Gestalt Therapy Approach to Psychopathology and Contemporary Disturbances

Gestalt Therapy Approach to Psychopathology and Contemporary Disturbances.

Margherita Spagnuolo Lobb e Jean-Marie Robine

condurranno il secondo seminario della seconda edizione del corso biennale
in lingua inglese

20 – 24 marzo 2013 – Roma

Gli argomenti approfonditi durante il seminario saranno:

  • Disturbi di personalità
  • Disturbo borderline
  • Esperienze psicotiche
  • Ansia

Il gruppo è composto da 30 psicoterapeuti della Gestalt provenienti da tutta Europa e Russia.

Le verità del corpo in psicoterapia della Gestalt

L’attenzione al corpo prospettata dal metodo gestaltico segna un passaggio importante per la psicoterapia in genere: dall’ottica di una profondità riferita a sedi esperienziali prettamente psichiche, all’ottica di una profondità intesa come incarnazione delle relazioni.
Il qui-e-ora esperito a livello corporeo dal paziente è una gestalt creativa che riassume gli schemi relazionali corporei e sociali assimilati nei contatti precedenti e le intenzionalità che sostengono l’attuale contatto che il paziente fa con il terapeuta.
Il linguaggio terapeutico deve partire dalle “ragioni del corpo” del paziente, per dirlo con le parole di Nietzsche, così come esse si riverberano nel corpo del terapeuta.
Così le metafore – le icone tematiche – vengono fuori dal senso interiore di poesia che il terapeuta acquisisce mettendo insieme il vissuto del proprio processo e il coraggio di riuscire a leggere qualcosa di straordinario nel semplice o qualcosa di semplice nell’apparente complessità dell’espressione del paziente. L’intervento terapeutico, che deriva da questa elaborazione dei due orizzonti esperienziali, quello del terapeuta e quello del paziente, deve agire non “al di sopra”, ma “alla base” della consapevolezza del paziente, quasi per solleticarlo, perché egli possa sentirlo nelle ossa e nelle giunture, nei muscoli e nei tendini, nei bulbi oculari e nei condotti lacrimali, nella bocca e nella saliva.
                                                                                                Margherita Spagnuolo Lobb

Master professionalizzante in Psicologia Forense

L’Istituto di Gestalt HCC Italy ha attivato il Master professionalizzante in Psicologia Forense ad orientamento fenomenologico-relazionale
Tecniche e strumenti per la consulenza in ambito civile e penale

                                          Siracusa Maggio 2013 – Maggio 2014
 

Apertura e presentazione del Master

sabato 16 marzo 2013 dalle 16.00 alle 20.00 a Siracusa,  Palazzo Vermexio, Piazza Duomo

Convegno di studio: Psicologia e Giustizia
Funzioni e competenze della psicologia forense
Evento accreditato dall’Ordine degli Avvocati e degli Psicologi

                                           (evento, gratuito e aperto al pubblico)
 

Avv. Giuseppe Alvise Troja,
Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Siracusa
Dott.ssa Sonia Tinti Barraja,
Consigliere Ordine Psicologi Regione Sicilia
Dott.ssa Margherita Spagnuolo Lobb,
Direttore Scuola di Specializzazione in Psicoterapia
Siracusa, Palermo, Milano
Introduzione al convegno: può la prospettiva fenomenologica e relazionale aiutare il giudice?
Prof. Santo Di Nuovo
Professore Ordinario di Psicologia e Presidente Corsi di laurea di Psicologia,Università degli Studi di Catania
Categorie giuridiche e psicologiche, un possibile incontro
Prof. Salvatore Aleo
Professore Ordinario di Diritto Penale e Criminologia dell’Università degli Studi di Catania
Infermità di mente e pericolosità sociale
Prof.ssa Angela Maria Di Vita
già Professore Ordinario di Psicologia Dinamica dell’Università degli Studi di Palermo
Le ferite dell’amore. Una lettura psicogiuridica dello stalking
Avv. Sebastiano Grimaldi
già Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Siracusa
Norme deontologiche e psicologia forense
Dott.ssa Jlenia Baldacchino
Psicologa Psicoterapeuta
Presentazione del Master
 
Info e iscrizioni:
Invia richiesta di iscrizione all’evento, al Master o richiedi informazioni
Per assistenza:
info@gestalt.it
 

Expert meeting sulla conoscenza e competenza nella ricerca in psicoterapia FIAP CNSP SIPSIC – Roma, Facoltà di Medicina e Psicologia, 19 febbraio 2012


Si è svolto a Roma il 19 febbraio scorso l’expert meeting organizzato da FIAP, CNSP e SIPSIC. Lo scopo è stato quello di fornire al clinico un contatto con esperti della ricerca in psicoterapia, e di sensibilizzarlo a questa competenza presentando dei modelli operativi accessibili, sia qualitativi che quantitativi.
Rivolto ad un gruppo di docenti e tutor coinvolti in progetti di ricerca, il meeting si è articolato in una open lecture di Robert Elliott e in un workshop con un gruppo ristretto.
Il meeting è stato organizzato da Gianni Francesetti, Presidente FIAP nonché didatta dell’Istituto di Gestalt HCC Italy. Era presente anche il Direttore dell’Istituto Margherita Spagnuolo Lobb e i seguenti didatti e collaboratori: Michele Cannavò, Roberta La Rosa, Elena Guerri, Silvia Tosi, Alessia Tedesco, Anna Giacobbe, Monica Bronzini e Marcella Martucci.
Un secondo incontro con vari esperti della ricerca si svolgerà l’8 e il 9 aprile, con una modalità di lavoro di tipo teorico ed esperienziale, in modo da favorire sia il trasferimento di informazioni, sia lo scambio e la discussione partecipata attraverso il lavoro in gruppi.

 
 
 
 
 
 
 

Tra identità e storia

La natura umana in parte è data (…) ma in parte crea se stessa, e questo adattamento creativo in circostanze favorevoli è in se stesso un elemento essenziale della natura umana fondamentale. (…) Il problema della psicoterapia è quello di ottenere dal paziente l’appoggio del suo potere di adattamento creativo senza sforzarlo ad entrare dentro lo schema fisso della concezione scientifica del terapeuta. (…) E’ ovviamente desiderabile una terapia che non stabilisca una norma troppo rigida, e cerchi invece di ottenere il più possibile dalla struttura della situazione presente, qui ed ora. Spesso, bisogna ammetterlo, il terapeuta cerca di imporre al paziente la propria norma di salute. Ogni piano d’azione è un’astrazione dalla situazione concreta e il terapeuta ripone la sua fiducia in quest’astrazione.
Perls F., Hefferline R., Goodman P. (1997) Terapia e pratica della terapia della Gestalt, Vitalità e accrescimento della personalità umana. (pp. 90, 91)

Mi racconto a te

Raccontare è vivere, e vivere senza raccontare è un vivere vuoto, solipsistico, senza un contatto reale con l’altro. L’essenza dell’esistenza non si coglie “lasciandosi vivere”, ma creando il proprio racconto, che parte sempre dall’esperienza di una situazione (quindi da dati fenomenologici) e che è animato, sostenuto, da un’intenzionalità di contatto, da un desiderio di raggiungere l’altro con spontaneità.

                                                    M. Spagnuolo Lobb

Un sorriso includente

A due settimane dalla scomparsa della collega e amica Marilena Menditto, Direttore della Scuola di Specializzazione in Psicoterapia della Fondazione Italiana Gestalt (Roma), vogliamo ricordarla con uno stralcio di un suo articolo pubblicato nell’ultimo numero dei Quaderni di Gestalt. Uno dei suoi ultimi scritti che testimonia le riflessioni dei suoi ultimi anni  sull’importanza  attribuita alla possibilità di armonizzare in sé la tendenza alla realizzazione personale e contemporaneamente il vivo e partecipato rapporto con la comunità.
Il nostro Istituto, per tradizione impegnato a garanzia del dialogo e del confronto con l’Altro,  di un’apertura individuata e creativa alla società, è vicino al pensiero di Marilena.
M. Spagnuolo Lobb parla di autonomia appartenente per descrivere il senso di radici solide che, allo stesso tempo, diano il permesso di creare forme nuove capaci di risolvere problemi concreti della società.
Il “sorriso includente” di Marilena, il suo pensiero e le sue parole continueranno ad essere per noi sostegno nel portare avanti la nostra tensione inesausta al confronto e all’inclusione delle diversità come promototori di consapevolezza e di crescita.


Il nostro destino è di essere creature portatrici di riflessioni sull’agire etico, che sono alla base di qualsiasi agglomerato e civiltà.
Se fino a qualche decennio fa le discipline psicologiche e psicoterapeutiche mettevano in figura l’individuo, attualmente, nella lettura dell’identità, del malessere e della patologia emerge in figura l’importanza della lettura del ground, dello sfondo, del contesto, della comunità. Ci stiamo interrogando e confrontando su come favorire il senso di appartenenza e di connessione gli uni agli altri. L’Altro è indispensabile per definire chi siamo stati, chi siamo, dove stiamo andando. L’altro è indispensabile per definire il nostro senso di sé. L’individuo, riannodando il contatto perduto con l’alterità, ha la possibilità ritrovare il proprio senso di sé.
Sappiamo molto su come favorire il senso di individualismo, su come sentire il senso di separazione. Nelle società contemporanee ciascuno si sente sempre più autosufficiente, ma nello stesso tempo dipende da servizi e apparati tecnologici che non controlla. A tutto questo corrisponde un’instabilità e incertezza di rapporti se non una carestia di relazioni, che permeano il senso di sé, la vita affettiva e il senso di appartenenza alla comunità. La riflessione su una nuova visione della persona e della comunità sta coinvolgendo differenti professioni in un confronto entusiasmante e costruttivo, si avverte un forte bisogno di occasioni per il dialogo nella differenza, per contribuire a riscrivere nuove caratteristiche per la persona che vive nella complessità delle società contemporanee.
Gli studiosi sempre più, individuano strumenti che facilitino l’individuo a far convivere ed armonizzare in sé la tendenza alla realizzazione personale e contemporaneamente il vivo e partecipato rapporto con la comunità. Ogni trasformazione richiede impegno, entusiasmo, scelte e perdite. Modificare i nostri comportamenti, le nostre idee, abituarci a nuove metodologie è un percorso articolato e complesso che conduce verso rotte mai esplorate prima. Lo spirito d’avventura, la curiosità e la flessibilità devono appartenerci, ma ancora più importante è non procedere da soli nella nebulosa incertezza del viaggio.
                                                                                   Marilena Menditto

Amore e mistero

L’esperienza amorosa è esperienza del mistero dell’altro.
Si dice che la scintilla dell’amore scatti in modo imprevedibile. Ciò che ci attira nell’altro rompe gli argini della nostra quiete razionale, e diventa ossessione quotidiana, finché il mistero che ci attrae non si svela a noi.
Ciò che ci fa innamorare è il mistero dell’altro, quella tensione armonica che, non essendo stata riconosciuta, egli tiene chiusa al mondo. L’innamoramento è possibile grazie a un intuito profondo: vediamo nell’altro ciò che ha nascosto, il suo mistero appunto. E la forza amorosa ci porta a svelare questo mistero, con una capacità terapeutica naturale (che è l’innamoramento), per rivelare all’altro la bellezza che ha celato.
Allo stesso modo, sentirsi toccati dallo sguardo dell’innamorato ha l’effetto di una carica vitale: ci si sente rinati a nuova vita, ricaricati di un’energia buona e primaria che ci fa riappropriare di tutta la vitalità di cui si è capaci.
L’innamoramento è un grande momento terapeutico della vita, in cui è possibile riprendersi le parti di sé che sono state sacrificate per risolvere situazioni difficili. L’innamoramento è una cura istantanea, potente, e proprio per questo a volte rischiosa.
Amare l’altro vuol dire amare l’armonia che egli ha reso invisibile, sapere intuire il dolore e la bellezza più profonda che hanno forgiato l’anima errante dell’altro, le domande che dirigono la sua vita, e fornire una casa per questo errare, un luogo che contiene.

                                                                                                     Margherita Spagnuolo Lobb

Con i versi del poeta Nazim Hikmet
vi auguriamo una felice giornata
 
Amo in te l’avventura della nave che va verso il polo
Amo in te
l’audacia dei giocatori delle grandi scoperte
Amo in te le cose lontane
Amo in te l’impossibile

entro nei tuoi occhi come in un bosco
pieno di sole …

News dal seminario: Il parto come rinascita relazionale, Milano

bambino gestalt“Partorirai con dolore” recita la Genesi.
“Le gioie fecondano , i dolori portano alla nascita” afferma Blake.
Il dolore fa parte della nostra vita ed è educativo.
Il dolore crea uno stato di crisi, che può essere superato positivamente “allargando” i propri confini, la definizione personale di ciò che si può o non si può fare.
Il “partorirai con dolore” può essere allora inteso come “crescerai nel dolore”, o meglio, “rinascerai nel dolore”.
                                                                                             M. Spagnuolo Lobb
Vai alla pagina dedicata al corso

Milano: Il Parto come rinascita relazionale, 13-14 febbraio 2013

Inizia domani presso la sede dell’Istituto di Gestalt HCC Italy, sede Milano  il

Corso di psicoprofilassi al parto
secondo il metodo Spagnuolo Lobb

parto gestaltL’idea della nascita riempie di una luce diversa. Quando si attraversano le potenzialità relazionali che sono insite nel processo del partorire, il parto diventa – sia per l’uomo che per la donna – un’occasione di crescita per le nostre relazioni, molto più pregnante di un semplice evento fisiologico.
Questo modello considera il parto come occasione di rinascita e di crescita per la madre e per la coppia, prevede attività che aiutano a vivere l’esperienza del parto non solo in modo partecipato e significativo, ma anche mettendo in luce quelle competenze relazionali che segnano l’essere genitori.
Il corso è rivolto a psicoterapeuti della Gestalt, psicologi, medici e a tutti coloro che vogliono acquisire una competenza specifica di conduzione di gruppi di psicoprofilassi al parto.
Sono disponibili gli ultimi posti, per partecipare al corso clicca qui