Psicoterapia della Gestalt e neuroscienze – a cura di Piero Cavaleri

Siamo lieti e orgogliosi di annunciare la pubblicazione del libro

Psicoterapia della Gestalt e neuroscienze

Dall’isomorfismo alla simulazione incarnata

A cura di Pietro Andrea Cavaleri

Prefazione di Vittorio Gallese

 
 
Il libro è curato da Pietro Andrea  Cavaleri, psicologo, psicoterapeuta, didatta dell’Istituto di Gestalt HCC Italy, ed è introdotto dal Prof. Vittorio Gallese, neuroscienziato del gruppo dell’Università di Parma che ha scoperto i neuroni specchio.
Cavaleri ,con la sua passione per la ricerca e per la psicoterapia della Gestalt, crea un ponte importante tra la psicoterapia della Gestalt e  la psicologia della Gestalt attraverso le neuroscienze.
Le recenti ricerche di neuroscienze incarnano infatti la possibilità di sviluppare le nostre radici fenomenologiche e gestaltiche.
 
Di seguito riportiamo i titoli dei capitoli che compongono il libro:
1. Dalle parti degli infedeli. Per un dialogo fra saperi diversi, di Pietro A. Cavaleri
2. L’esperienza percettiva. Una passione condivisa, di Pietro A. Cavaleri
3. Il campo organismo-ambiente. Da Lewin a Perls, di Floriana Romano
4. Isomorfismo: un ponte concettuale tra psicoterapia della Gestalt, psicologia della Gestalt e neuroscienze, di Margherita Spagnuolo Lobb
5. Empatia incarnata. Tra psicoterapia della Gestalt e neuroscienze, di Valeria Rubino
6. Concentrazione gestaltica, mindfulness e processi integrativi del cervello, di Mercurio Albino Macaluso
7. Le funzioni del sé, il loro substrato neurofisiologico e le interruzioni di contatto. Alcune possibili ipotesi, di Simona Botto
8. Neuroscrittura e processi terapeutici, di Giuseppe Sampognaro
9. Fenomenologia dell’evento traumatico nella psicoterapia della Gestalt, di Antonio Roberto Cascio
10. Autismo: diversità percettiva e riconoscimento delle emozioni al confine di contatto tra organismo e ambiente, di Antonio Narzisi e Filippo Muratori

11. Il sistema mirror nell’esordio psicotico, di Maria Salvina Signorelli

Il libro è disponibile presso le sedi dell’Istituto, e può essere ordinato anche via internet scrivendo a info@gestalt.it

Meeting dei didatti e allievi didatti dell’Istituto di Gestalt HCC Italy – La nostra didattica tra processo e teoria

L’Istituto HCC Italy organizza, dal 25 al 28 luglio a Catania, il tradizionale convegno annuale riservato allo staff didattico e clinico.
Didatti, allievi didatti e collaboratori si riuniranno per una riflessione e un aggiornamento sulla teoria e sul metodo relativamente alla Scuola di Specializzazione, al Centro Clinico, alle pubblicazioni, ai corsi internazionali.
Buon lavoro dalla redazione del blog a questo gruppo in continuo movimento, impegnato a trasmettere agli allievi una psicoterapia attenta a cogliere e a dare risposte ai bisogni formativi emergenti.
 
La formazione è un processo in continua evoluzione anche per i didatti, che sono chiamati a confrontarsi periodicamente sulle evoluzioni del modello ma anche sulle evoluzioni della società e su possibili “risposte” a problemi clinici. In tutto questo, certamente, la crescita personale del didatta e il suo rapporto con il gruppo dei colleghi e con la Scuola è fondamentale.
(…) Ogni docente porta nel gruppo la propria singolarità e competenza specifica, sia a livello tecnico che personale, che, passando per il fuoco del confronto, si potranno armonizzare con le altre singolarità, creando la forza di un gruppo che genera appartenenza e creatività.
(…) La formazione è un now-for-next anche per il gruppo di didatti, che è sempre una comunità di insegnamento/apprendimento.

Margherita Spagnuolo Lobb

 

Seminari gratuiti "In contatto…con la Gestalt" – La pace come adattamento creativo – Dott.ssa Marisa Smiraglia

Il 20 giugno si è svolto a Palermo il seminario del ciclo “In contatto con la Gestalt” dal titolo La pace come adattamento creativo.
La dott.ssa M. Smiraglia con rigore teorico e competenza clinica ha illustrato ad un gruppo numeroso e fecondo di domande e curiosità quali sono i possibili itinerari da percorrere nella co-costruzione del benessere e della pace. Quali le possibili strategie per promuovere esperienze di contatti “sani e nutrienti”.
Nello scenario contemporaneo la pace si costituisce come adattamento creativo, come possibilità, cioè, di continua costruzione, di confronto e dialogo, ma assumendo sempre  profondo rispetto ed estrema comprensione per quanto già esistente. Pace come adattamento creativo tra il nuovo che affascina ma che non ci sovrasta, ed esistente che ci dà stabilità e appartenenza. Una pace gestaltica accoglie la pluralità, si confronta con forza ed energia, ama la diversità, di cui si nutre e cresce e poi, nella fase diastematica, assimila tutto il buono ma soprattutto il diverso.
La pace gestaltica è profondo amore per la sapiente natura, per la musica dell’universo, per il limite e la sofferenza umana. La pace gestaltica è esaltazione della forza e dell’energia dell’organismo ma anche accoglienza della fragilità. La pace gestaltica è quel senso di meraviglia e stupore per ogni esistenza.

                                                                                                         Marisa Smiraglia

Il 27 giugno 1994 moriva Isadore From, a New York

Isadore era uno dei fondatori della psicoterapia della Gestalt.  Assieme a Fritz e Laura Perls era parte integrante del gruppo che aveva dato vita negli anni Cinquanta a questo modello psicoterapico, la cui nascita era stata sancita dalla pubblicazione del libro di Perls, Hefferline e Goodman, Gestalt Therapy (1951).
Paziente prima di Fritz e poi di Laura Perls (cfr. From I.1987. Storia Orale della Psicoterapia della Gestalt – parte II. Conversazione con Isadore From, a cura di E. Rosenfeld, in: Quaderni di Gestalt, vol. 3, n. 5, pp. 11-35), già Presidente del New York Institute for Gestalt Therapy, ha contribuito significativamente alla diffusione del nostro approccio sia negli Stati Uniti che in Europa. La sua morte ha rappresentato la fine di un’era per la psicoterapia della Gestalt, un capitolo che comprende quasi mezzo secolo.
Il suo insegnamento è stato fondamentale per il nostro Istituto: ci ha donato la conoscenza del libro fondante (Perls, Hefferline e Goodman, 1951), il cui stile erudito e ostico divideva in quegli anni il mondo degli psicoterapeuti della Gestalt. Ci ha donato soprattutto il suo modello relazionale, il suo sguardo al campo fenomenologico co-creato tra paziente e terapeuta, rivisitando in chiave moderna i più importanti concetti psicoanalitici, dando dignità e radici teoriche alle intuizioni gestaltiche, al suo stile creativo, e al now-for-next che sosteniamo nel paziente.
Per me è stato il maestro, non perché sia stato l’unico a insegnarmi il modello, ma perché è stato il mio psicoterapeuta. Lo ringrazio ancora per avermi restituito tutto ciò che gli ho consegnato con onestà, profondità di senso, apertura al futuro. Ricordo ancora con tenerezza la battuta con cui si giustificava sorridendo con altri che lamentavano il fatto che accettasse eccezionalmente i miei inviti quando era già in pensione: “A Margherita non riesco a dire di no”. Come didatta, autrice di testi sulla psicoterapia della Gestalt, psicoterapeuta attiva nel campo del riconoscimento politico della psicoterapia, lo ringrazierò sempre per continuare ad essere un faro luminoso a cui guardare.

Margherita Spagnuolo Lobb

Riportiamo qui alcuni brani del numero dei Quaderni dedicato a lui dopo la sua morte.
È possibile richiedere il numero scrivendo a info@gestalt.it oppure ordinandolo in questa pagina del sito.
Quaderni di Gestalt
Quaderni di Gestalt18/19, 1994.
Da figlia a madre di M. Spagnuolo pp.43-44
(…) Vorrei dire che Isadore mi ha trasmesso quei contenuti chiari, basilari, scarnificati da qualsiasi sovrastruttura che potesse condurre ad un godimento intellettuale, che con purezza spartana costituivano il suo bagaglio di didatta di psicoterapia della Gestalt. Però Isadore mi ha dato anche l’esperienza di un modello estremamente efficace di trasmissione di tali contenuti. La sua teoria non era mai solo teoria: era teoria e al tempo stesso esperienza della teoria. Non solo quando lavoravo con lui, ma anche ogni volta che gli parlavo, sembrava che tutto in lui fosse respiro vibrante (e per me boccata d’ossigeno) di psicoterapia della Gestalt. (…). Penso che questo modo di trasmettere una teoria, in cui l’effettiva relazione tra docente e discente – il qui ed ora- costituisce il corrispettivo esperienziale degli enunciati teorici, sia il più efficace.
 La razionalità della poesia di Ruggero Bianchi p.61
(…) da lui ho appreso a citare sovente due versi di Robert Browning: “cresciamo insieme, il meglio deve ancora venire”.
Il verbo che parlava. La Gestalt ormai tace di N. K. Salathè p.69
Unità, rigore e sobrietà nel pensiero, serietà e disciplina nell’insegnamento: questo fu il contributo senza pari di Isadore From all’elaborazione del corpus della psicoterapia della Gestalt e alla formazione di esperti competenti e coscienziosi.
Da Riflessioni elegiache su Isadore From di Michael Vincent Miller pp.73-79
Questa diretta alternanza di osservazione ed esperienza era il senso primario, secondo Isadore, del momento presente nella psicoterapia della Gestalt. Traendo i suoi esempi da frammenti di evidenza tangibile, le sue interpretazioni o i suoi interventi – i suoi esperimenti, come li chiamava – finivano spesso per essere sintesi e voli poetici. La sua fondamentale fonte di ispirazione era tuttavia e soprattutto ciò che si presenta immediatamente e che, proprio per questo, è facilmente trascurato, l’ovvio per così dire.
Isadore From restò un purista della Psicoterapia della Gestalt e, a questo riguardo, una voce conservatrice (nel senso di conservare, non nel senso politico della parola) tra i più importanti insegnanti e terapeuti. In anni recenti, aveva continuamente ammonito contro le contaminazioni che la psicoterapia della Gestalt subisce ad opera di correnti trasversali e influssi…
Tra i doni che Isadore From ha lasciato in eredità alla psicoterapia della Gestalt c’è il senso della grande ricchezza delle sue radici così come la dimostrazione che la sua teoria e la pratica formano un insieme sufficiente e coerente.
 

News dal seminario "La gestione psicologica degli eventi critici. Psicologia dell’emergenza secondo il modello gestaltico" – Siracusa 15/16 Giugno 2013

Si è svolto a Siracusa il 15 e il 16 giugno il corso professionalizzante “La gestione psicologica degli eventi critici. Psicologia dell’Emergenza secondo il modello gestaltico” condotto dal dott. Antonio Roberto Cascio. Il workshop, che ha registrato il pieno dei partecipanti, ha proposto la specificità che la psicoterapia della Gestalt possiede nel campo dell’emergenza, dando strumenti di lettura e di intervento psicologico in caso di incidente critico nella vita personale o professionale.
Eventi critici improvvisi di qualsiasi origine costituiscono un dato esistenziale con il quale l’essere umano è chiamato a confrontarsi più volte nell’arco della vita. Queste esperienze modificano il modo in cui gli individui rappresentano il mondo, pensano le relazioni, o anche i criteri etici.
A questo punto è fondamentale che si attivino le capacità di resilienza dell’essere umano ed il mantenimento, che come specie vivente gli appartiene, della sua forte vocazione verso il futuro, verso il passo successivo. In contrasto con la possibilità di restare distrutti dall’essersi confrontati con qualcosa di molto grave e pericoloso, si possono invece sviluppare risorse insperate: il contatto con gli uomini e con l’ambiente può diventare più maturo, meno ingenuo, più autentico, in quanto si è preso atto di quella condizione di emergenza sulla quale, per il fatto stesso di esistere, si è costantemente “affacciati”. L’evento critico, a questo punto, può trovare un senso, un posto nelle tappe dello sviluppo e della crescita psicologica.

Iniziare a trovare forma e senso dopo averne sperimentato il contrario: come la Gestalt sostiene l’emergenza.

                                                                                              Antonio Cascio

La vita e la morte che s’intrecciano in un’armonica danza, dove nell’immaginario della relazione tra l’io e il tu andato, nasce un contatto artistico sensorialmente raffinato.
Respirando la vita ho scritto: “Morire saziato di vita morire e chiudere con dignità.
Vivere per poi morire piacevolmente di aver vissuto
Quante volte si muore al giorno
Solo nei sogni infantili puoi provare il piacere magico
e morire di ricordi”.
Continuo a pensare che la cultura della relazione, sia un toccasana.
Ringrazio Antonio, il didatta, così tranquillo e caldo, un affettuoso abbraccio a tutto il gruppo.

Paola D’Apice

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Convegno di studio: Lo sviluppo polifonico dei domini. Processi evolutivi: psicoterapia della Gestalt in dialogo – Milano 13/14 settembre 2013 – Università Cattolica

L’Istituto di Gestalt HCC Italy organizza il convegno di studio con crediti ECM

Lo sviluppo polifonico dei domini

Processi evolutivi: psicoterapia della Gestalt in dialogo

13-14 settembre 2013, ore 9.30-18.30

Università Cattolica, Via Nirone 15, Aula N110, Milano


Qui di seguito uno stralcio del pensiero sullo sviluppo polifonico dei domini di Margherita Spagnuolo Lobb pubblicato in:

Sezione pubblicazioni
Ritengo che nel loro lavoro clinico i terapeuti della Gestalt abbiano bisogno di una mente estetica somato-evolutiva, più che di una mappa epigenetica o di uno schema di tappe evolutive. (,,,)  Per orientare la nostra diagnosi e il nostro intervento, dobbiamo rintracciare nel corpo e nelle parole del paziente l’evoluzione delle sue capacità di contatto e il loro attuale intreccio; per comprendere quanta freschezza e vitalità contengano, non abbiamo bisogno di riferirci a degli stadi maturativi.
(…) Il concetto di dominio (usato inizialmente da Gardner, 1985, nei suoi studi rivoluzionari sullo sviluppo dell’intelligenza) è in linea con l’idea di una complessità nello sviluppo.
(…)Il dominio può essere definito in psicoterapia della Gestalt come un’area di processi e competenze per il contatto, che appartiene allo sfondo dell’esperienza, e che è pronto a diventare figura in certi momenti, e ad interagire con altre capacità, o domini.
(…)Il concetto di dominio si riferisce a competenze chiaramente differenziate, che hanno uno sviluppo proprio durante tutto l’arco della vita, e che interagiscono reciprocamente dando origine all’armonia.
(…)Sviluppo polifonico dei domini è il termine che ho creato per indicare la complessità che anima il fare contatto nel presente, attraverso il sostegno di diverse competenze, armonizzate tra loro.
(…)Un modo possibile di guardare allo sviluppo del paziente nel qui e ora della seduta, allo scopo di sostenere quell’eccitazione per il contatto che ha perduto la propria spontaneità nel corso dello sviluppo.

Convegno in ricordo di Daniel N. Stern LE FORME DELL’INTERSOGGETTIVITÀ NELLO SVILUPPO E NELLA CLINICA – ROMA 8-9 NOVEMBRE 2013

Abbiamo il piacere di invitarvi al convegno organizzato dal Prof. Massimo Ammaniti in ricordo di Daniel Stern. Il pensiero di Stern ha orientato il mondo della psicoterapia a nuove riflessioni e in alcuni casi a svolte epistemologiche sull’idea di sviluppo, sulla concezione della mente, sulla strutturazione dell’identità e sulla relazione terapeutica.
I momenti di confronto teorico-clinico che Daniel Stern nel corso degli anni ha donato alla nostra Scuola hanno costituito per i didatti dell’Istituto  di Gestalt HCC Italy l’incipit per avviare una complessa attività di ricerca e di studio su una prospettiva evolutiva adeguata per guardare allo sviluppo del paziente nel qui e ora dell’incontro terapeutico e in linea con la teoria della complessità e con le moderne teorie evolutive.
Margherita Spagnuolo Lobb presenterà al convegno una relazione dal titolo: “Il sé come spontanea co-creazione: lo sguardo estetico e fenomenologico sullo sviluppo e sulla clinica”.
Vi invitiamo a partecipare a questo evento unico, in cui la moglie e alcuni significativi amici italiani di Stern si ritroveranno per parlare dei doni che hanno ricevuto da lui, e degli sviluppi che vorrebbero curare anche dopo la sua morte.


Il numero 2012-2 dei Quaderni di Gestalt è stato dedicato proprio al tema della prospettiva evolutiva in psicoterapia della Gestalt. Guarda l’indice qui
Ecco uno stralcio del dialogo tra il Massimo Ammaniti e Margherita Spagnuolo Lobb pubblicato come primo articolo della rivista:
Margherita Spagnuolo Lobb
… per noi il sé è una funzione (una capacità di contatto), non un’istanza, e include una sotto-funzione chiamata “funzione-es”. La funzione-es esprime la capacità che il bambino ha di fare contatto attraverso ciò che sperimenta come corporeo, lo definisce come se fosse “dentro la pelle” ma in effetti è un’esperienza originata nel “tra”. (…) Noi invece partiamo già attenti al “tra”, a come l’esperienza soggettiva si crea nel “tra”, siamo nati nel “tra”. Dunque, guardiamo a ciò che accade tra il paziente e il terapeuta, tra il bambino e la madre, cioè a come co-costruiscono il confine di contatto tra loro. Per noi il sé accade lì, nel tra, non c’è una realtà individuale che si confronta con l’altro, è al contrario: il sé nasce dal e nel contatto; Ci si ri-conosce nel contatto con l’altro, il sé è un processo di contatto (Spagnuolo Lobb, 2001) che si forma al confine.
Massimo Ammaniti
… Sicuramente credo che un tema fondamentale del dominio è il senso di sé, uno dei temi di cui ha parlato tradizionalmente Stern (1985) sul senso di sé del bambino nel corso dei primissimi anni di vita. (…) Naturalmente il tema del senso di sé percorre l’arco della vita, si modifica, si amplia e nella considerazione che il sé non è una struttura unitaria e granitica, ma è una struttura complessa in cui convivono aspetti diversi. l’esperienza di sé passa attraverso gli occhi dell’altro. L’intersoggettività significa questo: che il sé si costruisce attraverso gli occhi dell’altro e le interazioni che abbiamo con l’altro.
 

Pensieri ed emozioni dal convegno di Siracusa "Società e traumi infantili. Ricerca e psicoterapia della Gestalt" 7-8 giugno 2013

Quest’anno il convegno che per tradizione l’Istituto di Gestalt HCC Italy (con sede a Siracusa, Palermo e Milano) organizza in occasione delle rappresentazioni classiche al Teatro Greco ha registrato un numero di presenze superiore a qualsiasi aspettativa. Oltre ai contenuti di altissimo livello presentati dai relatori, è anche grazie alla vitalità, al desiderio di mettersi in gioco, alla disponibilità all’incontro e al confronto dei partecipanti che il convegno ha costituito una possibilità di crescita professionale e personale ricca di apprendimenti ed emozioni.  Riportiamo le riflessioni di alcuni leaders dei gruppi di processo, momenti di riflessione ed espressione di sé, che Margherita Spagnuolo Lobb considera un aspetto formativo fondamentale dei congressi organizzati dall’Istituto che dirige.
E’ ai partecipanti che vogliamo dedicare lo spazio di oggi con il nostro “grazie” per esser-ci stati così numerosi e così “presenti”.
Ogni volto esprimeva un’emozione diversa legata all’eccitazione dell’incontro. Nel processo, i corpi vibranti, ciascuno in modo unico e irripetibile, hanno danzato co-creando una nuova meravigliosa forma. Nell’arrivederci, la meraviglia del nuovo “volto del gruppo” riconosciuto da tutti come il volto della speranza, che ha gli stessi occhi dei ragazzi della Sierra Leone, quello che risveglia in chi lo osserva una straordinaria energia vitale, la stessa energia che è in grado di muovere nel “qui ed ora” il battito d’ali di una farfalla dall’altra parte del mondo.
Azzurra Alù, allieva del secondo anno di Palermo, leader del gruppo “Ali di farfalla”
L’esperienza del perdersi nel grande gruppo per poi ritrovarsi ogni volta diversi, trasformati, cresciuti. L’esperienza dell’andare e tornare, sempre noi. L’esperienza dell’aprirsi e del chiudersi della fisarmonica. Ne sento ancora il suono.
Francesco Lotta, allievo del secondo anno di Palermo, leader del gruppo “Ali di farfalla”
“Petali di un fiore che sboccia all’imbrunire.”
Marzia Della
Ci siamo guardati e dopo aver scambiato i nostri doni, abbiamo cominciato a camminare insieme. Passo dopo passo la gioia dell’incontro é cresciuta luminosa anche fuori dai sentieri tracciati, nella condivisione della mensa e dei nostri cuori.
Francesco Sciarrabone, medico psicoterapeuta della Gestalt