Quaderni di Gestalt
2016/1 – volume XXIX
La psicoterapia della Gestalt con i bambini
Indice del numero
EDITORIALE
Per uno sguardo fenomenologico ed estetico al sé dei bambini
di Margherita Spagnuolo Lobb, Giuseppe Sampognaro
DIALOGHI
L’esperienza del movimento: la risonanza cinestetica come sentimento relazionale. Intervista a Ruella Frank
a cura di Fabiola Maggio, Silvia Tosi
RELAZIONI
Lasciarsi trasformare dai figli. Proposta di un modello estetico di genitorialità
di Margherita Spagnuolo Lobb
Lavorare con l’età evolutiva in psicoterapia della Gestalt
di Giuseppe Sampognaro
Il movimento in una prospettiva evolutiva: per una contestualizzazione dell’approccio di Ruella Frank
di Fabiola Maggio
GESTALT IN AZIONE
Ogni vita merita un romanzo.
Seduta co-condotta da Erving Polster e Margherita Spagnuolo Lobb
a cura di Elisabetta Conte, Maria Mione
STUDI E MODELLI APPLICATIVI
Psicoterapia della Gestalt con i bambini: un modello di lavoro di gruppo
di Silvia Tosi
STORIA E IDENTITÀ
Introduzione a: Fritz Perls, Teoria e tecnica dell’integrazione della personalità (1948)
di Bernd Bocian
Teoria e tecnica dell’integrazione della personalità
di Fritz Perls
CONGRESSI
Il custode del mio altro. Come nutrire la vita interiore del clinico
Workshop con Donna Orange – Palermo, 22-23 gennaio 2016
di Antonio Roberto Cascio
RECENSIONI
Taylor M. (2016). Psicoterapia del trauma e pratica clinica. Corpo, neuroscienze e Gestalt
di Luigi Janiri
Pintus G., Crolle Santi M.V., a cura di (2014). La relazione assoluta. Psicoterapia della Gestalt e dipendenze patologiche
di Iolanda Gaudiosi, Roberto Minotti
Bloom D., O’Neill B., eds. (2014). The New York Institute for Gestalt Therapy in the 21st Century. An Anthology of Published Writings Since 2000
di Desmond Kennedy
Oaklander V. (2007). Hidden Treasure. A Map to the Child’s Inner Self
di Silvia Tosi
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Contenuti
Per uno sguardo fenomenologico ed estetico al sé dei bambini
Questo numero dei Quaderni di Gestalt testimonia un rinnovato interesse dell’Istituto di Gestalt HCC Italy verso la terapia della Gestalt con i bambini.
Nel 1999 abbiamo tradotto in italiano il libro di Violet Oaklander, Windows to Our Children (tradotto come Il gioco che guarisce), che, assieme a un altro testo curato da Gordon Wheeler (non tradotto in italiano) e ad alcuni articoli a firma di didatti di questo Istituto, è rimasto per anni l’unico punto di riferimento su questo particolare setting. Lavorare con i bambini e le famiglie è pratica comune per molti colleghi, alcuni dei quali scelgono addirittura questo come ambito esclusivo nel loro lavoro. Il vuoto teorico e di scambio di prassi cliniche richiede lo sviluppo di competenze e conoscenze specifiche in questo settore, per il bene del nostro approccio e dei nostri pazienti.
Da qui la decisione di pubblicare un numero della rivista sulla psicoterapia della Gestalt con i bambini, per raccogliere contributi e riflessioni di chi lavora con questa particolare fascia di età, allo scopo di sostenere il loro lavoro, sia attraverso la conoscenza di come operano altri colleghi, sia mediante un confronto con altri approcci.
Questa decisione fa eco alla pubblicazione in lingua inglese di un libro curato da Spagnuolo Lobb, Levi e Williams, Gestalt Therapy with Children. From Epistemology to Clinical Practice (vedi www.gestaltitaly.com). Il testo, pubblicato nel 2016, è introdotto da Violet Oaklander e commentato con una post-fazione da Gordon Wheeler. Ha lo stesso scopo di scambio e approfondimento, riportato nella comunità gestaltica internazionale. Di prossima pubblicazione in italiano, potrà costituire un ulteriore supporto a questo settore specifico del nostro lavoro, sempre più importante.
Lo sguardo fenomenologico ed estetico al mondo dei bambini, ai loro contatti con i caregiver e con i pari, è oggi sempre più necessario, per dare strumenti adeguati a curare la desensibilizzazione diffusa tra le giovani generazioni.
In questo numero l’approccio estetico e fenomenologico sui bambini è trattato in modo puntuale e articolato.
Nella sezione Dialoghi, Ruella Frank – intervistata da Fabiola Maggio e da Silvia Tosi – parla della sua teoria centrata sull’osservazione del movimento del bambino. Chi legge le affermazioni della Frank, noterà come la sua teoria presenti diverse assonanze con la teoria dei domìni. La più evidente è forse l’idea centrale di poter leggere il passato relazionale della persona nel presente e, sempre nel presente, consentirle di sviluppare ciò che ha interrotto nel passato. Altro aspetto che accomuna i due modelli è il linguaggio prettamente fenomenologico, e quindi la concezione squisitamente gestaltica per cui si lavora terapeuticamente con ciò che è presente – e non sottolineando ciò che manca – nel campo esperienziale.
La sezione Relazioni è aperta da un articolo di Margherita Spagnuolo Lobb che illustra il suo modello di genitorialità, dal titolo “Lasciarsi trasformare dai figli. Proposta di un modello estetico di genitorialità”. Il contributo si sofferma su due fondamentali aspetti: l’importanza, per i genitori, di riconoscere e valorizzare le intenzionalità del figlio mediante un processo estetico di contatto; sostenere nel figlio la spinta creativa all’autonomia pur nell’appartenenza, e il suo modo di essere cittadino del mondo. L’articolo in sostanza applica i princìpi dell’estetica relazionale gestaltica al modo di essere genitori oggi, sottolineando come questa competenza – che si traduce nella capacità di sostenere il now-for-next dei figli – sia ormai ineludibile in una società come la nostra, per definizione “liquida” e desensibilizzata.
Il contributo di Giuseppe Sampognaro, “Lavorare con l’età evolutiva in psicoterapia della Gestalt”, indica una modalità gestaltica di presa in carico e le tappe processuali del lavoro clinico con l’età evolutiva. L’autore si basa sull’esperienza clinica all’interno del servizio di NPI presso cui lavora da tempo, e sottolinea come sia possibile cogliere chiari elementi di continuità tra bambino e adulto in ottica relazionale.
Nel suo articolo (“Il movimento in una prospettiva evolutiva: per una contestualizzazione dell’approccio di Ruella Frank”), Fabiola Maggio si sofferma sul significato evolutivo del movimento infantile, contestualizzando il modello somato-evolutivo di Ruella Frank rispetto ad altri approcci. Descrive le assonanze tra questa modalità gestaltica e la teoria di Stern, quindi con le neuroscienze, e infine con gli sviluppi all’interno della stessa psicoterapia della Gestalt, consentendo così di volgere uno sguardo più focalizzato al lavoro di Ruella per renderlo ancora più fruibile all’interno del dialogo cine-estetico tra paziente e terapeuta.
Anche gli altri articoli di questo numero ruotano attorno alla clinica per l’infanzia.
La rubrica Gestalt in azione è dedicata alla seduta condotta in co-terapia da Erving Polster e Margherita Spagnuolo Lobb, “Ogni vita merita un romanzo”. Il resoconto del lavoro e il suo commento, a cura di Elisabetta Conte e Maria Mione, testimoniano come – nel setting triadico – i due terapeuti consentano alla paziente di rivivere il triangolo primario. È proprio il lavoro sulle relazioni primarie a giustificare la presenza qui di questo splendido esempio di come una co-conduzione del processo terapeutico possa risvegliare, in chi ne fruisce, il gesto mancato e l’interesse per la vita.
In Studi e modelli applicativi, il contributo di Silvia Tosi (“Psicoterapia della Gestalt con i bambini: un modello di lavoro di gruppo”) illustra un interessante approccio di gruppo nel lavoro clinico con i bambini. L’esperienza assume caratteristiche particolarmente stimolanti per lo spirito gestaltico da cui è pervasa, soprattutto per il coinvolgimento – realizzato con rispetto e fiducia – dei genitori e delle loro competenze all’interno del setting terapeutico. Un modello, questo, sicuramente da applicare e replicare anche in altri contesti.
Nella sezione Identità e Storia, Bernd Bocian ci offre un prezioso testo sino a oggi inedito in Italia, “Teoria e tecnica dell’integrazione della personalità”: una descrizione dal vivo dell’interesse critico di Perls verso l’integrazione della persona contro la dicotomia tra ciò che è buono/accettato e ciò che non lo è. Leggere questo articolo ci consente di collocare i principi della psicoterapia della Gestalt nel passaggio dalla psicoanalisi ad un nuovo modello fenomenologico.
Nella sezione Convegni, Antonio Roberto Cascio ci racconta in modo esaustivo il seminario internazionale dal titolo “Il custode del mio altro. Come nutrire la vita interiore del clinico”, svoltosi a Palermo a gennaio 2016, e che ha avuto come protagonista Donna Orange. L’illustre esponente della psicoanalisi intersoggettiva ha sottolineato – tra l’altro – come la prospettiva etica della psicoterapia vada al di là della tecnica, definendosi come un incontro tra due umanità limitate, e proprio per questo generatrici di terapia.
Infine, nella sezione Recensioni, presentiamo quattro libri. Il libro di Miriam Taylor, Psicoterapia del trauma e pratica clinica. Corpo, neuroscienze e Gestalt, con la prefazione di Luigi Janiri. Scritto dalla prospettiva della psicoterapia della Gestalt, il libro integra le più rilevanti ricerche e teorie contemporanee e i più recenti modelli di lavoro con il trauma.
Iolanda Gaudiosi e Roberto Minotti recensiscono il libro di Giancarlo Pintus e Maria Vittoria Crolle, La relazione assoluta. Psicoterapia della Gestalt e dipendenze patologiche, considerandolo un contributo unico ed originale alla comprensione del fenomeno dell’addiction. Desmond Kennedy recensisce The New York Institute for Gestalt Therapy in the 21st Century. An Anthology of Published Writings Since 2000, a cura di Bloom e O’Neill, un’appassionante raccolta di scritti che realizza nel ventunesimo secolo la missione fondante del New York Institute for Gestalt Therapy: portare le potenzialità di cura della terapia della Gestalt ad un mondo dilaniato dai conflitti. Infine Silvia Tosi, con chiarezza espositiva e competenza in ambito evolutivo, recensisce l’ultimo libro di Violet Oaklander, Hidden Treasure. A Map to the Child’s Inner Self, un volume ricco di tecniche, di esempi e di casi clinici inerenti al lavoro con i bambini e gli adolescenti.
Nel consegnare ai lettori questo numero della rivista proviamo un senso di soddisfazione per il contributo offerto alla crescita del pensiero gestaltico in tema di psicoterapia dell’età evolutiva. Oggi, rappresenta un impegno fondamentale, che completa il senso e la prassi del nostro approccio clinico: grazie a una mentalità terapeutica centrata sui valori estetici e relazionali, è possibile prenderci cura dell’altro, qualunque sia la sua età, calibrando nel modo giusto la nostra creatività condivisa.
Margherita Spagnuolo Lobb, Giuseppe Sampognaro
Siracusa, giugno 2016