con Ruella Frank.
Molto di ciò che ho sperimentato e ricevuto come contributo esplicativo riferito al modello somatico ed evolutivo è ora in fase di assimilazione.
Mi “porto a casa”  la sensibilità di un dialogo motorio preciso, raffinato, lento come una danza in cui mi è stato possibile rintracciare gli “unfinished business” somatici, quelle interruzioni primarie e fondamentali di sensazioni, emozioni, gesti che minano il campo relazionale.
Il mio pluriennale interesse teorico-pratico alla pedagogia del movimento ha trovato nel lavoro e nel modello proposto da Ruella una preziosa chiave di volta per riorganizzare altre pratiche di consapevolezza corporea e competenze sia sul piano clinico che personale.
Ho potuto vivere attraverso gli esercizi somatici-evolutivi una maggiore presenza dei miei supporti fisiologici al movimento, percepire più intimamente la mia tendenza ad utilizzare con troppo intensità il mio schema di spinta (push) nel gesto ma soprattutto nello sguardo.
Attraverso la qualità del movimento in interazione,  il campo relazionale ha preso forma, è emerso in tutta la sua densità, ricchezza, qualità dinamica. Il modo di “essere con” e le interruzioni di contatto sono diventate materia viva, tenera, palpabile.
Dal movimento emerge il significato. Basta procedere con molta lentezza e fiducia, vivendo e respirando nel campo della relazione, vivendo nel “tra”, oscillando nel “tra”.
Anche senza capire, oscillando come su una corda tesa sull’abisso. Con questa fiducia e nel silenzio qualcosa di molto profondo si è aperto, si apre.
Mi ha colpito come il lavoro percettivo in coppia ha potuto far emergere in modo così preciso la memoria arcaica del corpo.  Insieme ad essa schemi di movimento inibiti, bloccati, impossibili da sperimentare accompagnati da emozioni di paura, confusione, impotenza, angoscia.
Nei miei occhi, la sapiente oscillazione di Ruella che esplora e vive nel campo della relazione, sensibile e acuta, senza fretta, pronta a cogliere l’infinitamente piccolo e significativo e ad esplorarlo : in quale punto senti che non puoi aprirti?
Parola d’ordine: “slow down and wait!”
Maria Cristina Vaccari