Dal seminario "Consapevolezza, concentrazione e incontro terapeutico", condotto da Albino Macaluso il 7 maggio 2013
Martedi 7 maggio 2013, presso la sede di Palermo, Albino Macaluso ha condotto il secondo seminario del ciclo “In contatto con la Gestalt” dal titolo Consapevolezza, concentrazione e incontro terapeutico.
Il seminario ha costituito una possibilità semplificata, ma non banalizzata, di approfondire il tema della consapevolezza in psicoterapia della Gestalt.
Partendo dal presupposto che l’individuo reca in sé le risorse della propria guarigione, Albino Macaluso ha condotto i partecipanti in un percorso teorico-metodologico nel quale il punto di partenza è stato quello dell’esperienza integrativa e sanante della consapevolezza.
La consapevolezza intesa e descritta come centro coesivo di insight efficaci e di per sé capace di modificare e indurre il cambiamento.
Il metodo proposto al gruppo è stato quello della concentrazione, della focalizzazione della propria attenzione su qualche aspetto dell’esperienza presente.
I partecipanti hanno avuto la possibilità di sperimentare, attraverso un’esercitazione pratica proposta dal didatta, il vissuto dell’esperienza della consapevolezza non come un momento statico e immobile ma ricco di potenzialità creative e insight su se stessi in relazione con l’altro.
La buona notizia della psicoterapia della Gestalt è che la consapevolezza non è ‘oziosa’ e impotente, è piuttosto forza creativa e integrativa”. Albino Macaluso
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Seminario di Margherita Spagnuolo Lobb presso l'Istituto di Gestalt della Bielorussia – 26/27 aprile 2013
Corso di Supervisione internazionale condotto da Margherita Spagnuolo Lobb e Gianni Francesetti – Milano 8-12 Maggio 2013
L’Istituto di Gestalt HCC Italy, impegnato per tradizione nella creazione e promozione di una rete internazionale di lavoro e supporto per psicoterapeuti, presenta la prima edizione del
Corso di Supervisione internazionale
in lingua inglese condotto da
Margherita Spagnuolo Lobb e Gianni Francesetti
8-12 maggio, 2013 – Milano
Il gruppo è composto da psicoterapeuti internazionali, allievi della prima edizione del
Gestalt Therapy Approach to Psychopathology and Contemporary Disturbances.
Dall'incontro "E-mozione: la passione". Margherita Spagnuolo Lobb intervistata da Stefania Benini – Milano, 19 Aprile 2013
Venerdì 19 Aprile 2013, presso la sede di Milano, si è svolto il 3° incontro degli eventi “In contatto con la Gestalt”. Il ciclo di serate di quest’anno è dedicato alle “E-mozioni”, intese come movimenti verso, esperienze al confine di contatto, nell’incontro con l’ambiente, all’interno di un campo relazionale co-costruito: da esperienze interne originate da fattori esterni, a esperienze che avvengono in un campo fenomenologico. La serata di venerdì si è focalizzata sulla passione, Stefania Benini ha intervistato Margherita Spagnuolo Lobb.
Con un interlocutore così fortemente impegnato, non potevamo non partire dalla sua presentazione professionale e dal chiedere di parlare del suo lavoro che è proprio la storia di una passione. Una passione sostenuta negli anni dall’impegno e da sacrifici, già all’inizio non sentiti come rinunce, ma come esperienze fondamentali per seguire il sogno di diventare Psicoterapeuta della Gestalt.
L’elemento di novità nell’esplorare un tema così vasto e complesso, è stato l’accento messo da Margherita sull’aspetto del coraggio, il coraggio di trascendere se stessi: subito in primo piano l’aspetto relazionale, la passione viene strettamente collegata ad una energia che ci porta verso l’altro.
Abbiamo cercato di capire cosa contraddistingue una passione vera, sostenuta e durevole, da una passione momentanea, fulminea ed evanescente; sono state fatte connessioni con il mondo degli artisti, degli adulti, degli adolescenti.
Inevitabilmente l’attenzione è ricaduta anche sulla passione amorosa, tema oggi molto attuale purtroppo anche per i fatti di cronaca che vedono un aumento esponenziale di violenza legata alla coppia (un tempo si parlava anche di “delitto passionale”).
Ma quello che in questi casi viene chiamata passione è in realtà un’esperienza di confluenza, una difficoltà a lasciar libero l’altro di crescere.
L’esperienza dell’altro che diventa uguale a me fa provare emozioni forti che a volte si possono erroneamente chiamare passione; a questo fagocitare l’altro, a questa confluenza manca però quell’ingrediente di fondo della passione è cioè la capacità di vedere l’altro, la capacità di trascendere sé stessi.
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L’amore per il lavoro si costruisce dalle prime relazioni, dalla fiducia che gli adulti riescono a trasmettere al bambino quando si muove nel mondo trascendendo se stesso, superando le paure per seguire il pensiero coraggioso che lo fa andare verso l’ignoto.
Margherita Spagnuolo Lobb
Convegno "Società e traumi infantili. Ricerca e psicoterapia della Gestalt" con il Prof. Vittorio Gallese – Siracusa 7-8 giugno 2013
I’Istituto di Gestalt HCC Italy ha dedicato il tradizionale convegno in occasione delle rappresentazioni classiche al Teatro Greco di Siracusa alla riflessione sul rapporto che la società ha oggi con i bambini, e sul loro bisogno di percepirsi una parte costitutiva e importante della comunità sociale.
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Lo sviluppo polifonico dei domini. Verso una prospettiva evolutiva della psicoterapia della Gestalt. M. Spagnuolo Lobb
Lo sviluppo polifonico dei domini.
Verso una prospettiva evolutiva della psicoterapia della Gestalt.
di M. Spagnuolo Lobb
Tratto da Quaderni di Gestalt n.2012-2: La prospettiva evolutiva in psicoterapia della Gestalt
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Riassunto
Rispondendo alla domanda “quale prospettiva sullo sviluppo è coerente con i principi della psicoterapia della Gestalt e dunque utilizzabile a livello clinico dai gestaltisti?”, l’autrice afferma che ciò che serve al clinico non è tanto una teoria dello sviluppo in sé, ma una “mente evolutiva”, ossia una mappa per comprendere come il passato si rivela nel presente, che possa aiutarlo a intuire sia l’evoluzione delle modalità di contatto del paziente che il suo movimento interrotto, l’intenzionalità di contatto bloccata che chiede di essere liberata nel presente. Presenta dunque un modello per osservare come le risorse del paziente sono ancora disponibili nella relazione o sono dormienti. La chiave concettuale di questo lavoro è lo sviluppo polifonico di domini, che l’autrice propone come una prospettiva epistemologicamente coerente di guardare, nel qui e ora della seduta, allo sviluppo del paziente, come una funzione del campo fenomenologico, allo scopo di sostenere l’eccitazione per il contatto che ha perduto la sua spontaneità, nel quadro di riferimento della domanda di terapia del paziente. Descrive i domini gestaltici, le loro caratteristiche e i rischi che implicano nel caso di un confine di contatto desensibilizzato.
Una versione più estesa di questo lavoro è stata pubblicata nella rivista Gestalt Review, con il titolo “Toward a developmental perspective in Gestalt therapy theory and practice: the polyphonic development of domains”, e nel libro
Il now-for-next in psicoterapia. La psicoterapia della Gestalt raccontata nella società post-moderna (2011) di M. Spagnuolo Lobb.
Buon 25 Aprile
Il 25 aprile 1945 i Partigiani, supportati dagli Alleati, entrarono a Milano e Torino, dando il via al processo di liberazione dell’Italia dall’oppressione fascista.
La Festa della Liberazione è il simbolo della fine della dittatura e l’inizio di un percorso che condurrà alla costituzione della Repubblica.
Qualche anno dopo, dalle idee di democrazia e libertà, nasce la Costituzione Italiana.
Davanti al sentimento di confusione e annichilimento di questi giorni di crisi, è importante orientarsi su quale potrebbe essere oggi la nostra liberazione, per sapere cosa vogliamo, non solo dentro noi stessi, ma mentre guardiamo negli occhi, attivando la nostra sensibilità, chi soffre e chi è disperato.
Essere impotenti non significa essere privi di speranza. L’impotenza è difatti la condizione che ci permette di scoprire cose nuove, proprio perché siamo spinti oltre i nostri livelli di auto-sostentamento e invitati nell’incerto e nello sconosciuto, che è l’unico luogo in cui è possibile il cambiamento. Il cambiamento avviene quando si va oltre il massimo livello di auto-sostentamento: qualcosa che richiede una fiducia basilare nel processo.
Per cambiare il senso di impotenza in azione creativa occorre fare il passo sorretti dal proprio sentire, a volte senza sapere esattamente dove si va, senza controllare egotisticamente dove va a finire la nostra azione. Per avere speranza, occorre avere fiducia in ciò che è, e dunque potere superare l’egotismo (“so tutto di me e del mondo, nulla mi sorprende”).
Questo concetto di speranza prevede il passaggio dal dolore alla bellezza, quel coraggio di gettarsi nel movimento verso il mondo, nel rischio di continuare il passo nonostante le paure e le difficoltà.
Perché la Resistenza abbia ancora oggi un senso,
perché i partigiani non abbiano lottato e siano morti invano,
perché la Repubblica e la Costituzione non diventino dei dogmi di fede ma costituiscano ancora oggi la base sulla quale fondare e vivere la nostra identità di cittadini italiani,
impariamo a vivere con gli altri non per essere riconosciuti nelle nostre ragioni, ma per fare il passo nel vuoto che consente di trascendere noi stessi, per occuparci di quella meravigliosa “parentesi” che è il non sé. Impariamo a dare sostegno al senso di sé di chi vive momenti di disperazione, a ricostruire la trama della sua vita, impariamo a riconoscerci nella nostra sensibilità innanzitutto emotiva e fisiologica (prima che ideologica) che ci fa sentire cittadini di un luogo.
E attenzione: se il riconoscimento del dolore avviene sottolineando il bisogno di dipendenza di chi soffre, allora diventa seduzione. Se il riconoscimento, al contrario, avviene sostenendo la tensione creativa, la voglia di esserci con le proprie differenze, possiamo dire che quel riconoscimento diventa terapia, o semplicemente senso di umanità.
Margherita Spagnuolo Lobb