Cari amici e colleghi,
Vi scrivo con piacere un pensiero per accompagnarvi in questa Pasqua, un passaggio (dalla sua etimologia) quest’anno doloroso e angosciante, ma anche pieno di nuove possibilità.
Lo sfondo della mia esperienza mentre vi scrivo è pieno delle cose che ho ascoltato dai colleghi dell’Istituto nelle nostre riunioni online, dagli allievi, che non hanno mai smesso di incontrarsi e di studiare nelle classi virtuali che abbiamo creato per loro, dai colleghi che lavorano nella sanità, dai colleghi esteri, dai bambini.
Come non ricordare, in questi giorni di passione e resurrezione, le tante persone care che non ci sono più e ci hanno lasciato in silenzio, da sole, senza il conforto dell’ultimo saluto.
Penso al lutto di chi non ha potuto accompagnare i propri cari alla morte che, quando è andata bene, ha potuto salutare attraverso uno smartphone.
Penso alle tante persone che vivono sole (dai giovani che cercano di costruirsi una vita, ai vedovi, ai separati), costrette a casa dalla quarantena, che devono elaborare una solitudine nuova.
Come non pensare, con gratitudine, ai tanti medici, psicologi e a tutto il personale sanitario, che ha lavorato generosamente, con turni massacranti, fino allo sfinimento e in condizioni di scarsa protezione. Sono riusciti a reggere l’onda d’urto di una pandemia che ha trovato tutti impreparati dal punto di vista organizzativo e umano.
Tornano alla mente le vocine dei bimbi di giovani colleghe, che chiedono alla loro mamma: “Mamma mi racconti tutti i pericoli del mondo?”.
Cosa possiamo rispondere noi adulti, cresciuti nella negazione della morte, a questi piccoli così presto esposti ai pericoli seri della vita e al dolore?
Come dicono queste colleghe, mamme illuminate: forse loro saranno più saggi di noi, perché saranno capaci di dare il valore giusto alla vita, avendone conosciuto l’assenza.
Nella nostra funzione di cura, siamo chiamati a dare sostegno per qualcosa che non abbiamo mai vissuto.
Ci sentiamo angosciati per il futuro, sentiamo che il virus ci impedisce di essere umani come vorremmo.
Alcune volte ci ritroviamo quasi a sperare che questa quarantena non finisca troppo presto, perché non siamo preparati a uscire fuori e abbracciare un amico senza paura.
Ci dovremo rieducare al contatto e agli abbracci. Per quanto tempo avremo paura di abbracciarci? Ecco, forse la tristezza sarà l’emozione del futuro, come dicono le parole di una bimba, figlia di un’allieva, davanti al divieto di incontrare gli amichetti: “Mi stanno rubando il futuro”.
Avremo molti più poveri, persone che dovranno essere re-immesse negli ingranaggi sociali, e che in questo momento hanno un gran bisogno di essere viste da noi, di essere messe in grado di dare il loro contributo, per meritare un posto dignitoso nel mondo.
In qualità di psicoterapeuti della Gestalt, ci chiediamo: Come questo trauma della pandemia rimarrà inciso nel nostro corpo? Quali effetti avrà la mancanza di contatto nel gioco virtuale a cui i bambini sono costretti? Come sarà l’adattamento creativo dei nostri pazienti che dietro uno schermo ci dicono “vorrei abbracciarti”?
Se c’è un mestiere che sarà cruciale nel post Coronavirus sarà il nostro. Sarà necessario adeguare i nostri strumenti ai nuovi bisogni clinici dei nostri pazienti.
Non dobbiamo fermarci: dobbiamo studiare, capire come adattare i principi terapeutici ai nuovi bisogni clinici. La nostra capacità di integrazione e creatività aiuterà in questo, così come ci hanno insegnato i padri della psicoterapia della Gestalt.
L’Istituto non è mai stato fermo in questi mesi. Ha adattato nel giro di pochi giorni la didattica in modalità online. Di questo ringrazio moltissimo tutti i didatti e gli allievi, che si sono sperimentati in questa forma nuova, con profondità umana e senso etico di cura verso i pazienti. Sono veramente orgogliosa di loro. Il sostegno reciproco è circolato in modo commovente tra di noi in Istituto: i didatti hanno fatto iniziative di gruppi online sia per sostenere gli allievi che per sostenere i colleghi, i “fratelli”.
Adesso, in “fase 2”, continueremo ad organizzare corsi online con la Scuola di Psicoterapia e Webinar aperti al pubblico.
Questi i prossimi incontri online:
Abbiamo potenziato il servizio online del Centro Clinico e di Ricerca dell’Istituto di Gestalt HCC Italy, per accogliere le richieste dei cittadini, e abbiamo attivato una help-line gratuita per il personale sanitario.
Abbiamo in programma altre iniziative, per uscire dal senso di sospensione e confusione in cui siamo stati gettati. Per costruire insieme nuovi percorsi significativi per la nostra interazione umana e per il nostro ruolo professionale.
Pubblicheremo le novità nel sito www.gestalt.it
Con fiducia nelle capacità di tutti e nella bellezza del nostro essere parte di una natura benevola,
Vi auguro una Pasqua di passaggio verso un mondo migliore.
Margherita Spagnuolo Lobb e lo Staff Didattico
Istituto di Gestalt HCC Italy
Scuola di Specializzazione in Psicoterapia
Riconosciuta dal MIUR con DD.MM. 9/5/94, 7/12/01, 24/10/08, 28/4/11
Riconosciuta dall’EAGT – European Association for Gestalt Therapy
Sedi riconosciute: Milano, Palermo, Siracusa
www.gestalt.it