I seminari di supervisione sono un’occasione di scambio tra colleghi e di aggiornamento sulle nuove competenze terapeutiche oggi richieste.
Il ruolo dello psicoterapeuta è fondamentale nella società contemporanea. Essere efficaci con i pazienti implica dare un contributo generativo alla comunità di cui gli psicoterapeuti fanno parte.
M.Spagnuolo Lobb
Parliamo del Now-for-next
Il now-for-next in psicoterapia. La psicoterapia della Gestalt raccontata nella società post-moderna. Spagnuolo Lobb M. (2011).
-Giuseppe Sampognaro
Il libro di Margherita Spagnuolo Lobb, direttore dell’Istituto di Gestalt HCC Italy, è stato dato alla luce dopo un travaglio assai lungo, segnato da vicende personali e professionali anche dolorose. Alla fine, la caparbietà dell’Autrice – che tra i tanti meriti ha anche quello di avere introdotto la PdG in Italia, più di trent’anni fa – è stata premiata. Valeva davvero la pena di attendere tanto: è venuta fuori un’opera che sicuramente segna un passaggio importante nella definizione dei concetti teorici (alcuni davvero innovativi) e metodologici, su cui il lavoro di ogni psicoterapeuta della Gestalt è basato.
Incarnando in modo letterale l’idea portante espressa dal titolo, il contenuto del libro ci indica le linee attuali e le prospettive future del nostro modello, e “ci costringe” a interrogarci sull’essenza stessa del nostro lavoro: i principi che guidano l’approccio alla persona che ci chiede aiuto, la magìa dell’incontro terapeutico, le varie declinazioni e i contesti della pratica clinica (setting individuale, di coppia, di famiglia, di gruppo…), il significato profondo dell’essere terapeuta della Gestalt all’interno di una società palesemente diversa da quella per la quale fu elaborata la visione gestaltica del prendersi cura.
Nel testo di Margherita è palpitante l’inclinazione narrativa (lo dichiara il sottotitolo: “La psicoterapia della Gestalt raccontata nella società post-moderna”) per cui assistiamo al delinearsi della nostra storia attraverso il trascolorare della visione del rapporto tra individuo e ambiente, della conoscenza umana, di come perseguire l’obiettivo del benessere. Il lettore apprende, attraverso il racconto di Margherita Spagnuolo Lobb, il clima culturale in cui l’idea gestaltica prese corpo circa sessant’anni fa e le sue trasformazioni nel tempo, grazie al contatto con altre chiavi di lettura psicologica (come la psicoanalisi radicale: stimolante a tale proposito il dialogo riportato nel secondo capitolo con Philip Lichtenberg) e, più in generale, con un pensiero “liquido” che muta gli intenti e il campo terapeutico: dall’ottica della differenziazione alla riscoperta del dialogo e dell’appartenenza.
I punti fermi del corpus teorico gestaltico sono enunciati nell’Introduzione, che di per sé equivale a un manifesto ideologico della psicoterapia della Gestalt: il passaggio dall’intrapsichico alla “traità”; la sovranità dell’esperienza; la rivalutazione dell’aggressività positiva; la lettura teleologica del contatto e del confine di contatto; il valore estetico della terapia; la ridefinizione del processo di figura/sfondo. Tutto questo, all’interno di una cornice teorica ancorata alla fenomenologia del contatto per cui, dice Margherita Spagnuolo Lobb, “se l’attenzione del terapeuta è rivolta all’here-and-now, la sua cura è centrata sul now-for-next”.
Tra i dieci capitoli di cui si compone l’opera, tutti indispensabili per il terapeuta, esperto o in itinere, che desideri approfondire il senso del proprio agire, vorrei citarne due per motivi differenti. Quello dedicato alla prospettiva evolutiva mi sembra il più nuovo, denso com’è di concetti che meritano di essere assimilati nel tempo, anche attraverso il dialogo tra colleghi: muovendosi in un’ottica intersoggettiva, ingloba nel pensiero gestaltico la lezione di Daniel Stern, sostituendo il concetto di sviluppo fasico con quello di “sviluppo polifonico di domìni”; quest’ultimo prevede l’emergere di competenze ben differenziate, che si sviluppano lungo l’arco della vita interagendo tra loro. Tutto questo si rivela divergente rispetto al modello evolutivo finora considerato nell’Istituto HCC; un modello che sino ad oggi ha identificato le modalità di contatto sincronico (introiettare, proiettare ecc.) come le “fasi da raggiungere in sequenza diacronica per conquistare la maturità relazionale”.
Margherita, in sostanza, prende le distanze dalla costruzione di mappe epigenetiche delle fasi maturative. Un’idea che, sicuramente, susciterà un dibattito tra chi ha sempre considerato valido il parallelismo tra tempi/modi di contatto e tappe dello sviluppo psicorelazionale del bambino. Un’ottima occasione – comunque – di confronto, uno stimolo a non dare per scontata la onnicomprensività con cui il “modello della curva” è stato da noi strenuamente applicato.
Il capitolo a mio parere più succoso e portatore di ricadute positive per il nostro lavoro di terapeuti in continuo aggiornamento è il quarto, dedicato a now-for-next e diagnosi gestaltica. Attraverso l’analisi dei vari stili narrativi che scaturiscono da specifiche modalità di contatto (narrazioni terapeutiche con stili di contatto introiettivo, proiettivo, retroflessivo, confluente), Margherita Spagnuolo Lobb rileva la creatività intrinseca al racconto in terapia come accadere processuale. Al contempo, presenta le modalità che il terapeuta attua nel sostenere l’intenzionalità di contatto nelle varie tipologie di stili relazionali.
Il capitolo si configura come un ottimo e quanto mai opportuno update dello “storico” articolo che la stessa Autrice pubblicò sul numero 10/11 dei Quaderni di Gestalt, più di vent’anni fa (“Il sostegno specifico nelle interruzioni di contatto”). È un capitolo che, da solo, conferisce valore e significato all’intero testo. In queste pagine leggiamo l’esperienza del terapeuta che “vede” la resilienza del paziente, la valorizza, e aiuta la persona a indirizzare il proprio adattamento creativo verso la spontaneità a partire da quel suo modo, specifico e originale, di muoversi al confine di contatto con l’Altro.
Il capitolo sette presenta un apprezzato modello di lavoro con le coppie, che l’autrice ha introdotto in vari contesti internazionali e in Italia.
Il capitolo otto descrive un modello originale di lavoro con le famiglie.
Il capitolo nove presenta il modello di lavoro gestaltico con i gruppi, mentre il capitolo dieci applica l’approccio con i gruppi all’esperienza formativa.
Un’ultima annotazione sul capitolo conclusivo, che rappresenta un vero tributo d’amore da parte dell’Autrice nei confronti dei suoi vecchi e nuovi allievi; in fondo, il libro è rivolto a loro, e forse per loro è stato scritto.
Oltre all’idea di processo formativo come destrutturazione della materia-psicoterapia e passaggio dalla confluenza con il didatta alla differenziazione consapevole (Margherita aveva già prodotto studi e lavori sulla centralità della “masticazione” nell’iter di apprendimento), la novità, piuttosto, è l’enfasi sull’etica dell’appartenenza e dell’apertura all’altro, al nuovo, al diverso.
In una società segnata dal crollo delle certezze e dai conflitti inter (e intra) individuali, sposare la causa dello “stare con l’altro” educandosi al senso di responsabilità e all’etica della relazione mi appare come un messaggio forte e nobile, coraggioso e gravido di speranza.
Una speranza che anche a noi terapeuti talvolta vacilla. Libri come questo hanno il benefico effetto di rinnovarla e corroborarla.
Seminari di supervisione con Margherita Spagnuolo Lobb
Il confine in evoluzione della psicoterapia
Siracusa, Palermo, Milano 2018
I seminari di supervisione sono un’occasione di scambio tra psicoterapeuti e di aggiornamento sulle nuove competenze oggi richieste. Come sappiamo il ruolo dello psicoterapeuta è fondamentale nella società contemporanea. Infatti vari traumi sconvolgono ormai la nostra vita: dagli atti terroristici, ai delitti cruenti che si consumano all’interno di relazioni intime, a uragani e terremoti sempre più frequenti e distruttivi, alla povertà che travolge e riduce sul lastrico individui e famiglie che si ritrovano senza casa, senza lavoro e senza la speranza di una vita dignitosa.
Queste condizioni difficili minano il senso di sicurezza e condizionano in modo particolare i giovani, sia nella loro fisiologia in evoluzione (è impossibile rilassarsi, respirare e sentire un senso di sé che si sviluppi armoniosamente); che nella loro anima, orientata a risolvere il problema immediato di sopravvivere più che ad alimentare un sogno proiettato nel futuro.
Le sofferenze cliniche che riguardano i giovani ci invitano a riflettere su nuove prassi psicoterapiche, così come sul nostro vissuto personale davanti a gesti e situazioni una volta impensabili. Una lettura gestaltica del disagio giovanile ci consente di soffermarci su quell’attimo in cui l’eccitazione può trasformarsi in coraggio, in azione di contatto verso l’altro o, al contrario, in varie forme di sofferenza relazionale.
Il corso di supervisione è articolato in tre incontri. Ogni incontro sarà dedicato ad un tema clinico emergente e includerà momenti teorici ed esperienze personali.
1. Le dipendenze
Le dipendenze diventano sempre più diffuse e variegate tra i giovani. In linea generale, l’eccitazione per il contatto si trasforma in attaccamento a una sostanza o ad una abitudine capace di sedare momentaneamente l’ansia provocata dall’energia di contatto non sostenuta.
Il seminario esplorerà chiavi di lettura per comprendere in che modo il paziente blocca quell’eccitazione e come può superare questo impasse nella relazione terapeutica.
2. I Disturbi alimentari
I disturbi della condotta alimentare oggi sembrano basarsi su vissuti relazionali più primitivi e meno differenziati. La classica anoressia reattiva dell’adolescente che non si identifica con la madre, o l’iperfagia “da manuale” della ragazza arrabbiata con gli uomini che vuole distruggere la propria femminilità, sembrano cedere il passo ad anoressie depressive e iperfagie desensibilizzate, o ad abitudini alimentari monotematiche.
Il seminario affronterà l’evoluzione del vissuto corporeo dei giovani, quando sono incapaci di identificare e accettare il cibo giusto per sé.
3. Le condotte suicidarie
Una delle conseguenze della scarsa e poco articolata percezione corporea è la difficoltà di instaurare un attaccamento emozionalmente chiaro con le figure di riferimento, e dunque un chiaro senso di sé e del proprio orientamento nel mondo. Molte condotte suicidarie degli adolescenti ci sorprendono per la precocità di tale atteggiamento depressivo, in un’età in cui la spinta naturale è verso la vita. Le azioni suicidarie giovanili sono reazioni a frustrazioni percepite come intollerabili, o alla mancanza di consapevolezza del rischio inteso come senso del limite.
Il seminario affronterà le condotte suicidarie nei diversi setting adolescenziali (familiare, genitoriale e individuale), per identificare strumenti e prospettive capaci di favorire la nascita di un senso di sé adulto capace di mantenere l’integrità, nonostante le asperità della vita.
Il corso è attivo in tutte le sedi dell’Istituto di Gestalt HCC Italy
Siracusa, Palermo, Milano
Per tutte le informazioni sul corso di supervisione clicca qui
Sessualità e amore nel setting gestaltico
Dalla morte di Edipo all’emergenza nel campo situazionale,
di Margherita Spagnuolo Lobb –
In questo interessante articolo, pubblicato sia in italiano che in inglese (nella prestigiosa rivista “International Journal of Psychotherapy” e nella rivista americana “Gestalt Review”), l’autrice affronta il complesso tema della sessualità e dell’amore nel setting psicoterapeutico, proponendone una lettura che permette di attraversare in termini critici alcuni concetti cardine della psicanalisi, quali il transfert e il complesso di edipo.
Già a partire dalla definizione data dall’autrice dei vissuti d’amore in psicoterapia, entriamo in un modo di vedere squisitamente gestaltico. M. Spagnuolo Lobb infatti descrive l’amore in termini estetici, come “una sorta di faro che illumina la bellezza dell’altro, una luce che ne rende visibile, nella relazione, la vitalità armonica…”. Questa chiave di lettura permette agli psicoterapeuti della Gestalt di avere uno sguardo creativo (cogliere la bellezza nel dolore è impresa complessa) ma anche una solida linea guida nello svolgere il ruolo di cura “orientando il faro del proprio amore terapeutico, affinché il paziente possa risvegliare – attraverso il guardarsi in questa luce- il senso della propria bellezza”. Il riemergere in figura di tale bellezza sarà il frutto, come dice l’autrice, di una cocreazione tra terapeuta e paziente in quello spazio fenomenologico, in quel “tra” che la psicoterapia della Gestalt chiama confine di contatto e che quest’approccio considera come uno spazio di relazione reale, e non solo quindi come un contenitore dei “fantasmi”, dei nostri primi apprendimenti relazionali.
L’autrice infatti definisce l’amore vissuto dal terapeuta e dal paziente nel processo di contatto terapeutico come un “accadimento al confine di contatto” che “risponde ad un’autoregolazione della situazione “e quindi permette l’emergere in figura delle intenzionalità di contatto incompiute, sottese dai sentimenti di attrazione tra terapeuta e paziente. Un aspetto molto innovativo proposto dall’autrice riguarda poi il collocare queste intenzionalità incompiute (che si esprimono nel setting terapeutico in forma di sentimenti di amore o di attrazione erotica), in un campo fenomenologico triadico. M. Spagnuolo Lobb parla inizialmente di ciò riferendosi allo sviluppo del bambino, la percezione del quale è rivolta sia verso il confine di contatto tra la madre e il padre sia a quelli tra sé e la madre e tra sé e il padre. L’autrice poi sposta la sua attenzione sull’applicazione del concetto di campo triadico al setting terapeutico, applicazione che favorisce l’emergere di aspetti dello sfondo dell’esperienza che allargano la percezione, e quindi il contatto, tra il paziente e il terapeuta, permettendo l’integrazione dei “vissuti di amore e sessualità…per ricostruire il ground su cui poggia la vita di relazione, il senso di sicurezza nella terra e nell’altro…” Per mostrarci ciò, l’autrice porta un esempio clinico dell’utilizzo della prospettiva triadica in un setting diadico, mostrando come il passaggio ad una logica di questo genere crei la possibilità di mobilitare il confine di contatto in termini di maggior spontaneità e fluidità.
L’autrice sottolinea inoltre come l’ermeneutica del confine di contatto ci permetta di uscire da una visione individualistica dei bisogni, che si attualizza ad esempio nel concetto del complesso di Edipo, che, secondo M. Spagnuolo Lobb, è “paradigma di una ricerca solipsistica di soddisfazione dei propri bisogni”. Il collegarsi al paradigma del confine di contatto costringe ad un radicale cambiamento di prospettiva in termini relazionali: i vissuti del bambino non sono leggibili come qualcosa che nasce solo “dentro la sua pelle” ma sono frutto di tutto il campo situazionale, campo situazionale, come già detto, è sempre un “campo fenomenologico a vertice triadico”.
Ci sembra che in questo articolo M. Spagnuolo Lobb illustri molto efficacemente la preziosità del concetto cardine della psicoterapia della Gestalt, quello di confine di contatto, inteso come un costrutto che riorganizza non solo il pensare al campo relazionale terapeutico (in particolare in quei suoi aspetti a volte di difficile gestione, quali quelli trattati in questo articolo) ma anche l’interpretazione delle dinamiche sociali. La lettura di questo testo perciò arricchisce il bagaglio di ogni terapeuta della Gestalt, grazie al suo mettere in luce così acutamente possibilità e applicazioni di questo approccio che ancora ci permette di nutrirci di nuovi interessanti sapori, ma è consigliabile anche a quanti desiderino linee guida innovative per orientarsi nella complessità del nostro tempo in trasformazione.
Maria Mione
Articolo tratto da Quaderni di Gestalt, volume XXIII, 2010 /1, Psicoterapia della Gestalt e fenomenologia
Rivista semestrale di Psicoterapia della Gestalt edita da FrancoAngeli, pag. 116
Consulta l’indice e i contenuti
Referenza:
Spagnuolo Lobb M. (2008). Sessualità e amore nel setting gestaltico: dalla morte di Edipo all’emergenza nel campo situazionale. Idee in Psicoterapia, 1, 1: 35-47.
Spagnuolo Lobb M. (2009). Sexuality and love in a psychotherapyeutic setting: from the death of Oedipus to the emergence of situational field. International Journal of Psychotherapy, 13: 1, 5-16.
“Human being and the processes of change – implications for Gestalt therapy and related disciplines” – Belgrado
Margherita Spagnuolo Lobb è key note speaker al convegno organizzato a Belgrado dall’Associazione Serba di Psicoterapia della Gestalt
L’associazione serba di psicoterapeuti della Gestalt organizza il suo secondo congresso internazionale a Belgrado, dal 16 al 18 settembre 2017.
Margherita Spagnuolo Lobb ha presentato la relazione magistrale di apertura del secondo giorno, dal titolo:
Gestalt Therapy in Postmodern Society: From the Need of Aggression to the Need of Rootedness
La presentazione ha esposto le esigenze cliniche della società contemporanea e gli sviluppi necessari per la psicoterapia della Gestalt.
Ha inoltre offerto un workshop, molto atteso, dal titolo: From Losses of Ego-functions to the “Dance Steps” Between a Therapist and a Client
Lo strumento clinico dei “passi di danza”, utile per l’osservazione fenomenologica ed estetica della diade terapeuta-paziente, e per la supervisione, è stato sperimentato direttamente dai partecipanti, con grande partecipazione.
Il congresso ha visto 550 terapeuti e allievi provenienti dai paesi della ex-Juogoslavia e da Malta.
Auguriamo a Lidjia Pecotic, anima instancabile e generosa di questo evento, di continuare a contribuire alla crescita della psicoterapia della Gestalt nei Balcani e a Malta.
Margherita Spagnuolo Lobb ha infine ricevuto il ringraziamento della commissione del congresso!
IL SÉ COME ATTUALIZZARSI DELLA DINAMICA FIGURA/SFONDO Gli sfondi esperienziali del sé con Margherita Spagnuolo Lobb
L’edizione dei seminari di supervisione 2016 dal titolo “Nuovi sviluppi della teoria del sé e risvolti clinici. Riflessioni cliniche per psicoterapeuti” sarà occasione di approfondimento e aggiornamento su alcuni concetti fondamentali del modello gestaltico.
Questo primo seminario, a partire dal tema classico della dinamica figura/sfondo, si focalizzerà sulle nuove evidenze cliniche attraverso uno sguardo più attento agli sfondi esperienziali dei pazienti. Il sentimento di incertezza, vissuto sia a livello sociale che intimo, è ormai epidemiologicamente diffuso e genera nuove sofferenze relazionali. Si impone allora al clinico l’esigenza di volgere la propria attenzione allo sfondo esperienziale dei pazienti, dando profondità al qui-e-ora. Il seminario, attraverso la supervisione dei casi clinici portati dai partecipanti – gestaltisti e non -, offrirà nuovi strumenti di intervento clinico gestaltico, tradizionalmente incentrato sulle figure.
Palermo, 19 marzo 2015 Inizia il ciclo di SUPERVISIONI “Il confine in evoluzione”: Le esperienze depressive
Inaugurata il 16 febbraio a Milano, si aprirà il 19 Marzo anche a Palermo l’edizione 2015 del ciclo di seminari di supervisione Il confine in evoluzione, condotti ogni anno dal direttore Margherita Spagnuolo Lobb presso le tre sedi dell’Istituto di Gestalt HCC Italy (Palermo, Siracusa, Milano). I seminari di supervisione rappresentano un’occasione di scambio tra colleghi psicoterapeuti e di aggiornamento sulle nuove abilità terapeutiche oggi richieste in ambito clinico.
Il ruolo dello psicoterapeuta è fondamentale nella società contemporanea, in quanto essere efficaci con i pazienti implica dare un contributo generativo alla comunità di cui tutti facciamo parte.
Ognuno dei tre incontri offrirà la possibilità di cogliere e sperimentare l’attualità e il fascino della psicoterapia della Gestalt contemporanea attraverso momenti teorici ed esperienze personali e sarà dedicato ad un tema clinico emergente:
1) Le esperienze depressive
2) Le esperienze borderline
3) Le esperienze dissociative
La partecipazione al corso è a numero chiuso ed è riservata a Psicoterapeuti della Gestalt e di altri approcci.
La supervisione del 19 marzo sarà condotta dalla dott.ssa Teresa Borino
Per info e iscrizioni scegli la città in cui preferiresti frequentare il corso:
Seminari di Supervisione 2015: Il confine in evoluzione con Margherita Spagnuolo Lobb
Inizierà il 21 Gennaio a Siracusa l’edizione 2015 del ciclo di seminari di supervisione Il confine in evoluzione, condotti da Margherita Spagnuolo Lobb, presso le tre sedi dell’Istituto di Gestalt HCC Italy (Palermo, Siracusa, Milano). I seminari di supervisione sono un’occasione di scambio tra colleghi e di aggiornamento sulle nuove abilità terapeutiche oggi richieste. Il ruolo dello psicoterapeuta è fondamentale nella società contemporanea, ed essere efficaci con i nostri pazienti implica dare un contributo generativo alla comunità di cui facciamo parte.
Ognuno dei tre incontri di questa seconda edizione sarà dedicato ad un tema clinico emergente e includerà momenti teorici ed esperienze personali, per cogliere e sperimentare l’attualità e il fascino della psicoterapia della Gestalt contemporanea:
1) Le esperienze depressive
2) Le esperienze borderline
3) Le esperienze dissociative
La partecipazione al corso è a numero chiuso ed è riservata a Psicoterapeuti della Gestalt e di altri approcci.
Per info e iscrizioni scegli la città in cui preferiresti frequentare il corso:
Jean Marie Robine ospite dell'Istituto di Gestalt HCC Italy. 15-16 Ottobre 2014 Palermo
Workshop internazionale con crediti ECM
Campo fenomenologico e psicoterapia della Gestalt
Un’esperienza di co-terapia con Jean Marie Robine e Margherita Spagnuolo Lobb
da 15/10/2014 a 16/10/2014, Palermo
Poliedriche sono le possibilità creative per il terapeuta della Gestalt generate dalla prospettiva del campo fenomenologico, dall’essere al confine dell’ignoto, con tutte le incertezze e le paure, così come delle possibilità aperte alla speranza che lo stare con il processo riconosce alla natura umana.
Margherita Spagnuolo Lobb