Ciò che muove la dinamica di coppia è l’intenzione di “mostrarsi-a / vedere” l’altro nella nudità dell’esperienza immediata, è il bisogno di intimità come voglia di sentirsi a casa, come il rilassamento che prova il bambino accolto tra le braccia della madre, come l’esperienza di riconoscimento che il viandante prova nel corpo e nell’anima quando finalmente ritorna nel luogo della casa. L’altro è desiderato come un corpo che accoglie, riparo contro le intemperie, il mondo in cui è possibile parlare la propria lingua.
Questo desiderio è intriso delle paure che l’altro non sia lì dove vogliamo trovarlo, che l’altro sia altrove. Così l’esperienza dell’altro, al di là del momento dell’innamoramento che per definizione è cieco, è anche sentita come rischio che il desiderio di intimità sia frustrato, l’altro è anche l’esperienza dello straniero che non capisce, delle braccia insicure che mantengono il nostro corpo all’erta, della casa rumorosa in cui non è possibile riposare.
Riconoscere l’esperienza dell’altro nella sua diversità e nello stesso tempo nel suo intreccio con le nostre paure porta alla percezione differenziata dell’altro, e aiuta i partner a raggiungersi. Il senso del rischio legato alle paure più profonde è ciò che consente di raggiungere la desiderata e autentica intimità con l’altro.
Margherita Spagnuolo Lobb