L’esperienza corporea in psicoterapia. Riflessioni di P.A.Cavaleri e J.I.Kepner

Nella visione olistica e fenomenologico-relazionale della psicoterapia della Gestalt, la “mente” e il “corpo” sono un’esperienza unitaria integrata, così come vengono alla percezione nell’atto del contattare l’ambiente.
L’esperienza di sé è sempre esperienza di un corpo vissuto in relazione a qualcuno, in un preciso momento.
A questo proposito riportiamo una riflessione di Pietro A. Cavaleri, didatta dell’Istituto di Gestalt HCC Italy, e una di James I. Kepner. Ambedue sono tratte da:

 Quaderni di Gestalt, Volume XXVI,  2013/1, L’esperienza corporea in psicoterapia

 
Perls esprime un grande interesse verso il corpo non soltanto in termini di potenziale energetico, ma anche in termini fenomenologici, attribuendo cioè un rilievo notevole «al corpo in quanto esperienza del corpo» (Spagnuolo Lobb, 1997, p. 11). Nella prospettiva di Perls, infatti, la possibilità di cogliere pienamente il proprio “sé” è intimamente legata all’esperienza del proprio sé corporeo, all’esperienza reale della propria corporeità.
Non può esserci consapevolezza piena di sé, non è possibile ripristinare la funzione-io del sé, senza una pregnante consapevolezza corporea, senza una adeguata concentrazione sulla sensazione e sull’esperienza stessa del corpo.
(…) è necessario partire dalla sensazione del corpo per attivare un integrale processo di consapevolezza in grado di rianimare il sé come funzione del campo organismo-ambiente.

                                                                                                                     Pietro A. Cavaleri

 
Esperienza e processi corporei sono così utili in terapia proprio per l’immediatezza e l’attualità che hanno nella nostra esperienza. Ciò che avviene fisicamente, somaticamente, è dato nella nostra esperienza e viene spesso anche prontamente osservato. La tensione delle spalle, l’arresto del respiro, un’emergente sensazione interna di calore o di sconforto, sono tutti eventi definiti e non pensieri su, astrazioni da, o rappresentazioni dell’esperienza.
Rimanendo aderenti all’esperienza e al processo corporeo per come viene esperito nel presente, possiamo mettere insieme una sequenza intera che tende a parlare da sola: una figura/sfondo compiuta che delinea con precisione il processo emergente, e che avvicina il paziente ad una relazione integra con il suo essere. L’esperienza ed il processo corporeo acquistano senso, non perché noi lo simbolizziamo o lo interpretiamo, ma perché esso si dà come intrinseco alla esperienza di sé di quella persona.

James I. Kepner

 
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