Oggi è stata la giornata conclusiva del seminario, la fase finale della passeggiata insieme a Carmen “tra l’amore e la morte”. Ci siamo concentrati su di un tema delicato, quello del rapporto dei bambini con la morte e con il lutto. Compito degli adulti dovrebbe essere quello di sostenere i bambini a fare della morte una parte della vita, essi invece incontrano spesso due tipi di difficoltà: non sanno parlarne con un bambino e non sanno adeguarsi al tipo di pensiero che ha il bambino a seconda della fase evolutiva in cui si trova. Il risultato è che spesso il bambino rimane da solo e senza risposte per le domande che in vari modi esprime.
Con una persona in grado di accompagnarlo il processo del lutto si rivela per il bambino più veloce che nell’adulto, proprio per la sua flessibilità e creatività. Il bambino ha più consapevolezza che coscienza, impara attraverso la pelle.
Nella seconda parte della mattinata Carmen ci ha parlato dei modelli di relazione, con riferimento agli stili di contatto confluente, introiettivo, proiettivo, retroflessivo ed egotista.
Ecco alcune frasi proposte dai colleghi per la giornata di oggi:
“Il lutto non è abituarsi all’assenza di qualcuno. Quella persona farà sempre parte dell’album della nostra vita, ma quelle pagine non si riempiranno più”
“Con il bambino in terapia facciamo un pezzettino insieme, non per forza parlando della mamma che è morta ma per fare delle cose che gli facciano sentire il nostro sostegno”
“Nella fase dell’accettazione si impara a vivere con quattro occhi e con due energie (ma anche riposare per due e andare in vacanza per due)”.
Ringraziamo Carmen per questi intensi giorni trascorsi insieme, anche lei sarà per sempre nel libro della nostra vita.