Quaderni di Gestalt
2014/2 – volume XXVII
La psicopatologia in psicoterapia della Gestalt
Indice del numero
EDITORIALE
La psicopatologia in psicoterapia della Gestalt: fenomenologia ed estetica del contatto
di Margherita Spagnuolo Lobb e Gianni Francesetti
DIALOGHI
La sofferenza della relazione come criterio condiviso: co-creare una psicopatologia gestaltica
A cura di Giuseppe Sampognaro
RELAZIONI
Dalla sintomatologia individuale ai campi psicopatologici.
Verso una prospettiva di campo sulla sofferenza clinica
di Gianni Francesetti
Le esperienze depressive in psicoterapia della Gestalt
di Margherita Spagnuolo Lobb
Crescite difficili: la Gestalt incontra il trauma
di Anna Fabbrini
Giovani funamboli: esperienze depressive in adolescenza
di Michele Lipani e Elisabetta Conte
GESTALT IN AZIONE
Marta e i “buchi nel cielo”: un’esperienza clinica con la sofferenza borderline
di Paola Zarini
STORIA E IDENTITÀ
Dalla libera associazione alla concentrazione: la consapevolezza, le “fantasie forzate” di Ferenczi e “il terzo” in terapia della Gestalt
di Bernd Bocian
CONGRESSI
Umberto Galimberti a Siracusa. Lasciarsi trasformare dai figli. La genitorialità nella società contemporanea
di Teresa Borino, Fabiola Maggio e Marilena Senatore
L’umiltà del terapeuta: echi dal convegno con Donna Orange
di Luca Pino
L’emergere del sé in psicoterapia: neuroscienze, psicopatologia e fenomenologia del sé. VI Convegno FIAP
di Silvia Tosi
RECENSIONI
Francesetti G., Gecele M. e Roubal J. (a cura di) (2014). Psicoterapia della Gestalt nella pratica clinica. Dalla psicopatologia all’estetica del contatto
di Carmen Vázquez Bandín
Francesetti G., Ammirata M., Riccamboni S., Sgadari N., Spagnuolo Lobb M., (a cura di) (2014). Il dolore e la bellezza.Atti del III Convegno della Società Italiana Psicoterapia Gestalt
di Paola Vianello
Comella M. (2013). Dieci
di Giuseppe Sampognaro
COMMEMORAZIONI
Bruno Callieri: una vita per la psicopatologia
di Gilberto Di Petta
Addio, Norman
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Contenuti
La psicopatologia in psicoterapia della
Gestalt: fenomenologia ed estetica del contatto
L’interesse per la psicopatologia, che da qualche anno attraversa la riflessione teorica e metodologica del nostro Istituto, prende le mosse dal bisogno degli psicoterapeuti della Gestalt di guardare alle nuove evidenze cliniche con una mappa gestaltica che sia in linea con gli sviluppi delle ricerche e degli studi più attuali. Questa riflessione ha prodotto alcuni volumi originali, come pure articoli e capitoli, tradotti in inglese e in varie lingue, che hanno nutrito la comunità gestaltica internazionale, desiderosa di avere strumenti di lettura e intervento sulle nuove sofferenze relazionali coerenti con l’anima gestaltica. Sono nati così i training internazionali Gestalt Therapy Approach to Psychopathology and Contemporary Disturbances, svolti in Italia e condotti in lingua inglese (a cui si è aggiunta un’edizione in lingua spagnola), che, arrivati ormai alla loro terza edizione, continuano ad attrarre colleghi da tutto il mondo. A testimoniare l’interesse di psicoterapeuti non solo gestaltici per questo modello di psicopatologia e pratica clinica è la partecipazione al Master in Psicopatologia Gestaltica e Fenomenologica, in lingua italiana, da parte di colleghi di diversi orientamenti.
Questo numero dei Quaderni di Gestalt è stato dedicato al tema della psicopatologia gestaltica per supportare, attraverso il dialogo e approfondimenti specifici, la ri-edizione di concetti basilari in linea con l’evoluzione culturale e clinica. Fare sentire la voce gestaltica, con tutta la sua originalità e profondità, nel mondo della psicopatologia è un’avventura appassionante, come ormai diversi convegni organizzati dall’Istituto hanno dimostrato.
Il modello di psicopatologia gestaltica si collega fondamentalmente a due matrici contemporanee molto stimolanti: la svolta relazionale che da qualche anno ormai sta attraversando il mondo dell’infant research, della psicoanalisi e delle neuroscienze e la fenomenologia psichiatrica.
La scoperta dei neuroni specchio e i suoi risvolti clinici (Gallese, 2007), la rilettura delle relazioni primarie operata dall’infant research, la teoria di Daniel Stern (2010), in particolare il suo sviluppo ultimo circa le forme dinamiche dell’esperienza vitale, la svolta relazionale operata in psicoanalisi da Stephen Mitchell, l’accento posto sulla alterità da Donna Orange, rieditano concetti per noi familiari: il processo più che il contenuto, le forme percettive, la dinamica figura-sfondo, il sostegno all’intenzionalità, il lasciarsi orientare dall’estetica del contatto. Questi concetti ci portano a cogliere la sofferenza che accade al confine di contatto in termini di sostegno all’intenzionalità e di adattamento creativo.
La fenomenologia psichiatrica e la neofenomenologia ci portano ad apprezzare il sentire del terapeuta, oltre che del paziente, collocandolo in un campo fenomenologico in cui la sua presenza, seppur situazionata e contestuale, è determinante nella diagnosi e nella terapia.
Queste due correnti di ricerca ci sostengono nel guardare alla psicopatologia gestaltica come ad una sofferenza del confine, del “tra”, alla psicodiagnosi come ad uno sguardo situazionato sull’attualizzarsi di una sofferenza che è sempre relazionale, alla psicoterapia come ad un’occasione per riconoscere la bellezza che ogni sofferenza cela, con il suo sacrificare una propria spontaneità per risolvere situazioni difficili. Da questo sfondo emerge uno sguardo originale sulla sofferenza che trascende la psicopatologia classica, sia psicodinamica che fenomenologica: l’evento clinico diventa espressione di un campo co-creato che il terapeuta coglie allo stato nascente attraverso la propria competenza estetica e modula attraverso la propria presenza.
Il presente numero raccoglie alcune testimonianze originali del modello di psicopatologia del nostro Istituto.
Il Dialogo di apertura, La sofferenza della relazione come criterio condiviso: co-creare una psicopatologia gestaltica, curato da Giuseppe Sampognaro, ospita le voci dei didatti dei Corsi di Psicopatologia Gestaltica organizzati dall’Istituto – Carmen Vázquez Bandín, Jean-Marie Robine e i sottoscritti – e il commento di uno psichiatra fenomenologo, Gilberto Di Petta, che definisce e illumina il confine tra il nostro modello e la psichiatria fenomenologica.
Seguono quattro Relazioni. Dalla sintomatologia individuale ai campi psicopatologici. Verso una prospettiva di campo sulla sofferenza clinica, di Gianni Francesetti, è un contributo di grande interesse per il nostro modello che colloca decisamente la sofferenza e la sua cura nell’ambito del campo fenomenologico e del confine di contatto co-creato.
Segue un contributo di Margherita Spagnuolo Lobb, Le esperienze depressive in psicoterapia della Gestalt, che sistematizza lo sguardo gestaltico su questa sofferenza ormai molto diffusa nel mondo occidentale, dandone una chiave di lettura sociale e relazionale e un orientamento terapeutico.
Crescite difficili: la Gestalt incontra il trauma, di Anna Fabbrini, ci porta nel mondo dei vissuti traumatici in adolescenza con la competenza e la poesia di una collega che sa insegnare a trasformare il dolore in crescita, sia sul piano intimo che sociale. Citando le sue parole: «Una buona relazione di cura è produzione culturale (…), diventa così la matrice della bontà del mondo».
Michele Lipani e Elisabetta Conte ci parlano ancora di adolescenza con Giovani funamboli: esperienze depressive in adolescenza, e focalizzano la poesia del linguaggio adolescenziale che esprime con la depressione la paura di non farcela ad essere qualcuno nel mondo
Nella sezione La Gestalt in Azione, Paola Zarini ci racconta un caso clinico, Marta e i “buchi nel cielo”: un’esperienza clinica con la sofferenza borderline, fornendoci la testimonianza di un’applicazione del modello gestaltico con il disturbo borderline (Spagnuolo Lobb, 2014).
Nella rubrica Storia e Identità, Bernd Bocian ci regala un altro gioiello epistemologico: Dalla libera associazione alla concentrazione: la consapevolezza, le “fantasie forzate” di Ferenczi e “il terzo” in terapia della Gestalt. Il contributo porta alla luce legami sorprendenti tra autori psicoanalitici (Gross, Ferenczi, Reich e Horney) e il nostro approccio, aiutandoci a contestualizzare e situazionare la nostra identità.
Nella sezione Congressi troviamo il racconto di tre eventi rilevanti per lo sviluppo della psicoterapia della Gestalt.
Teresa Borino, Fabiola Maggio e Marilena Senatore portano la loro testimonianza di Umberto Galimberti a Siracusa. Lasciarsi trasformare dai figli. La genitorialità nella società contemporanea, convegno organizzato dall’Istituto di Gestalt HCC Italy a Siracusa a giugno 2014.
Luca Pino in L’umiltà del terapeuta: echi dal convegno con Donna Orange racconta le novità filosofiche e cliniche portate dalla psicoanalista americana in un convegno organizzato dall’Istituto di Gestalt HCC Italy a Milano, e l’eccitante ritrovarsi tra psicoanalisi relazionale e psicoterapia della Gestalt nella teoria e soprattutto nella clinica.
Infine, Silvia Tosi, racconta L’emergere del sé in psicoterapia: neuroscienze, psicopatologia e fenomenologia del sé. VI convegno FIAP, svoltosi a Riva del Garda nell’ottobre 2014 con il coordinamento di Gianni Francesetti, che ha visto la partecipazione di 1300 psicoterapeuti!
Nella sezione Recensioni, incontriamo tre libri.
Carmen Vázquez Bandín ci parla di Psicoterapia della Gestalt nella pratica clinica: Dalla psicopatologia all’estetica del contatto, manuale di psicopatologia gestaltica curato da Francesetti G., Gecele M. e Roubal J. (2014).
Paola Vianello recensisce gli Atti del III Convegno della Società Italiana Psicoterapia Gestalt, Il dolore e la bellezza, curato da Francesetti G., Ammirata M., Riccamboni S., Sgadari N., Spagnuolo Lobb M. (2014).
Giuseppe Sampognaro recensisce per noi Dieci, di Massimo Comella (2013).
Il numero chiude con l’addio a due Colleghi che ci hanno insegnato qualcosa di importante: nella sezione Commemorazioni, Gilberto Di Petta porta un contributo commovente sul suo maestro, Bruno Callieri: una vita per la psicopatologia.
E, infine, ricordiamo Norman Friedman, un collega americano del New York Institute for Gestalt Therapy recentemente scomparso.
Dicembre 2014, Siracusa
Margherita Spagnuolo Lobb e Gianni Francesetti
BIBLIOGRAFIA
Gallese V. (2007). Dai neuroni specchio alla consonanza intenzionale. Meccanismi neurofisiologici dell’intersoggettività. Rivista di Psicoanalisi, LIII, 1: 197-208.
Spagnuolo Lobb M. (2014). L’esperienza borderline: la ferita del confine. In: Francesetti G., Gecele M., Roubal J., a cura di, La psicoterapia della Gestalt nella pratica clinica. Dalla psicopatologia all’estetica del contatto. Milano: FrancoAngeli, 659-695.
Stern D.N. (2010). Forms of Vitality. Exploring Dynamic Experience in Psychology and the Arts. USA: Oxford University Press (trad. it.: Le forme vitali. L’esperienza dinamica in psicologia, nell’arte, in psicoterapia e nello sviluppo. Milano: Raffaello Cortina, 2011).
Quaderni di Gestalt, XXVII, n. 2/2014