Oggi è stata la giornata conclusiva del seminario, la fase finale della passeggiata insieme a Carmen “tra l’amore e la morte”. Ci siamo concentrati su di un tema delicato, quello del rapporto dei bambini con la morte e con il lutto. Compito degli adulti dovrebbe essere quello di sostenere i bambini a fare della morte una parte della vita, essi invece incontrano spesso due tipi di difficoltà: non sanno parlarne con un bambino e non sanno adeguarsi al tipo di pensiero che ha il bambino a seconda della fase evolutiva in cui si trova. Il risultato è che spesso il bambino rimane da solo e senza risposte per le domande che in vari modi esprime.
Con una persona in grado di accompagnarlo il processo del lutto si rivela per il bambino più veloce che nell’adulto, proprio per la sua flessibilità e creatività. Il bambino ha più consapevolezza che coscienza, impara attraverso la pelle.
Nella seconda parte della mattinata Carmen ci ha parlato dei modelli di relazione, con riferimento agli stili di contatto confluente, introiettivo, proiettivo, retroflessivo ed egotista.
Ecco alcune frasi proposte dai colleghi per la giornata di oggi:
“Il lutto non è abituarsi all’assenza di qualcuno. Quella persona farà sempre parte dell’album della nostra vita, ma quelle pagine non si riempiranno più”
“Con il bambino in terapia facciamo un pezzettino insieme, non per forza parlando della mamma che è morta ma per fare delle cose che gli facciano sentire il nostro sostegno”
“Nella fase dell’accettazione si impara a vivere con quattro occhi e con due energie (ma anche riposare per due e andare in vacanza per due)”.
Ringraziamo Carmen per questi intensi giorni trascorsi insieme, anche lei sarà per sempre nel libro della nostra vita.
Un grazie a Margherita per averci regalato un Seminario con una donna (didatta) eccezionale!
Ancora con le parole e le immagini di questi intensi giorni che mi risuonano dentro, ripenso a Carmen, alla sua grande umanità e delicatezza, alla sua gioiosa autoironia e ai suoi esempi culinari (uno su tutti: il budino proiettivo) e sorrido…
Tante, troppe sono le cose che mi hanno colpito ma più di tutte l’immagine suggerita da Carmen quando ci ha parlato della fase dello shock nell’elaborazione del lutto e del ruolo del terapeuta che, nello stare accanto al suo paziente deve essere una presenza umana che vibra per fargli sentire ancora la possibilità della vita. Un grazie immenso a Carmen per aver portato le tante sfumature di colore del suo essere nella vita di ciascun partecipante, senza scordare proprio nessuno!
E grazie a Margherita che, ancora una volta ha reso possibile l’incontro con questa grande donna e terapeuta della Gestalt.
Davvero l’opposto delle morte non è la vita ma è l’amore! Torno a casa con tanto amore nel cuore e nell’anima, dopo aver respirato l’esperienza dell’attraversamento del dolore, sapientamente elargita da Carmen Vazquez Bandin. Paradossalmente, torno a casa con una gran voglia di vivere pienamente ogni attimo della mia vita, come un tempo prezioso che non và sprecato, un tempo che và vissutto come il cuore ci dice di viverlo, e guarderò al mondo e all’esperineza attraverso la metafora riportata da Carmen, quando parla dell’elaborazione del lutto con i bambini, che la vita può essere vista come un insieme di tante giostre, sulle quali possiamo decidere di salire o di non entrare, qualcuno cercherà di metterci paura, consigliandoci di stare attenti, ma saremo sempre noi a decidere qual è la giostra giusta per noi! Grazie Carmen e grazie a tutti coloro che hanno dato un valore aggiunto all’evento e che lo hanno reso possibile!
Tre giorni di: colore, lacrime, stupore, leggerezza, passione, canzoni, amore, perdite, storie di vita, calore, dolcezza, battiti, musica, parole, sorrisi, dolore e poi, ancora giallo, azzurro, contatti, emozioni!
Tante emozioni!
Giochi di luce e sensazioni scoppientanti hanno pennellano pagine di vita! Grazie Carmen