Quaderni di Gestalt
2012/1 – volume XXV
La psicoterapia della Gestalt con i gruppi
Indice del numero
EDITORIALE
La psicoterapia della Gestalt per i gruppi
di Margherita Spagnuolo Lobb
DIALOGHI
La terapia di gruppo nella clinica contemporanea: dialogo tra Calogero Lo Piccolo, Giovanni Lo Castro e Margherita Spagnuolo Lobb
di Giuseppe Craparo e Teresa Borino
Dalla solitudine alla condivisione della sofferenza nel mondo del lavoro: la nascita di un gruppo di auto aiuto in azienda
di Maria Mione, Elisabetta Conte e Paola Fontana
Dalla Gestalt al SAT, un programma per l’autoconoscenza e la trasformazione, di Antonio Ferrara
RELAZIONI
La psicologia della Gestalt con i gruppi. Dall’esperimento di Perls in California alla scelta politica del New York Institute, fino alle moderne applicazioni
di Margherita Spagnuolo Lobb
Il now-for-next nella terapia di gruppo. La magia dello stare insieme. Un modello di intervento gestaltico nei gruppi
di Margherita Spagnuolo Lobb
Le Life Focus Community e l’arte del buon vivere: la proposta avanguardista di Erving Polster
di Marilena Menditto
Simbolizzazione, mentalizzazione e trattamento gruppale per le addiction
di Giuseppe Craparo
STUDI E MODELLI APPLICATIVI
Stress e benessere organizzattivo. Un modello gestaltico di consulenza aziendale
di Margherita Spagnuolo Lobb
L’esperienza dello psicodramma in un centro ambulatoriale per le dipendenze patologiche
di Marcella Cannalire
Commento a L’esperienza dello psicodramma in un centro ambulatoriale per le dipendenze patologiche di Marcella Cannalire
di Giuseppe Sampognaro
STORIA E IDENTITA’: TESTI E PENSIERI DALLO SFONDO
Freud, Goodman e le scissioni
di Bernd Bocian
CONGRESSI
Prometeo e la tecnica. Dionisio e la follia. Umberto Galimberti a Siracusa ospite dell’Istituto di Gestalt HCC Italy
di Milena Dell’Aquila e Fabiola Maggio
La valutazione dei disturbi di personalità in adolescenza: il prof. Massimo Ammaniti presenta a Palermo l’IPOP-A
di Ambra Sorrentino
Il prendersi cura. Bellezza e risorse nella società post-moderna
di Daniela Barone, Margherita Scognamillo e Vincenzo Torricelli
RECENSIONI
Spagnuolo Lobb M. (2011). Il now-for-next in psicoterapia. La psicoterapia della Gestalt raccontata nella società post-moderna. Milano: Franco Angeli
di Paola Brizzolara
Francesetti G., Gecele M. (a cura di) (2011). L’altro irraggiungibile. La psicoterapia della Gestalt con le esperienze depressive
di Aluette Merenda
Patrizia Moselli (a cura di) (2011). Il nostro mare affettivo. La psicoterapia come viaggio
di Silvia Riccamboni
COMMEMORAZIONI
Anne Teachworth
di Dan Bloom
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Contenuti
La psicoterapia della Gestalt per i gruppi
In linea con una visione ecologica, che amplia lo sguardo dall’individuo al campo organismo/ambiente nel suo funzionamento unitario e interdipendente, la psicoterapia della Gestalt afferma l’unicità e l’autonomia del processo di gruppo rispetto all’individuo. È interessante notare come, nello stesso periodo in cui nasceva la psicoterapia della Gestalt, Bion (1952), per esempio, considerava il gruppo come un apparato psichico a sé, con una propria mentalità e una propria cultura; vedeva nello scopo di preservare il gruppo quasi una motivazione sovraordinata delle persone, e perfino il conflitto era per lui una tecnica che i membri adottano per preservare il gruppo (Bion, 1952, p. 63). Non possiamo non legare questo interesse degli studi psicoterapici verso i gruppi e la comunità sociale all’evoluzione di una cultura, quella occidentale, che a metà del secolo scorso voleva prendere le distanze da regimi autoritari e mentalità egoiche.
A differenza di altri studi sistemici o analitici, la psicoterapia della Gestalt si interessa del campo fenomenologico nel setting terapeutico. L’esperienza dei soggetti coinvolti è il focus del nostro studio, laddove esperienza per noi vuol dire presenza ai sensi, globalità dell’esserci in una data situazione. Se questo processo è stato considerato in psicoterapia della Gestalt per quanto riguarda l’esperienza degli individui in gruppo, non c’è stata ancora una riflessione approfondita e sufficientemente condivisa sull’ottica fenomenologica del processo di gruppo. L’Istituto di New York ha da sempre attenzionato la propria dimensione gruppale, definendosi come una comunità di insegnamento/apprendimento, e basando la propria crescita sullo sforzo di fare coincidere la teoria con la pratica, partendo dal modo di essere-con l’altro.
Negli anni Novanta, quando tutta la psicoterapia si rivolgeva alla relazione, la tradizionale attenzione dell’Istituto di New York all’essere gruppo diventava una vera e propria svolta scientifica, con un interesse dichiarato per lo studio dei processi di gruppo e per le radici pragmatiche americane della psicoterapia della Gestalt (Lay, Kitzler, 1999). Da allora, molti ricercatori di psicoterapia della Gestalt si sono interessati in vari modi ai gruppi.
Questo numero dei Quaderni di Gestalt ha il duplice scopo di dialogare con alcuni esponenti non gestaltici sulla clinica contemporanea dei gruppi, e di fare un punto sulla clinica gestaltica dei gruppi.
Al primo posto, come sempre, pubblichiamo una serie di dialoghi inediti. Teresa Borino coordinatrice editoriale della rivista, e Giuseppe Craparo, docente universitario, psicodrammatista, intervistano tre rappresentanti di altrettanti modelli: Calogero Lo Piccolo (gruppoanalista), Giovanni Lo Castro (psicodrammatista e lacaniano) e Margherita Spagnuolo Lobb (gestaltista), sulla definizione, la valenza terapeutica e l’uso del corpo nel setting gruppale. Dalle loro risposte emergono differenze epistemologiche e condivisioni cliniche ed etiche, utilissime per chi vuole fare un confronto tra pratiche gruppali diverse.
Il secondo dialogo riporta un’esperienza gruppale in ambito aziendale: una storia di condivisioni emozionali in gruppi autogestiti all’interno di un’azienda in crisi, raccontata da Paola Fontana nella cornice teorica fornita da Elisabetta Conte e Maria Mione, che la intervistano.
Il terzo articolo è un “dialogo” con Antonio Ferrara, esponente dei gruppi SAT. Dietro mia richiesta, motivata in un’introduzione iniziale, Antonio mette in luce con chiarezza i principi di quel metodo di gruppo, che viene solitamente diffuso anche in ambito gestaltico.
La sezione Relazioni comprende quattro articoli. Apre la sezione la sintesi del modello gestaltico sui gruppi di Spagnuolo Lobb (Il now-for-next nella psicoterapia di gruppo: la magia dello stare insieme. Un modello di intervento gestaltico nei gruppi), seguito da una panoramica dei modelli gestaltici sull’argomento, della stessa autrice (La psicoterapia della Gestalt con i gruppi. Dall’esperimento di Perls in California alla scelta politica del New York Institute, fino alle moderne applicazioni). Ambedue questi articoli costituiscono strumenti didattici sia per gli allievi che per coloro che vogliono comprendere l’approccio gestaltico di gruppo.
Segue la testimonianza di Maria Menditto, direttore della Scuola di Specializzazione della FIG, sugli interessanti esperimenti sociali di Erving Polster (Le Life Focus Community e l’arte del buon vivere: la proposta avanguardista di Erving Polster). Lo spirito illuminato e inclusivo di Erving permea questo lavoro e ci motiva ad applicare i principi della psicoterapia della Gestalt anche in setting non terapeutici.
Infine, Giuseppe Craparo, uno degli ospiti non gestaltisti di questo numero, ci parla di relazioni primarie e vissuti di dipendenza patologica negli incontri di terapia di gruppo (Simbolizzazione, mentalizzazione e trattamento gruppale per le addiction).
La consulenza aziendale e le dipendenze patologiche sono ancora il tema della sezione Modelli Applicativi. Apre un lavoro di Spagnuolo Lobb su Stress e benessere organizzativo. Un modello gestaltico di consulenza aziendale, che, riprendendo il tema del fattore relazionale in azienda, descrive la nascita di un modello fenomenologico, estetico e relazionale di consulenza aziendale, in via di convalidazione da ricerca.
Marcella Cannalire, psicoterapeuta di orientamento analitico lacaniano, anche lei nostra ospite, ci racconta un’esperienza di pratica di psicodramma analitico in istituzione e, nello specifico, con soggetti adulti in un centro ambulatoriale convenzionato per la cura delle dipendenze patologiche (L’esperienza dello psicodramma in un centro ambulatoriale per le dipendenze patologiche). Commentando l’articolo, Giuseppe Sampognaro, direttore responsabile della rivista, evidenzia elementi comuni e differenze teoriche e metodologiche tra lo psicodramma freudiano e la psicoterapia della Gestalt, che forniscono al lettore le chiavi di lettura per orientarsi tra le peculiarità dei due approcci terapeutici.
Come preannunciato nel numero precedente, Quaderni di Gestalt inaugura con l’anno 2012 la rubrica Storia e identità: testi e pensieri dallo sfondo, curata da Bernd Bocian. In ogni numero il nostro collega tedesco ci presenterà brani fondamentali e poco conosciuti, commentati nel suo stile di acuto storico del pensiero psicoanalitico e gestaltico. Questo primo contributo è intitolato Freud, Goodman e le scissioni e presenta un lavoro di Goodman del 1954 sull’ottica dicotomica freudiana. Lo scritto dimostra come Perls e Goodman anticiparono la svolta relazionale della psicoanalisi, proponendo una visione unitaria di quelli che Freud chiamava processi primari e secondari. Inoltre, ci fa capire come la libertà teorico applicativa lasciataci dai fondatori della psicoterapia della Gestalt sia una ricchezza che consente ad ognuno di creare la propria applicazione, ma che anche ci affida la responsabilità di essere fedeli alle originarie formulazioni e al loro spirito scientifico.
La sezione Convegni raccoglie tre testimonianze. Milena Dell’Aquila e Fabiola Maggio, allieve del terzo anno della Scuola di Specializzazione di Palermo, ricreano con il loro racconto l’atmosfera magica del convegno didattico condotto a Siracusa dal prof.Umberto Galimberti, ospite dell’Istituto di Gestalt HCC Italy (Prometeo e la tecnica. Dioniso e la follia).
Ambra Sorrentino descrive in modo vivace e istruttivo il seminario professionalizzante con il professor Massimo Ammaniti (La valutazione dei disturbi di personalità in adolescenza: l’IPOP-A) svoltosi a Palermo in due edizioni, nel maggio e nel settembre 2012.
Infine, Daniela Barone, Margherita Scognamillo e Vincenzo Torricelli testimoniano il convegno organizzato dalla loro classe di counsellor professionisti, ad Alcamo, nel maggio 2012, dal titolo Il prendersi cura. Bellezza e risorse nella società post-moderna, un esempio del fatto che, come Erving Polster ama dire, la psicoterapia della Gestalt è troppo buona per essere confinata al malato.
Le Recensioni ci parlano di tre libri. Il primo (Spagnuolo Lobb M. 2011. Il now-for-next in psicoterapia. La psicoterapia della Gestalt raccontata nella società post-moderna. Milano: FrancoAngeli) è recensito da Paola Brizzolara, psicoanalista relazionale, che fa un’analisi originale delle similitudini tra questo testo e alcuni scritti di psicoanalisti relazionali, in particolare Mitchell. Anche se il libro era già stato recensito da un collega gestaltico (Sampognaro, 2011), ci è sembrato stimolante pubblicare questa recensione scritta da una collega di altro approccio.
Il secondo (Francesetti G., Gecele M. a cura di. 2011. L’altro irraggiungibile. La Psicoterapia della Gestalt con le esperienze depressive. Milano: FrancoAngeli) è recensito da Aluette Merenda, che né da una descrizione dettagliata e costruttivamente critica.
Il terzo (Patrizia Moselli, a cura di, 2011. Il nostro mare affettivo. La psicoterapia come viaggio. Roma: Alpes), recensito da Silvia Riccamboni, raccoglie gli atti del convegno della Federazione Italiana delle Associazioni di Psicoterapia svoltosi in crociera nell’aprile 2010.
Chiude il numero un addio ad Anne Teachworth, membro del New York Institute for Gestalt Therapy, scritto dall’amico Dan Bloom.
Eccitata dalla ricchezza di contenuti di questo numero, li consegno alla vostra lettura, certa che produrranno germogli vitali e forti nello sviluppo della psicoterapia della Gestalt e nel suo dialogo con gli altri metodi.
Margherita Spagnuolo Lobb
Siracusa, Giugno 2012
Questo numero di Quaderni di Gestalt ha il duplice scopo di dialogare con alcuni esponenti non gestaltici sulla clinica contemporanea dei gruppi, e di fare un punto sulla clinica gestaltica dei gruppi.
A differenza di altri studi sistemici o analitici, la psicoterapia della Gestalt si interessa del campo fenomenologico nel setting terapeutico. L’esperienza dei soggetti coinvolti è il focus del nostro studio, laddove esperienza per noi vuol dire presenza ai sensi, globalità dell’esserci in una data situazione. Se questo processo è stato considerato in psicoterapia della Gestalt per quanto riguarda l’esperienza degli individui in gruppo, non c’è stata ancora una riflessione approfondita e sufficientemente condivisa sull’ottica fenomenologica del processo di gruppo. Con i contributi presenti in questo numero, improntati al rispettoso e sempre proficuo dialogo tra approcci diversi, tale riflessione è continuamente stimolata. Negli inediti dialoghi, nelle relazioni e recensioni in esso contenuti emergono infatti differenze epistemologiche e condivisioni cliniche ed etiche utilissime per chi vuole fare un confronto tra pratiche gruppali diverse. Gli articoli sul modello gestaltico sui gruppi di Margherita Spagnuolo Lobb costituiscono poi degli strumenti didattici di estrema rilevanza sia per gli allievi che per coloro che vogliono comprendere l’approccio gestaltico di gruppo.
“Eccitata dalla ricchezza di contenuti di questo numero, li consegno alla vostra lettura, certa che produrranno germogli vitali e forti nello sviluppo della psicoterapia della Gestalt e nel suo dialogo con gli altri metodi.” (dall’editoriale di Margherita Spagnuolo Lobb).